Corro come il vento che soffia...Verso l'Infinito e oltre.
Run like the wind blowing ...To infinity and beyond.
sabato 25 dicembre 2021
Padre Armando Carpenedo - Santo Natale 2021
domenica 19 dicembre 2021
Bello Gallico 2021 - Gara di corsa su sentieri nella Vallonia (Belgio) - 160km 2000 D+
Bello Gallico 2021 - Gara di corsa su sentieri nella Vallonia (Belgio) 160km 2000D+
Per questa fine d’anno ho voluto riprovare questa
corsa. L’ho fatta insieme a Oriele perché dovevamo testarci per la corsa in
Spagna di 350km che si svolgerà nella terra di Tarragona in Spagna.
L’abbiamo camminata quasi tutta per vedere come sarebbe
stata la risposta delle nostre gambe e devo dire che è andata bene.
Siamo arrivati in Belgio in macchina passando per la
Svizzera, Francia, Lussemburgo, Belgio, circa 10 ore passate a discorre del più
e del meno.
In Lussemburgo ci siamo fermati per una sosta, per
mangiare e per fare il pieno alla macchina perché costa meno (1,3€/L); abbiamo
fatto anche il pieno di birre!
Arrivati a Leuven
siamo andati nell’alloggio che avevamo trovato (No Comment) e siamo
andati a cercare un supermarket per acquistare cibo per la sera.
Dopo di che siamo andati alla partenza per ritirare i
pettorali. Il luogo è De Roosemberg nel Oud-Heverlee un centro sportivo in
prossimità di un lago.
Il ritiro dei pettorali è stata una cosa molto veloce,
bisognava sostare il minimo possibile nei luoghi chiusi.
Le misure anticovid sono semplici ma funzionali.
· I CP sono ancora "alla maniera della Leggend"
quindi molto forniti in termini di cure,
cibo e bevande. Forniamo a ogni CP qualcosa di salato da mangiare, oltre
agli snack. Forniamo panini, zuppe, involtini, hot dog e croques.
· Per gli escursionisti e i corridori delle 100 miglia,
mettiamo a disposizione un vero e proprio checkpoint al coperto nella stanza De
Roosenberg. Prendono un pasto caldo qui e trovano la loro sacca e le
provviste all'interno.
· Sugli altri CP chiediamo di stare il più possibile
fuori; le provviste (e anche il drop bag in Pécrot) saranno sempre fornite
all'esterno. Se per qualche motivo devi/vuoi stare in casa, questo è
possibile a condizione che la qualità dell'aria (misurata dai nostri misuratori
di CO2) sia sufficiente. Diciamo che se
non avevi problemi seri non potevi stare al chiuso.
· All’arrivo non è
possibile farsi la doccia.
Dopo il ritiro dei pettorali
siamo andati nell’appartamento per la cena: pasta bistecche e vino.
Abbiamo preparato gli
zaini e l’abbigliamento per la partenza. Bene o male i nostri zaini erano
pressoché simili,
nello zaino:
- 2 pile frontali e la luce posteriore lampeggiante.
- Un cambio completo.
- Calze, cappello, buff, guanti, solette per le scarpe.
- GPS, Cellulare e pile di scorta.
- Un piumino.
- Scorta alimentare 3 barrette, 1 gel, delle gomme da masticare, 2 borracce con dentro una miscela di Sali ecc. al Mango.
Nella Drop-Bag da lasciare a metà percorso:
- contenitore di miscela per le borracce.
- Un cambio completo sia intimo che lungo, calze, cappello, buff, guanti, solette per le scarpe.
- Bastoncini.
- Scarpe di scorta.
- Batterie e un secondo GPS.
Il percorso in breve:
100 miglia inglesi (160
chilometri), partenza alle 4:00 di sabato mattina da Oud-Heverlee, 2500 metri
di dislivello, 36 ore tempo massimo di arrivo, sette ristori, bel percorso, molto
fango, ottima organizzazione. Il percorso è praticamente un anello di 80
chilometri da fare in entrambi i sensi, orario e antiorario. Per rientrare nei
cancelli bisogna andare ad una velocità media di 4,5km/h.
Il percorso era diviso in quattro sezioni da ripetere 2 volte.
Roosenberg-Bierbeek-Pécrot abbastanza semplice.
Pécrot-Ottenburg-Roosenberg difficile perché era la parte
dove si concentrava tutto il dislivello e la maggior parte del percorso erano
fiumi di fango.
Tra Ottenburg e
Roosenberg c’era un sentiero stretto trasformato anche lui in un fiume di fango
con 100 metri di dislivello, sui due lati un recinto di filo spinato
elettrificato che non era il caso di afferrarlo.
Sono proprio queste cose che mi piacciono del Trail, che lo rendono così avventuroso. Camminare, correre, riuscire a tenere un ritmo, decidere se proseguire o riposarsi, sedersi un po’, sentire dolore e proseguire lo stesso, sentire freddo o caldo, non aver fretta ma gestire il tempo. Quando la testa ti dice di fermarti e vedi tutto negativo, tu vai avanti lo stesso, prima o poi il sole sorgerà di nuovo.
