giovedì 28 novembre 2019

MegaRace 2020

MegaRace2020

"Non c'è più gara su un sentiero segnato su questo pianeta"
Eseguiremo 1.001 k senza sosta, una distanza immutabile davvero assoluta.

Registrazione e controllo del kit: sabato 12 settembre 2020, dalle 9 alle 14 (Zwiesel)
Riassunto della gara: sabato 12 settembre 2020, 16:00 (Zwiesel)
Pasta Party pre-gara: sabato 12 dicembre 18:00 (Zwiesel)
Inizio: domenica 13 settembre 2020, 9:00 (Mauth)
Termine di chiusura: sabato 26 settembre 2020 a mezzanotte
Cerimonia del finisher: domenica 27 settembre dalle 10 a mezzogiorno (Gütenland)
Limite di tempo: 327 ore / 13 giorni + 15 ore (3,06 km / h)
Chilometri giornalieri medi: 74,2
Percorso: Goldsteig - sentiero segnalato
Luogo dell'incontro: Zwiesel, Germania (Registrazione / Breve / Pasta Party)
Servizio navetta: da Zwiesel a Mauth, domenica 13 settembre 2020, alle 7.30
Luogo di partenza: Mauth, Germania
Posizione di arrivo: Gütenland, Neunburg v. D. Wald, Germania
Paesi che stai attraversando: Germania - Repubblica Ceca - Austria

Con l'iscrizione alla gara otterrai i servizi completi nelle seguenti Aidstations & Lifebases:

Stazioni di aiuto: 10
Le stazioni di soccorso possono essere utilizzate fino a 6 ore, i corridori troveranno: cibi caldi e freddi / bevande calde e fredde, snack, doccia / WC, assistenza medica, luogo per riposare / dormire con tappetino / sacco a pelo. Le stazioni di aiuto si trovano in palazzetti dello sport, tende o case vacanza

Base live: 6
Le basi di salvataggio forniranno gli stessi servizi delle stazioni di aiuto, ma possono essere utilizzate fino a 12 ore. Le basi di salvataggio sono anche Dropbagstation. Ogni corridore ha due dropbag che verranno trasportati da Lifebase a Lifebase. Tutte le basi di salvataggio sono nelle case: hotel o qualcosa di simile: niente tappetini / sacchi a pelo - Saranno disponibili letti con coperte


Ottieni inoltre:
Camicia evento, badge, mappa panoramica (si prega di ordinare gratuitamente il pacchetto del partecipante in "THE MEGARACE SHOP" dopo aver effettuato il primo pagamento)
Giacca finisher, softshell con ricamo di alta qualità
Medaglia e certificato
Pasta Party pre gara
Cerimonia del finitore
Navetta da "Luogo d'incontro - ZWIESEL" a "Luogo d'inizio - MAUTH"
Trasporto da Finish alla prossima stazione ferroviaria, solo domenica 27 settembre pomeriggio (da mezzogiorno alle 16:00)
Pernottamento a Gütenland dopo aver completato la gara (ultimo soggiorno da sabato 26 settembre a domenica 27 settembre)
Livetracking GPS
Download di mappe e GPS
13 giorni di assistenza in gara
Dropbag Service e 2 enormi dropbag per riporre l'attrezzatura
Trasporto di bagagli fino al luogo di arrivo
Evento di formazione di Ultratrail: invito a COBRA XT (COsta BRAva eXTrem)
situato in Spagna: Start / Finish Gerona, 140k trail Camí de Ronda
Sconto del 30% (non un articolo "vendita")

su eventuali acquisti presso il nostro negozio meldelaeufer (www.meldelaeufer.de) e sui biglietti di avviamento personali usati (Joker Trail / Hexenstieg Ultra / Moselsteig Ultra), validi dal 2018 al 2020 (inizio gara)

Equipaggi: ammessi

Commissione di partenza:
1.090 € (prenotazione anticipata al 31 gennaio 2019)
1.190 € (prenotazione normale da febbraio 2019 a luglio 2019)
1.290 € (prenotazione in ritardo da luglio 2019 a ottobre 2019)
1.390 € (ultima possibilità da ottobre 2019 a dicembre 2019)


Al momento della registrazione devi pagare:
490 € (al 31 gennaio)
590 € (dal 1 febbraio 2019 a luglio 2019)
690 € (da agosto 2019 a ottobre 2019)
790 € (da novembre 2019 a dicembre 2019) come deposito non rimborsabile.

