martedì 29 novembre 2016

Tutte le religioni cercano di promuovere la pace mondiale - Dalai Lama

DAL LIBRO "CONOSCI TE STESSO" del Gyatso Tenzin (Dalai Lama)


I principi che ho citato finora concordano con gli insegnamenti etici di tutte le religioni del mondo. Ritengo che buddhismo, cristianesimo, confucianesimo, induismo, islamismo, giainismo, ebraismo, sikhismo, taoismo e zoroastrismo considerino l’amore come un ideale, puntino a elevare l’umanità grazie alla pratica spirituale e si sforzino di rendere i loro seguaci persone migliori. 

- Tutte le religioni insegnano precetti morali per il progresso della mente, del corpo, della parola e dell’azione: non mentire, non rubare, non uccidere e così via. L’assenza di egoismo è il fondamento comune posto da tutti i grandi maestri spirituali. È a partire da qui che costoro vogliono allontanare i loro seguaci dalle azioni dannose causate dall'ignoranza e indirizzarli sulla via del bene. 

- Tutte le religioni concordano sulla necessità di domare la mente indisciplinata, fonte di egoismo e di altri problemi, indicando il modo per raggiungere una condizione spirituale pacifica, disciplinata, etica e saggia. In questo senso ritengo che esse esprimano essenzialmente uno stesso messaggio. Ciò non toglie, comunque, che si accendano dibattiti infiniti quando le differenze religiose nascono da dogmi e differenze culturali. 
È tuttavia preferibile dare sempre più spazio, nella vita quotidiana, al bene che tutte le religioni insegnano, anziché discutere delle piccole differenze di metodo. Ci sono molte religioni che vogliono portare benessere e felicità agli esseri umani, così come ci sono molte terapie per una particolare malattia. 

- Tutte le religioni si sforzano di aiutare gli esseri viventi a evitare la sofferenza e a trovare la felicità. Pur essendo possibile che ognuno di noi preferisca un determinato approccio religioso rispetto a un altro, ci sono ragioni molto più forti a favore dell’unità, derivanti da desideri comuni a ogni cuore umano. 

- Ogni religione si adopera per diminuire la sofferenza e per dare un suo contributo al mondo; la conversione non è un elemento essenziale. Io non penso a convertire gli altri al buddhismo o a difendere semplicemente la causa del buddhismo. 
Penso, invece, a come, da buddhista, posso contribuire alla felicità di tutti gli esseri viventi. Nel sottolineare le somiglianze di fondo tra le varie religioni del mondo, non intendo sostenere una nuova «religione mondiale». 

- Tutte le religioni sono necessarie per arricchire l’esperienza umana e la civiltà mondiale. La mente umana, con tutte le sue varietà, ha bisogno di approcci specifici per raggiungere la pace e la felicità. Lo stesso accade con le varietà del cibo. 
Alcuni trovano più attraente il cristianesimo; altri preferiscono il buddhismo poiché non postula un creatore e ogni cosa dipende dalle azioni dell’individuo. Lo stesso si potrebbe sostenere per altre religioni. 
La conseguenza è evidente: l’umanità ha bisogno di tutte le religioni del mondo, adatte a stili di vita e a bisogni spirituali diversi, e a tradizioni nazionali tramandatesi nel tempo. 
È a partire da tale prospettiva che accolgo con soddisfazione gli sforzi che vengono compiuti in varie parti del pianeta per una migliore comprensione tra religioni diverse. 
Si tratta di una necessità particolarmente impellente. 

Se tutte le religioni fanno del progresso dell’umanità il loro obiettivo principale, possono collaborare per la pace mondiale. 
La comprensione ecumenica porterà alla coesione necessaria perché tutte le religioni lavorino insieme. 

Sebbene questo sia un passo importante, dobbiamo ricordarci che non c’è un modo facile o veloce per superare le differenze dottrinali tra le varie fedi, né possiamo sperare di inventarci un nuovo credo universale che soddisfi ognuno. 