L’appartamento che
abbiamo trovato si trova in centro a Leuven (Lovanio) a 15 minuti dal luogo di
partenza.
Dopo aver ritirato il
pettorale rientriamo nell’appartamento per cenare, pasta integrale con sugo
piccante calabrese, bistecca di tacchino e vinello bianco. Ha fatto tutto
Oriele, io sono un disastro in cucina, mi limito a sistemare il tutto.
Verso mezzanotte
veniamo svegliati da delle urla agghiaccianti sulle scale, non capiamo bene
quello che dicono, poi arrivano altre persone per assicurarsi che vada tutto
bene, vogliono chiamare la polizia, poi sembra calmarsi il tutto. Il chiacchiericcio va avanti fino alle 2 di notte.
La sveglia suona alle
3, facciamo colazione con the e biscotti
e finiamo la pasta avanzata dalla sera prima. Ci vestiamo per la corsa,
io ho un intimo lungo e caldo, dei pantaloni al ginocchio, una canotta
traforata da ciclismo, una maglia a maniche lunghe, la solita maglia a maniche
corte con grosse tasche sul petto, 2 buff guanti e calze con le dita. Prima di
mettere le calze eseguo la procedura che mi ha indicato la podologa, prima
polvere per asciugare bene i piedi, poi gel di protezione sulle e tra le dita,
serve per non far rimanere umidità. Crema idratante sulle piante e sui talloni.
Siamo pronti? SI!
Azz. Però sono le 3:45
è meglio che ci sbrighiamo. Prendiamo la macchina e impostiamo il navigatore.
Non so come, ma ci fa fare un’altra strada. A due chilometri dal luogo di partenza
Sorpresa?! La strada è chiusa e dobbiamo tornare indietro fino a Leuven per
cambiare strada.
Acceleriamo un po’ e
dei flash mi segnalano che ho preso una multa, iniziamo proprio bene.
Arrivati alla partenza
alle 4:15, sono già partiti da 15 minuti, vediamo in lontananza le luci degli
ultimi. Posiamo le borse e TIM (l’organizzatore) mi chiede se ho preferito
dormire un po’ di più, poi ci accompagna alla partenza.
Iniziamo
corricchiando, la strada è lunga ma non vorremmo essere proprio gli ultimi.
Dopo 4 / 5 chilometri
iniziamo a raggiungere gli ultimi concorrenti che stanno camminando (la faranno tutta
camminando).
Il tracciato è
segnalato bene, dove c’è un bivio ci sono le frecce che ti indicano dove
andare, comunque abbiamo anche il GPS con la traccia.
Arriviamo al primo CP1
(Bierbeek) 19,2km alle 6:41 (2h 30min.). il CP è all’aperto e la temperatura è
vicina agli 0 gradi. In compenso il CP è ben fornito di alimenti e bevande
calde e fredde.
Ci fermiamo poco,
anche perché fa freddo.
Proseguendo da questo
CP attraversiamo prima un paesino e poi ci addentriamo nelle campagne su strade
bianche dove tira un vento frizzante.
Dopo un radar
satellitare entriamo in una foresta e, dopo dei brevi Sali/scendi arriviamo al
CP2 Precot, situato in un campo sportivo 41,9km alle 10:08 (6 ore).
C’è molto da mangiare
in questo CP, ma sempre all’aperto, la struttura al chiuso è dedicata per chi ha dei problemi.
Ripartiamo e subito
incontriamo molto fango, a dire il vero dovendo aggirare il laghetto e il fiume
Dyle ci imbattiamo in un vero e proprio acquitrino, per 6 chilometri fango che
ti arriva al polpaccio e nessuna possibilità di evitarlo.
Arriviamo così al
campo sportivo di Ottenburg dove si trova il CP3 61,3km alle 13:25 (9 ore)..
Anche qui mangiamo voracemente, sembra che sia da settimane che non mangiamo.
Ripartiamo e, dopo 6/7
chilometri, ci troviamo in alcuni campi
dove il sentiero si è trasformato in un fiume di fango. Riusciamo,
scivolando non poco a passare questo tratto.
Ripartiamo sempre nel
fango e in 20 chilometri arriviamo al CP4 di metà percorso Roosemberg (che è
anche il punto di partenza e di arrivo della gara) 81,5km. Sono le 16:54 e
siamo riusciti ad arrivare fino a qui senza dover riaccendere la pila frontale.
Ci fermiamo un’oretta
perché ci sistemiamo per affrontare la seconda parte del percorso di notte.
Mi cambio completamente i vestiti, le scarpe però le tengo, mi sto trovando proprio bene con le Altra, non mi fanno male e stranamente sembrano asciutte dentro.