Il secondo pagamento della tassa di partenza è in ogni caso di 600 € per tutti i prezzi e deve essere pagato entro marzo 2020

La registrazione si apre: 01.12.2018
La registrazione si chiude: 31.12.2019
Al momento abbiamo in programma un massimo di 101 antipasti.


Vai per i tuoi sogni e segui la tua passione!
C'è solo una possibilità per percorrere questa distanza epica: nel settembre 2020



REGOLAMENTO

Tutti i partecipanti si rispettano e si comportano in modo civile.

Tutte le stazioni del bagaglio a mano sono anche punti di controllo. Ogni corridore deve accedere a questi punti negli elenchi designati.
Ogni partecipante si assicura che sia sempre raggiungibile sul proprio telefono cellulare.
Durante l'intero corso i partecipanti devono rimanere sulle tracce contrassegnate.
Non è consentito abbreviare sezioni del percorso o abbandonare la gara senza preventiva informazione al direttore di gara e al suo staff.
Vegetazione e natura devono essere trattate in modo rispettoso. È vietata la caccia o l'alimentazione degli animali lungo il percorso. Lo stesso vale per la raccolta di piante o fiori.
I rifiuti e il cibo lasciato devono essere smaltiti dai partecipanti nei villaggi e nelle città in appositi recipienti.
Doping o assunzione di farmaci per migliorare le prestazioni non sono ammessi.
È consentito utilizzare i pali.
Durante la gara è permesso dormire durante la notte all'aperto nella natura. Non è consentito campeggiare installando una tenda.
Durante la gara, ogni partecipante deve sempre portare l'equipaggiamento obbligatorio.
Infrangere le regole può portare alla punizione o alla squalifica. Questo sarà deciso dal direttore di gara e dal suo staff.

Attrezzatura obbligatoria
1 cappello
1 buff o sciarpa
1 camicia a maniche lunghe
1 pile o prima-loft (pullover o giacca)
1 pantaloni a gamba lunga
1 giacca resistente alla pioggia (resistente all'acqua e al vento - impermeabile 20.000)
1 paio di guanti
1 paio di calzini
1 zaino
Bottiglie per 2 litri di liquidi
Kit di emergenza con almeno una benda sterile, nastro adesivo, benda di stabilizzazione
Sacco a pelo di emergenza (almeno un foglio di alluminio)
Dispositivo GPS
1 set di batterie di ricambio per il dispositivo GPS
Cellulare
Caricabatterie per telefono cellulare
2 lampade frontali incluse batterie di ricambio
Identificazione e prova dell'assicurazione sanitaria
alcuni contanti (in Euro)

Partecipazione
I partecipanti devono considerare che durante la gara ci saranno situazioni difficili e talvolta estreme da padroneggiare. Il tempo, la natura, la tensione fisica e mentale, la fatica e l'esaurimento sono alcune delle principali sfide che devono essere affrontate. Inoltre, devono essere considerati la ricerca di percorsi e il supporto indipendente.

Ogni partecipante è responsabile per se stesso in ogni momento. In ogni momento ogni corridore deve determinare da solo se e come continuare la gara. Il direttore di gara e il suo equipaggio raccomandano esplicitamente a ciascun partecipante di ottenere anticipatamente l'assicurazione per il salvataggio di emergenza.

Tempi di interruzione
Ogni corridore deve lasciare Lifebase (LB) al più tardi dopo il tempo specificato.
LB 1 ---- km 130 ---- DOMAZLICE ---- 30 h (4,33 km / h)
LB 2 ---- km 335 ---- MAK ---- 84 h (4,00 km / h)
LB 3 ---- km 495 ---- GÜTENLAND --- 130 h (3,80 km / h)
LB 4 ---- km 597 ---- SEEBACH ---- 166 h (3,60 km / h)
LB 5 ---- km 775 ---- PASSAU ---- 228 h (3,40 km / h)
LB 6 ---- km 878 ---- INGHILTERRA ---- 275 h (3,20 km / h)

Il traguardo deve essere raggiunto dopo 327 ore (3,06 km / h)