Ogni religione dà il proprio contributo specifico e ognuna è a modo suo adatta all'orientamento di un gruppo specifico di individui. 
Il mondo ha bisogno di tutte le religioni. 

Ci sono due compiti principali per chi pratica una religione e ha a cuore la pace mondiale. In primo luogo dobbiamo promuovere una migliore comprensione interreligiosa, così da creare un livello funzionale di unità fra tutte le religioni, in parte raggiungibile con il rispetto delle credenze reciproche e con l’insistenza sull'obiettivo comune del benessere degli esseri umani. In secondo luogo dobbiamo creare un consenso generale su quali sono i valori spirituali fondamentali che toccano ogni cuore umano. 

Queste due azioni ci permetteranno di agire, sia individualmente sia di comune accordo con gli altri, per creare le condizioni spirituali necessarie alla pace mondiale. 

                                                                                                          Dalai Lama

mercoledì 23 novembre 2016

L'importante non è la meta ma il VIAGGIO: Introduzione

 Introduzione

Il viaggio è finito, dopo i festeggiamenti sotto il traguardo con gli amici vado nel locale adibito al ristoro e al riposo degli atleti.




Massimo è già arrivato e ora si sta facendo medicare i piedi. Massimo ha già spostato l’aereo alle 14, pensava di arrivare prima e quindi aveva prenotato il biglietto per la mattina, intanto cerchiamo un passaggio per tornare a Tolosa per prendere l’aereo, con i mezzi non se ne parla non riusciremmo ad arrivare in tempo.
Cerchiamo qualche volontario che debba tornare indietro, ma è quasi mezzanotte e non è così semplice.

Io, un po’ in coma, mangio qualcosa, faccio una bella doccia e poi i test finali con i medici del CNR di Pisa, è stata una comica: continuavo ad addormentarmi mentre mi facevano domande. Finiti i test torno di sotto per cercare Massimo ma non lo trovo, è già andato a dormire. Anch’io cerco un posto per riposare. Philippe mi ha lasciato una tenda dove ho portato i miei bagagli.




Alla mattina verso le 8, mi sveglio e, appena uscito dalla tenda, incontro Massimo che mi sta cercando, ha trovato un passaggio con Renè che deve rientrare a casa, però bisogna fare in fretta se vogliamo arrivare in tempo, così metto tutto in valigia e saluto Catherine e Philippe che sono svegli, tutti gli altri stanno riposando, mi dispiace non poterli salutare di persona ma abbiamo i minuti contati.
Durante il tragitto ci fermiamo più volte agli autogrill per bere un caffè; siamo io e Massimo, Renè e Monique, volontari alla Transpyrenea. Adesso che l’avventura è conclusa ci si può rilassare, l’impegno è terminato e la stanchezza comincia a farsi sentire, pesante come un macigno, anche se, a dire il vero, abbiamo rischiato più la vita in questo trasferimento che a 3000 metri con la bufera.
Alle 12:00 siamo già in aeroporto a Tolosa, l’aereo di Massimo parte alle 14:00, il mio alle 20:30.
Mangiamo qualcosa assieme e poi cerco di mettere a posto valigia e il bagaglio a mano; è un disastro, ho cacciato dentro tutto così alla rinfusa.
Salutato Massimo mi dirigo al mio imbarco, ma durante i controlli del bagaglio a mano mi fermano e fanno arrivare le guardie, mi dicono che ho un coltello all’interno dello zaino.
Io gli spiego che non può essere perché l’ho messo nel bagaglio in stiva, ma mi fanno disfare lo zaino.
Effettivamente, per errore, al posto di mette il coltello nella valigia l’ho messo nel bagaglio a mano, per fortuna sono comprensivi dopo che gli ho spiegato da dove arrivo, e così me lo fanno buttar via senza conseguenze.

Ora al gate ho qualche ora da aspettare e, se non mi addormento, provo a pensare ad un resoconto di questa Avventura.


in attesa all'aeroporto di Tolosa.

Avendo dei problemi di memoria è meglio che scrivo tutte le emozioni, le paure, le gioie che ho vissuto in questi sedici fantastici giorni.