Descrizione
Da Chamonix si raggiunge il Montenvers (1876 m) con la storica ferrovia a cremagliera. Da qui si scende per il sentiero in buona parte attrezzato con scalette metalliche alla Mer de Glace. Si inizia a risalirla lungo un'evidente traccia che serpeggia tra grandi crepacci, che però ben presto sparisce. Si prosegue dapprima attraverso una zona ricca di detriti morenici, poi facendo un po' di slalom tra alcuni crepacci, mantenendosi sempre piuttosto sulla destra (salendo) rispetto al centro del ghiacciaio. Al termine di questa zona caotica la risalita prosegue senza più problemi di crepacci; occorre spostarsi progressivamente più a sinistra, evitando un ripido dosso del ghiacciaio. A questo punto è necessario attraversare più decisamente verso sinistra: il ghiacciaio è tagliato longitudinalmente dal profondo canyon di un impetuoso torrente glaciale, ed è necessario non farsi sorprendere troppo avanti, altrimenti l’attraversamento diventa impossibile. Si prosegue lungo il facile ghiacciaio puntando alle morene sulla sinistra, da costeggiare finchè si nota un evidente segnale (un bidone rosso sul filo della morena) che indica il punto dove abbandonare il ghiaccio. Si attraversa una zona con parecchi saliscendi tra gli sfasciumi morenici (a tratti ghiaccio affiorante), facendo attenzione agli ometti segnavia (molti purtroppo fuorvianti), sino a raggiungere una zona pianeggiante più tranquilla che conduce, con una breve risalita verso sinistra, all'attacco del sentiero attrezzato per il Refuge du Couvercle. All'inizio si devono superare alcune scalette verticali e piuttosto esposte, poi il sentiero prosegue alternando tratti facili ad altri verticali ma facilitati da infissi in stile ferrata. Al termine del tratto attrezzato si prosegue lungo il facile sentiero, fino a raggiungere il filo di una morena che conduce al Refuge du Couvercle (2687 m). [3h-4h]Secondo giorno
Dal Refuge du Couvercle, ignorando la traccia che sale oltre il vecchio rifugio verso l'Aiguille Verte, si segue quella pianeggiante che passa subito sotto al caratteristico "coperchio" e che dopo pochi minuti scende ripida e poco evidente tra grossi massi sino a raggiungere il glacier de Talefre. Lo si percorre (pochi crepacci) lasciando a sinistra l'isolotto roccioso del Jardin de Talefre, e proseguendo in leggera salita oltre la base della cresta sud sino a raggiungere il pendio nevoso del Col des Droites. Nel primo tratto il pendio può essere risalito al centro per rocce rotte, oppure più sulla destra per neve (40°); ci si sposta quindi a sinistra (qualche crepaccio) nei pressi delle rocce del versante sud-est delle Droites. Si sale un ripido pendio (45°) compreso tra queste rocce ed uno sperone sulla destra (normalmente è presente una buona traccia, dato che questa è anche la via normale delle Courtes). Contornato lo sperone e raggiuntane per neve verso destra la sommità, si abbandona la traccia che prosegue a destra per le Courtes e si risale una poco marcata crestina nevosa, prosecuzione verso l'alto dello sperone, che sale in direzione delle Droites. Raggiunte sulla sinistra delle roccette molto rotte e ghiaiose (attenzione al ghiaccio), si sale ancora in verticale un breve ma ripido pendio nevoso (50°) che porta ad una cresta rocciosa secondaria del versante sud-est. Si arriva in arrampicata su rocce non solidissime (III) ad una bocchetta, da dove si intravede sulla sinistra la cresta sud che si raggiungerà più in alto. Ora si tende a salire in diagonale verso sinistra, su rocce in prevalenza solide ma un po' sporche (II) per via dei rarissimi passaggi; un grosso masso strapiombante va aggirato sulla sinistra (III). Si sale per rocce più facili (II) miste a neve fino a congiungersi a sinistra con la cresta sud.
