LA BUONA VITA
Anche io un giorno sarò disteso su di un lenzuolo bianco in ospedale dove ci saranno persone che nascono, che guariscono e che muoiono, oppure a casa sul mio letto circondato dai miei cari.
Ad un certo punto il mio cuore si fermerà, dopo una vita sempre di corsa sarà stanco e avrà voglia di riposare.
In quel momento il medico dichiarerà che il mio cuore ha smesso di funzionare,
e che la mia vita è terminata, anche il mio cervello a quel punto si riposerà.
Quello però non sarà il mio letto di morte, non collegatemi a delle macchine per fare in modo che il mio corpo rimanga in vita, una vita artificiale. Non create in me un accanimento terapeutico ma lasciate che il mio corpo riposi.
Quello però non sarà il mio letto di morte, non collegatemi a delle macchine per fare in modo che il mio corpo rimanga in vita, una vita artificiale. Non create in me un accanimento terapeutico ma lasciate che il mio corpo riposi.
Il mio sarà un letto di vita, perché da
questa mia morte altre vite possano continuare a vivere.
Prendete quello che di me possa essere utile ad altre persone per vivere una vita migliore.
Donate i miei occhi a una persona perché possa vedere le bellezze del creato che io ho visto, la natura rigogliosa e lo sbocciare di un fiore. Donateli a chi non ha mai visto il sorgere del sole o la luna che illumina le notti. Che possano ancora guardare l’Amore negli occhi di una donna e la nascita del loro figlio.
Date il mio cuore a chi cuore più non ha per sperare in una nuova vita. Datelo a chi a vissuto giorni di sofferenza a causa della sua debolezza. Datelo a chi, anche senza saperlo, potrebbe non svegliarsi più.
Date il
mio fegato a chi non ha più la forza e il coraggio di continuare a vivere.
Date i
miei reni a chi tutti i giorni della sua vita deve essere collegato a una
macchina per sopravvivere.
Prendete
ogni parte del mio corpo, ossa, muscoli, fibre e nervi per fare in modo che un
persona paralizzata possa tornare a camminare.
Prendete
il mio sangue e continuate a fare quello che io ora non posso più fare, donarlo
agli altri. Donatelo a quel ragazzo perché possa diventare anziano e giocare
con i suoi nipoti.
Prendete le mie cellule, studiatele e usatele affinché un giorno possano servire a quel bambino privo della parola perché un giorno possa tornare a gridare alla vita felice di sentire la sua voce, e a quella bambina che è priva d’udito, perché possa tornare a sentire il vento che soffia tra le foglie.
E con quello che resta di me fate in modo che possa produrre nuova vita.
Mettete le mie povere spoglie in una cassa di legno, adagiate il mio
corpo su un materasso di terriccio e riempitela di trucioli, paglia ed erbe
profumate. Alzate la temperatura a 70°C per facilitare la decomposizione.
Con quello che rimarrà concimate le radici di un piccolo Cedro del
Libano perché possa crescere forte e rigoglioso.
Ho tante cose da farmi perdonare, i miei difetti, le mie debolezze,
i miei peccati, le volte che ho avuto pregiudizi contro i miei fratelli.
Seppellite queste cose.
Se vorrete ricordarvi di me, fatelo con delle buone azioni, con la compassione verso il prossimo, con l’amore verso ogni creatura.
Se vorrete ricordarvi di me, fatelo con delle buone azioni, con la compassione verso il prossimo, con l’amore verso ogni creatura.
La Vita è unica, La Vita Bella, La Vita è Rara.
Roberto Rovelli, il mio testamento biologico (Living Will).