Racers
001. MOHD PUZI BIN DOLAH   --- maschio --- 19.02.1966 --- Malesia ---- Deposito pagato
002. STEPHAN BIRD --- maschio --- 01.03.1958 --- Germania ---- Deposito pagato
003. MICHAEL SCHIFFER --- maschio --- --- --- 21.12.1977 Germania deposito pagato
004 THOMAS PEYO --- --- maschio 28/05/1973 --- --- Germania deposito pagato
005. TADEUSZ Podraza --- maschio --- 03.02.1980 --- Polonia --- Deposito pagato
006. HANS JÜRGEN EGLER --- maschio --- 03.08.1966 --- Germania --- Deposito pagato
007. ALEXANDER MEYER --- maschio --- 08.09.1976 --- Germania --- Cauzione pagata
008. JOAN TRABAL ROMA--- --- maschio 28/04/1972 --- --- Spagna deposito pagato
009 MARTIN LEIMBACH --- maschio --- --- --- 1983/12/02 Germania deposito pagato
010. WOLFGANG K. - HÜLS BECK - - maschio --- 11.02.1958 --- Germania --- Deposito pagato
011. KIM RASMUSSEN --- maschio --- 17.04.1967 --- Danimarca --- Deposito pagato
012. GÜNTHER MAYER --- maschio - - 1971/03/01 --- --- Austria deposito pagato
013. MARTIN HOLLERGSCHWANDNER --- --- maschio 23/02/1958 --- --- Austria deposito pagato
014. JIMMY ARVIDSEN --- --- maschio 7/4. 1971 ---- Danimarca --- Deposito pagato
015. SIMON GFELLER--- maschio --- 14.11.1971 --- Svizzera --- Deposito pagato
016. JONAS DAVIDSSON --- maschio --- 30.04.1970 --- Svezia --- Deposito pagato
017. MATTHIAS SCHRAMM --- maschio --- 13.07.1986 --- Germania --- Deposito pagato
018. FERNANDO FERNANDEZ BLANCO - maschio --- 26.03.1972 --- Spagna --- Deposito pagato
019. ANDRAS SZENDRODI --- maschio --- 13.03 .1964 --- Ungheria --- Cauzione pagata
020. JACEK KAMINSKI --- maschio --- 27.12.1983 --- Polonia --- Cauzione pagata
021. VARI GABOR --- maschio --- 03.04.1984 - - Ungheria --- Deposito pagato
022. DANI RODRÍGUEZ RAMELLS--- maschio --- 01.11.1981 --- Spagna --- Deposito pagato
023. MIKKEL KIAER ---- maschio --- 27.03.1974 --- Danimarca --- Deposito pagato
024. PETER MITTERMEIER --- maschio --- 10.01.1957 --- Germania --- Deposito pagato
025. JOSE SANCHEZ-CERVI ---- maschio --- 01.05.1970 --- Spagna --- Deposito pagato
026. ADRIAN TOMA --- maschio --- 13.03.1971 --- Romania --- Deposito pagato
027. ATTILA LIPNICZKY --- maschio --- 15.08.1969 --- Ungheria --- Deposito pagato
028. KOICHI TAKEISHI --- maschio --- 23.04 .1963 --- Giappone --- Deposito pagato
029. CHRISTINE SEIDEL--- femmina --- 11.03.1963 --- Germania --- Deposito pagato
030. MICHAEL LEISSNER --- maschio --- 27.12.1981 --- Germania --- Deposito pagato
031. STEPHEN BROWN --- maschio --- 17.01.1971 --- Regno Unito --- Deposito pagato
032. KEVIN OTTO --- maschio --- 09.03.1955 --- Regno Unito --- Deposito pagato
033. IONEL CRISTIAN MANOLE --- maschio - - 1988/08/05 --- --- Romania deposito pagato
034. LLORENC REIXACH CRUZ --- --- --- maschio 1967/12/03 Spagna --- deposito pagato
035. MARIUS VAN ZYL --- --- maschio 07.09.1975 --- Sudafrica --- Cauzione pagata
036. SACHIKO TOKORO--- femmina --- 18.10.1987 --- Giappone --- Deposito pagato
037. LEIF ABRAHAMSEN --- maschio --- 18.06.1969 --- Norvegia - Deposito pagato
038. SUKHEE PARK --- maschio - - 13/08/1966 --- Repubblica di Corea --- deposito pagato
039. JORGE Serrazina --- --- maschio 15/04/1956 --- --- Portogallo deposito pagato
040. BENOIT ROTHAN --- --- maschio 17:09 .1982 --- Francia --- Deposito pagato
041. TONNY BAGER --- maschio --- 10.03.1975 --- Danimarca --- Deposito pagato
042. ROBERT KOVACS --- maschio --- 14.01.1975 - - Ungheria --- Deposito pagato
043. STEVE EVANS --- maschio --- 25.08.1968 --- Regno Unito --- Deposito pagato
044. THOMAS LEGRAIN --- maschio --- 07.02.1972 --- Francia --- Deposito pagato
045. BO LARSSON --- maschio --- 20.10.1982 --- Danimarca --- Deposito pagato
046. KIAN HWEE LEE --- maschio --- 19.09.1974 --- Malaysia --- Deposito pagato
047. ORIOL BORRAS CAJIGOS --- maschio --- 17.09.1973 --- Spagna --- Deposito pagato
048. FLORIAN SCHNEIDER - - maschio --- 05.02.1976 --- Germania --- Deposito pagato
049. NG SEOW KONG --- maschio --- 11.10.1961 --- Malesia --- Deposito pagato
050. ANNA ÖRSI --- femmina - 30.08.1985 --- Ungheria --- Deposito pagato