Si è ora all'inizio di un salto verticale, da affrontare tenendosi tendenzialmente sul filo, anche se qui la cresta non è molto ben definita. Evitando i tratti più verticali, ci si sposta dapprima leggermente a sinistra per diedrini e canalini, quindi si torna verso destra (III) superando una placchetta per aggirare uno spigolo. Alla sommità del tratto verticale si potrà notare un caratteristico roccione arancio, rispetto al quale ci si deve tenere sulla destra. La via di salita è comunque contrassegnata, oltre che da rari segni di ramponi sulle rocce, da vecchie fettucce e cordini di sosta per lo più logori. Poco prima di uscire alla destra del masso arancione, si deve superare un caminetto che presenta una lama ben appigliata ma strapiombante (III) ed un'uscita delicata su rocce liscie (III). Per rocce più facili a tratti innevate si raggiunge la base di un pendio di neve che porta verso la vetta ormai visibile. Non conviene salirlo direttamente in direzione della vetta (55°) ma attraversarlo alla base orizzontalmente verso sinistra superando un dosso nevoso sino ad arrivare nei pressi della cresta, inizialmente rocciosa. Si risale il pendio nevoso a destra delle rocce (45°), fino a raggiungere più sopra la cresta, ormai interamente nevosa. Superato un tratto affilato, si prosegue più facilmente e su pendenze più moderate lungo il crinale nevoso, fin dove termina alla base di un salto roccioso poco sotto alla vetta. Si aggira un roccione verticale sulla destra per terreno misto, e si raggiunge un canalino (II) che permette di tornare a sinistra verso la cresta sommitale, raggiungibile per terreno misto con qualche breve tratto nevoso ripido (40°). Aggirato sulla sinistra un ultimo salto roccioso, si raggiunge la vetta. [5h30-6h30]Discesa
Per la discesa è consigliabile seguire l'intinerario di salita solo se si è stati particolarmente veloci e se le condizioni della neve sono più che buone, altrimenti il ripido pendio del Col des Droites può essere pericoloso. Nel tal caso può essere preferibile scendere lungo la via normale originale per la cresta sud e lungo il canalino del versante ovest della cresta. Se la neve non è buona, dall'uscita del canale conviene proseguire ancora lungo la cresta sud per una cinquantina di metri e scendere poi lungo le rocce della sua sponda sinistra (faccia a valle); si entrerà nel canalino solo nei pressi della sua crepaccia terminale, da superare o con una problematica doppia oppure con un bel salto (il punto migliore è il centro del canale, in corrispondenza della gola di scarico). Bisogna poi ancora fare attenzione agli insidiosi crepacci della parte alta del glacier de Talefre (meglio stare sulla destra scendendo) prima di raggiungere i dossi rocciosi che portano alla facile parte bassa del ghiacciaio ed alla risalita per il Refuge du Couvercle.
Dal Refuge du Couvercle, ignorando la traccia che sale oltre il vecchio rifugio verso l'Aiguille Verte, si segue quella pianeggiante che passa subito sotto al caratteristico "coperchio" e che dopo pochi minuti scende ripida e poco evidente tra grossi massi sino a raggiungere il glacier de Talefre. Lo si percorre (pochi crepacci) lasciando a sinistra l'isolotto roccioso del Jardin de Talefre, e proseguendo in leggera salita oltre la base della cresta sud sino a raggiungere il pendio nevoso del Col des Droites. Nel primo tratto il pendio può essere risalito al centro per rocce rotte, oppure più sulla destra per neve (40°); ci si sposta quindi a sinistra (qualche crepaccio) nei pressi delle rocce del versante sud-est delle Droites. Si sale un ripido pendio (45°) compreso tra queste rocce ed uno sperone sulla destra (normalmente è presente una buona traccia, dato che questa è anche la via normale delle Courtes). Contornato lo sperone e raggiuntane per neve verso destra la sommità, si abbandona la traccia che prosegue a destra per le Courtes e si risale una poco marcata crestina nevosa, prosecuzione verso l'alto dello sperone, che sale in direzione delle Droites. Raggiunte sulla sinistra delle roccette molto rotte e ghiaiose (attenzione al ghiaccio), si sale ancora in verticale un breve ma ripido pendio nevoso (50°) che porta ad una cresta rocciosa secondaria del versante sud-est. Si arriva in arrampicata su rocce non solidissime (III) ad una bocchetta, da dove si intravede sulla sinistra la cresta sud che si raggiungerà più in alto. Ora si tende a salire in diagonale verso sinistra, su rocce in prevalenza solide ma un po' sporche (II) per via dei rarissimi passaggi; un grosso masso strapiombante va aggirato sulla sinistra (III). Si sale per rocce più facili (II) miste a neve fino a congiungersi a sinistra con la cresta sud.
