Pregare
Perché pregare? Perché ripetere tante volte le stesse parole? Perché Gesù stesso, in Luca 18, racconta addirittura una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai? Perché è così fondamentale pregare, tanto che Gesù insegna una preghiera, la preghiera per eccellenza, ai suoi discepoli? Forse che con la preghiera l’uomo deve far pervenire a Dio le proprie necessità, altrimenti Dio non le conosce? Forse che la preghiera incessante deve convincere un Dio capriccioso e lunatico? Forse che la preghiera serve ad attirare l’attenzione di un Dio distratto, occupato in tutt’altro? Forse che con la preghiera l’uomo deve convincere Dio delle proprie necessità? Forse che Dio ascolta l’uomo solo se è insistente? Dio ha bisogno della preghiera dell’uomo per concedere all’uomo ciò che all’uomo serve e di cui necessita? Perché pregare?
Pregare sostituisce lentamente l’antico dialogo interiore, abituato a pensare male di Dio, con un dialogo più corretto, rispettoso nei confronti di Dio, fino a farlo diventare un dialogo interiore con Dio, amante e grato.
Pregare non fa conoscere a Dio le necessità dell’uomo, Dio le conosce già e molto meglio dell’uomo stesso, ma fa in modo che l’uomo affini le proprie necessità, cresca e maturi nella percezione di ciò che ritiene importante e indispensabile per la propria vita. Pregare è un modo efficacissimo per crescere nella consapevolezza di ciò che nella vita conta o non conta.
Pregare serve a far crescere il desiderio di ciò che si desidera, e a comprendere se veramente è un desiderio che ci conduce alla felicità e alla gioia. Pregare purifica i desideri e rassoda i progetti, consolida le intenzioni.
Pregare rende capace il cuore dell’uomo, lo rende capace nel senso etimologico del termine, rende cioè il cuore capiente, capace di contenere ciò che Dio desidera donare all’uomo. Dio non può donare all’uomo quello che l’uomo non è in grado di ricevere, non è pronto a ricevere, non è capace di ricevere.
Pregare serve a fare pace con Dio e pace con i fratelli, non si può pregare se non si è in pace con i fratelli. La prima preghiera del cuore dovrebbe sempre essere una preghiera per chiedere perdono a Dio dei propri sbagli di mira rispetto all’amore e per offrire perdono a chi ha sbagliato mira nei nostri confronti rispetto all’amore.
Pregare serve a imparare a dialogare con Dio finché siamo su questa terra, a intensificare il dialogo di amore con lui, perché con lui dialogheremo per tutta l’eternità. Serve ad allenare l’uomo a unirsi, già su questa terra, all’immenso coro di tutte le presenze celesti e di tutte le creature che giorno e notte inneggiano al Creatore, perché un giorno anche l’umanità si unirà in cielo a questo coro.
Pregare serve a trasformare la vita in ringraziamento. Un ringraziamento incessante, stabile, sicuro, onorato, radioso, felice.
Pregare non serve a convincere Dio perché scenda verso l’uomo ma serve a far crescere l’uomo perché si innalzi verso Dio.
Chiedi e ti sarà dato,
perché, se chiedi, sei già cambiato nel desiderio
e nella capacità di ricevere ciò che chiedi.
Cercate e troverete,
perché, se cercate e non mollate la ricerca,
se nulla vi stanca in questa ricerca,
se nulla vi delude in questa ricerca,
se nulla vi blocca, vi amareggia, vi spaventa in questa ricerca,
significa che avete già trovato, veramente avete già trovato.
Bussate e vi sarà aperto,
perché, se bussate, avete ancora fede in ciò che è oltre,
in ciò che non si vede ma si sente.
Se bussate, vi sarà aperto,
perché siete certi che qualcuno verrà ad aprire,
perché è sempre lì, immancabilmente, e aspetta.
Se bussate, significa che alla porta comunque siete giunti,
se bussate è già aperto.
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