051. DUNCAN BUCHANAN--- maschio --- 06.06.1970 --- Regno Unito --- Deposito pagato
052. MICHAEL VORWERG --- maschio - 08.05.1957 --- Germania --- Deposito pagato
053. TOM STEPHAN JENSEN --- maschio --- 13.04.1978 --- Norvegia --- Deposito pagato
054. JOAO OIVEIRA --- maschio - xx.xx.xxxx --- Portogallo --- Deposito pagato
055. ONG SOON SENG --- maschio - 16.01. 1977 --- Malesia --- Deposito pagato
056. SIAWHUA LIM --- femmina - 01.05.1974 --- Malesia --- Deposito pagato
057. 
058. OYNN BYGSTAD --- femmina - 28.05.1984 --- Norvegia - - Deposito pagato
059. FRANK WAGNER--- maschio - 1970/07/14 --- --- Germania deposito pagato
060. TAY KIAN MONG --- maschio - 1974/01/10 --- --- Singapore deposito pagato
061. ROBERTO ROVELLI --- maschio - 11.1. 1964 --- Italia --- Deposito pagato
062. DEVRIM GULECOGLU --- maschio - 22.02.1967 --- Turchia --- Deposito pagato
063. JOHAN GULDBJORNSEN --- maschio - 26.09.1980 --- Norvegia --- Cauzione pagata
064. MAKOTO NOGUCHI --- maschio --- 02.06.1972 --- Giappone --- Cauzione pagata
065. THURE TORNBO BAASTRUP --- maschio - 23.10.1980 --- Danimarca --- Cauzione pagata
066. MATTHIAS HEINLE --- maschio --- 08.07.1978 --- Germania --- Deposito pagato
067. DANIEL DE MELO --- maschio --- 24.02.1964 --- Francia --- Deposito pagato
068. EDGAR KOSTER --- maschio --- 26.09.1975 --- Paesi Bassi --- Deposito pagato
069. STEVAN PAVLOVIC --- --- maschio 27/01/1970 --- --- Francia deposito pagato
070. NORBERT FASEL --- --- maschio 1965/08/01 --- --- Germania deposito pagato
071. BRIGITTE Daxelhoffer --- femmina --- 16.05.1978 --- Svizzera --- Deposito pagato
072. SRECKO GOMILSAK --- maschio --- 12.01.1969 --- Slovenia --- Deposito pagato
073. FERENC TOTH --- maschio --- 29.06.1961 --- Ungheria --- Deposito pagato
074. ELISABETH DE VRIES--- femmina --- 30.03.1969 --- Paesi Bassi --- Deposito pagato
075. KAI EICHLER --- maschio --- 25.10.1972 --- Germania --- Deposito pagato
076. DANIEL RASTELLI --- maschio --- 29/11/1964 --- --- Argentinia deposito pagato
077. ANDREAS MICHALITZ --- --- maschio 1968/11/07 --- --- Austria deposito pagato
078. ANDREA AMORE --- --- femminile 7.8 0,1965 --- --- Norvegia deposito pagato
079. MARIANNE Grøstad Nesje --- --- femminile 22/02/1964 --- --- Norvegia deposito pagato
080 MARIAN SCRIPNIC --- --- maschio 1976/06/19 - - Romania --- Deposito pagato
081. VICTOR MOT--- maschio --- 12.07.1970 --- Romania --- Deposito pagato
082. CHRISTIAN RITELLA --- maschio --- 30.07.1972 --- Svezia --- Deposito pagato
083. MARCO JAEGGI --- maschio --- 27.12.1975 --- Svizzera --- Deposito pagato
084. NICLAS GÄLLENTOFT --- maschio --- 04.04.1972 --- Svezia --- Deposito pagato
085. TANABE SHUNSUKE --- maschio --- 25.03 .1976 --- Giappone --- Deposito pagato
086. MAGNUS SELLBERG --- maschio --- 08.05.2005 --- Svezia --- Deposito pagato
087. CRISTER LÖFGREN --- maschio --- 28.08.1970 - - Svezia --- Deposito pagato
088. DAVOR BENDIN --- maschio --- 07.05.1971 --- Germania --- Deposito pagato
089. YEO JOON KIAT --- maschio --- 19.05.1973 --- Singapore --- Deposito pagato
090. RADEK PLESNÍK --- maschio --- 27.04.1994 --- Repubblica Ceca --- Deposito e 2o pagamento
091. PAVEL FEXA --- maschio --- 23.11.1982 --- Repubblica Ceca --- Deposito pagato
092. MOURA JEMP --- maschio --- 06.07.1976 --- Lussemburgo --- Deposito pagato
093. THOMAS WIECZOREK --- maschio --- 22.10.1987 --- Polonia --- Deposito accettato
094. HEIKO SAAGE --- maschio --- 12.04.1976 --- Germania --- Deposito pagato
095. LUCONG GENG --- Uomo --- 08.05.1969 --- Cina --- Deposito pagato
096. XIANHUI YU--- femmina --- 20.04.1969 --- Cina --- deposito pagato
097. FABIEN EYMARD --- maschio --- 14.07.1979 --- Francia --- deposito pagato
098. MAGDALENA PASCHKE --- femmina --- 11.05.1974 --- Germania --- Deposito pagato
099. JULIEN GEOFFROY --- maschio --- 02.04.1978 --- Francia --- Deposito pagato
100. HENDRA WIJAYA --- maschio --- 26.11 .1966 --- Indonesia --- Deposito pagato
101. NO NOME ANCORA --- femmina --- xx.xx.xxxx --- anonymus --- Deposito pagato