Metto
il gel tra le dita dei piedi e la crema dalle altre parti. Mangiamo un riso
piccante con carne e peperoni, beviamo una birra, mangio anche un panino col
prosciutto e formaggio.
Quando ripartiamo dal
CP sono le 18. Abbiamo già la pila frontale accesa e ci imbattiamo nella
partenza della 80 miglia walk. Tim (l’organizzatore) ci fa passare e poi dopo
poco da il via.
Anche se è una walk
molti iniziano correndo e ci superano senza problemi (tanti poi li recupereremo
lungo il percorso).
La seconda metà del
percorso è semplicemente lo stesso fatto all’andata solo che al contrario, in
senso antiorario.
Conosciamo già il percorso e sappiamo cosa ci aspetta, solo che col buio diventa più complicato mettere i piedi nei posti giusti.
Al CP5 Ottenburg arriviamo alle 21:24, hanno acceso un
falò per riscaldare i concorrenti.
Il livello di energia è diminuito in modo
evidente in questa seconda parte, anche a causa del buio e della nebbia che
riducevano la visibilità.
Da qui fino al CP7 per me è stata una
sofferenza a causa del sonno, come al solito quando viene buio faccio fatica a
rimanere sveglio; per fare questi 40 km abbiamo impiegato quasi 9 ore.
Grazie alla compagnia di Oriele abbiamo
concluso questa seconda parte con tranquillità, ogni tanto, quando mi
addormentavo camminando, mi richiamava all’ordine e mi faceva destare dal torpore.
Al CP7 (Bierbeek) mi
devo fermare per forza e chiedere per un po‘ gli occhi. Alla fine sto fermo
quasi un’ora con 2 coperte addosso, però mi sono addormentato subito su una
sedia.
Quando ripartiamo sono
le 7:20. Mi sento meglio e soprattutto non ho più sonno. Con passo allegro
andiamo verso l’arrivo e ci impieghiamo meno del previsto, arriviamo alle
10:15.
Quando entriamo nella sala
Roosenberg a Oud-Heverlee siamo accolti da un caloroso applauso da parte dei volontari
e dei corridori ancora presenti.
Saliamo sul palco dove
riceviamo la medaglia da finisher e soprattutto una birra Kerel. Ci offrono
anche un piatto di riso e peperoni con carne o verdure e chiaramente una buona
birra.
Mangiamo e ci laviamo
alla bene meglio in un lavandino, a causa del covid non si possono fare le
docce.
Ora dobbiamo rientrare
in Italia ma per rientrare è obbligatorio fare il tampone. Con l’aiuto di Tim e
sua moglie contattiamo sua sorella che ha una farmacia e così dopo aver
salutato tutti andiamo a farci il tampone.
L’esito è negativo
quindi possiamo rientrare in Italia.
Ogni 2 ore ci diamo il
cambio alla guida così riusciamo anche a riposare. Oriele appena si mette al
posto del passeggero inizia a russare.
Alle 21 circa ci
fermiamo a Berna per magiare qualcosa e sgranchire le gambe.
C’è anche un Burger
King nella piazzola di sosta, ma ci guardiamo bene dal prendere qualcosa, un
panino costa 20 Franchi. Mangiamo quello che è avanzato dal giorno prima, Oriele
un panino col prosciutto e io latte e biscotti.
Arriviamo a casa alle
01.00.
In nessuna frontiera
(Italia, Svizzera, Francia, Lussemburgo, Belgio) ci hanno chiesto e controllato
niente, per fortuna che per entrare in Italia, anche se avevi le 3 dosi, ci
voleva un tampone fatto nelle 48 ore prima…
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Aneddoto:
Un crogiolo di lingue.
Il Belgio ha 3 lingue
ufficiali: Olandese (55%), Francese (36%), Tedesco (2%), e una serie di lingue
non ufficiali: Vallone, Piccardo, Champenois, Lorenese, Yiddish. La maggior
parte degli abitanti ha come seconda lingue l’Inglese.
Io non so parlare nessuna
lingua, ma le mie varie esperienze in giro per il mondo mi hanno permesso di
essere abbastanza disinvolto nell’affrontare le diverse situazioni che si
possono incontrare. Riesco, guardando in faccia la persona che mi sta parlando
e vedendo come gesticola o si esprime, di capire il senso di quello che mi sta
chiedendo.
Ad esempio, mentre
eravamo su una strada ci affianca una macchina e il conducente ci chiede “Welke
race heb je?” E io gli rispondo “it's a one hundred and sixty kilometer
race”. Oriele mi guarda sbigottito e mi chiede come ho fatto a capire che mi
stava chiedendo quanto fosse lunga la corsa; sinceramente non lo so, mi
sembrava così naturale …
Oriele, quando
incontravamo qualcuno sui sentieri che ci salutava, gli rispondeva con le
stesse parole anche se non sapeva di cosa si trattava. Speriamo non siano state
parolacce.