Il fatto che lo stupido spesso sia testardo, non deve farci dimenticare che egli non è autonomo. Lo si nota veramente quando si discute con lui: non si ha affatto a che fare con lui, quale egli è, come individuo, ma con le frasi fatte, le formule ecc. che lo dominano. Si trova messo al confino, accecato; il suo vero essere ha subito un abuso, un maltrattamento. Divenuto in tal modo uno strumento privo di volontà. lo stupido è capace di commettere qualsiasi male e di non riconoscerlo come male. Qui sta il pericolo di un diabolico abuso, con il quale certi uomini possono venir rovinati per sempre. …
Ma è particolarmente evidente, proprio in casi come questi, che la stupidità potrebbe essere superata soltanto con un atto di liberazione e non con un atto d’indottrinamento. E qui bisognerà rassegnarsi a dire che un’autentica, intima liberazione, nella maggioranza dei casi diventa possibile qualora sia preceduta da una liberazione esterna: fino a quel momento dovremo rinunciare a tutti i tentativi di convincere lo stupido. In questo contesto, fra l’altro, si spiega perché in tali condizioni è vano darsi la pena di sapere che cosa ne pensa veramente “il popolo” e al tempo stesso perché è superflua una domanda di questo tipo — sempre nelle condizioni di fatto date — per colui che pensa e agisce responsabilmente.
Dietrich Bonhoeffer
Nato a Bratislava il 4 febbraio 1906.
Morto nel Campo di Concentramento di Flossenburg 9 aprile 1945.
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