mercoledì 27 novembre 2019

Padre Armando CARPENEDO - attirerò tutti a me

Il Vangelo di domenica scorsa, l'ultima dell’anno liturgico, ci ha ricordato il momento solenne di Gesù elevato in croce: “Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Infatti la croce è il suo trono, il luogo della sua battaglia personale, dove lui ci ha guadagnato la vittoria. Normalmente quando guardiamo un re vittorioso lo vediamo nel campo di battaglia circondato dai cadaveri dei suoi nemici o nel suo palazzo applaudito dai suoi sudditi. Qui invece abbiamo un uomo apparentemente sconfitto appeso da una croce, coronato di spine e affiancato da due ladroni. Ma che tipo di re è questo? Che cosa fa di lui un re? Da cosa può salvarci un re simile?
Per rispondere a queste domande dobbiamo guardare da vicino la scena che ci presenta il Vangelo. Prima di tutto ci rendiamo conto che i termini Re e Messia sono pronunciati dai suoi nemici in frasi beffarde e provocatorie: “Se tu sei il Re dei Giudei salva te stesso” dicono i farisei e i sommi sacerdoti. “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi”, richiama uno dei ladroni.
In questa situazione di chiara sconfitta umana, Gesù compie un gesto veramente regale assicurando al malfattore pentito che glielo chiede, l’ingresso al suo Regno, al Regno del Padre: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, e Gesù gli risponde: “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso”. Ma chi può fare una promessa di questo genere? Chi può trasmettere una speranza di un regno che non è di questo mondo? Questo Re è un Re molto speciale perché il suo regno non è di questo mondo come dirà a Pilato. Lui è un Re che è allo stesso tempo Dio.
Gesù, ricordati di me!, una preghiera che tutti noi, seguaci di Cristo, dobbiamo ripetere sempre. Questo Re crocifisso è il nostro Re, un Re che muore sulla croce, sì, ma un Re che risorgerà dal regno dei morti trionfatore sul peccato e sulla morte donandoci una nuova natura, cancellando i nostri peccati, convertendosi per noi, egli stesso nella sua persona in Risurrezione e Vita. Così al titolo di Re dobbiamo aggiungere quello di Redentore, quello di avvocato presso il Padre e di eterno e unico Sacerdote che si offre ogni giorno per noi nel sacramento dell’Eucarestia e intercede per la nostra personale ed universale salvezza.
La festa di Cristo Re ci ricorda che l’essere umano non potrà mai essere emancipato: o appartiene al mondo del peccato o appartiene a Gesù. Se apparteniamo al peccato saremo schiavi, se invece apparteniamo a Gesù, troveremo la nostra vera libertà di figli.
Cristo, nostro Re, venga il tuo Regno!
PREPARIAMOCI AD INIZIARE L'AVVENTO CON GIOIA ANDANDO INCONTRO A CRISTO