Si è ora all'inizio di un salto verticale, da affrontare tenendosi tendenzialmente sul filo, anche se qui la cresta non è molto ben definita. Evitando i tratti più verticali, ci si sposta dapprima leggermente a sinistra per diedrini e canalini, quindi si torna verso destra (III) superando una placchetta per aggirare uno spigolo. Alla sommità del tratto verticale si potrà notare un caratteristico roccione arancio, rispetto al quale ci si deve tenere sulla destra. La via di salita è comunque contrassegnata, oltre che da rari segni di ramponi sulle rocce, da vecchie fettucce e cordini di sosta per lo più logori. Poco prima di uscire alla destra del masso arancione, si deve superare un caminetto che presenta una lama ben appigliata ma strapiombante (III) ed un'uscita delicata su rocce liscie (III). Per rocce più facili a tratti innevate si raggiunge la base di un pendio di neve che porta verso la vetta ormai visibile. Non conviene salirlo direttamente in direzione della vetta (55°) ma attraversarlo alla base orizzontalmente verso sinistra superando un dosso nevoso sino ad arrivare nei pressi della cresta, inizialmente rocciosa. Si risale il pendio nevoso a destra delle rocce (45°), fino a raggiungere più sopra la cresta, ormai interamente nevosa. Superato un tratto affilato, si prosegue più facilmente e su pendenze più moderate lungo il crinale nevoso, fin dove termina alla base di un salto roccioso poco sotto alla vetta. Si aggira un roccione verticale sulla destra per terreno misto, e si raggiunge un canalino (II) che permette di tornare a sinistra verso la cresta sommitale, raggiungibile per terreno misto con qualche breve tratto nevoso ripido (40°). Aggirato sulla sinistra un ultimo salto roccioso, si raggiunge la vetta. [5h30-6h30]Discesa
Per la discesa è consigliabile seguire l'intinerario di salita solo se si è stati particolarmente veloci e se le condizioni della neve sono più che buone, altrimenti il ripido pendio del Col des Droites può essere pericoloso. Nel tal caso può essere preferibile scendere lungo la via normale originale per la cresta sud e lungo il canalino del versante ovest della cresta. Se la neve non è buona, dall'uscita del canale conviene proseguire ancora lungo la cresta sud per una cinquantina di metri e scendere poi lungo le rocce della sua sponda sinistra (faccia a valle); si entrerà nel canalino solo nei pressi della sua crepaccia terminale, da superare o con una problematica doppia oppure con un bel salto (il punto migliore è il centro del canale, in corrispondenza della gola di scarico). Bisogna poi ancora fare attenzione agli insidiosi crepacci della parte alta del glacier de Talefre (meglio stare sulla destra scendendo) prima di raggiungere i dossi rocciosi che portano alla facile parte bassa del ghiacciaio ed alla risalita per il Refuge du Couvercle.
#lesdroites
#rifugiocouvercle
#montebianco
#montenvers
#chamonix
comune: | Chamonix (FR) |
nome cima:
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Les Droites
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nome itinerario:
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Parete Sud
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difficoltà:
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AD+ 50 III
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tipo itinerario
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Cresta e parete
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esposizione preval. in salita: | Sud |
esposizione preval. in discesa:
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Sud
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quota di partenza (m.):
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1876
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quota vetta (m.):
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4001
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dislivello complessivo (m.):
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punti appoggio:
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rifugio Couvercle 2687 m.
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località partenza:
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Treno Montenvers (FR)
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