Se non vivessimo in un universo sostanzialmente vuoto, questa notte non festeggeremmo. Gli attriti impedirebbero ai corpi celesti di muoversi con regolarità, e senza regolarità non avremmo inventato l’anno.
L’essere umano è famoso per inventare cose del tutto arbitrarie e poi comportarsi come se esistessero davvero. L’anno è una di queste cose. Ma l’anno non esiste, o meglio esistono tanti anni a seconda di cosa decidiamo che sia esattamente una rivoluzione terrestre. C’è l’anno siderale, l’anno solare, l’anno tropico e chi più ne ha più ne metta. Tanto poi arrotondiamo tutto a 365 giorni e buonanotte al secchio, ogni tanto aggiungiamo il 29 febbraio per far tornare i conti e bella lì.
Nemmeno 365 giorni è un numero scritto nella pietra. Quando la Terra è nata, il “giorno” durava tre ore e mezza. Mentre i dinosauri facevano le loro cose da dinosauri il sole tornava sui suoi passi ogni 23 ore e mezza. Rallentiamo di 2 millisecondi ogni secolo, per via delle maree.
Come ogni anno, nel 2019 abbiamo percorso 1,6 milioni di km ruotando attorno all’asse terrestre, 940 milioni di km attorno alla nostra stella e siamo sfrecciati per ben 20 MILIARDI di km nella Via Lattea. Sì, perché come la Terra gira intorno al Sole, anche il Sole orbita attorno al centro della nostra galassia. Ci mette circa 230 milioni di anni: si chiama “anno galattico”.
Se misurassimo il tempo in anni galattici, l’universo sarebbe un signore di 60 anni, il Sole un bellimbusto ventiduenne e la Terra una bellissima ragazza di vent’anni. La vita sulla Terra è comparsa 15 anni fa, i primi animali un anno e mezzo fa. I dinosauri si sono estinti poco più di tre mesi fa e noi Homo sapiens siamo in giro da appena sette ore e mezza. La vita di ciascuno di noi dura non più di una dozzina di secondi galattici. Per quel signore di 60 anni dureremmo quanto la sigla di un telegiornale e 7 volte al secondo festeggiamo l’ennesima rivoluzione del nostro pianeta.
Se ci pensate, è strano festeggiare il fatto che la Terra abbia compiuto un altro giro attorno al Sole. Ma lo faremo anche stanotte. La mezzanotte del 31 dicembre è un momento del tutto arbitrario, ma siamo esseri umani e ci comportiamo come se in quell’istante qualcosa effettivamente finisse e qualcos’altro cominciasse. In fondo abbiamo bisogno di un momento per fare bilanci, buoni propositi, archiviare qualcosa e sperare collettivamente che tutto ciò a cui teniamo vada bene.
Per noi di CHPDB il 2019 è stato un anno di grandi soddisfazioni e il 2020 lo sarà ancora di più. Ci auguriamo che sia lo stesso anche per voi. Che sia un bel giro attorno a questa nana gialla che chiamiamo “Sole”. Vi auguriamo cieli sereni, la voglia di guardare sempre in alto e, soprattutto, di continuare a non avere paura del buio.
-Filippo
Credits: Nicholas Roemmelt
Nessun commento:
Posta un commento