sabato 23 novembre 2019

padre armando CARPENEDO - rapporto nel matrimonio

Solo apparentemente la questione sollevata dai sadducei è una questione sul matrimonio. In realtà in discussione è la vita eterna e il rapporto della vita attuale, con le sue scelte e con le sue relazioni, alla vita eterna. I sadducei pensano che la credenza nella vita eterna, che essi non condividono, sia pensare a una replica all'infinito della vita attuale. Non sanno che lo "spazio" e il "tempo" dell'eternità è la vita in Dio e con Dio. In questa chiave, il matrimonio nella vita eterna né viene eliminato né viene ripetuto tale quale, ma viene trasfigurato. I due che pensavano di essere il compimento l'uno dell'altro, si riconoscono e si scoprono senza veli co-pellegrini verso il volto di Dio. Allora il loro rapporto non finisce, ma trova il suo pieno orientamento. Il discorso dei sadducei non era primariamente sul matrimonio, ma, senza volerlo, ci fanno pensare al senso delle nostre scelte vocazionale. La tua scelta vocazionale è l'orientamento storico della tua eternità. Così, se la tua chiamata è nel matrimonio, nel matrimonio non è in gioco solo la tua felicità, è in gioco la tua eternità.

Riflettiamo, seriamente sul valore del Matrimonio. Per noi oggi la pensiamo come i Sadducei? Oppure: Ciò che Dio ha unuto l'uomo non separi!

mercoledì 20 novembre 2019

Emanuele Rimoldi - Elogio della pigrizia

Elogio della pigrizia
20 Novembre 2019

Leggi qui l’articolo integrale (a pag. 37)

Elogio della pigrizia di Jacques Leclercq è il testo scelto da fra Emanuele Rimoli per la rubrica “Il tesoro dello scriba” di San Bonaventura informa.

«Basterebbe già solo una vignetta di Garfield a giustificare il titolo di questo mese, o sapere che il libretto in questione mi è stato regalato proprio da chi sa che chi scrive è grande ammiratore – nella teoria e nella prassi – del gatto più pigro dei fumetti.

In verità a guidare la scelta del titolo è il mood autunnale, con quella percezione che tutto vada rallentando: l’incipiente e inevitabile cadere delle foglie, la agrodolce malinconia con cui si guardano le venature di colori, fino alla contemplazione di vere e proprie fiamme – il giallo, l’arancio, il rosso si accendono e ridipingono il paesaggio, “il sentiero è dorato, rosso è il sentiero” (Varujan).

Questa fiamma di scarse quaranta piccole pagine, è il discorso pronunciato dal teologo e sociologo belga Jacques Leclercq alla seduta pubblica della Libera Accademia del Belgio il 17 novembre 1936, in segno di ringraziamento per esser stato annoverato tra i suoi membri.

Il tono è arguto, saggio e ironico – “mi scuso del mio illogismo. Poiché il miglior elogio della pigrizia sarebbe stato quello dell’esempio, con un telegramma di scuse che mi dispensasse da ogni lavoro. Scrivere questo discorso…per cantare la dolcezza e la virtù dell’indolenza, mi sembra proprio una contraddizione”.

Ma l’ironia è il colore con cui si sviluppa un’attenta riflessione, “senza dubbio il nostro secolo è il primo in cui…l’elogio della pigrizia sia di stagione. Il nostro secolo si fa vanto d’essere quello della vita intensa…il segno del nostro secolo è la corsa”». (E.R.)

Cardinale Robert Sarah

UN UOMO IN GINOCCHIO SCUOTE SATANA

<<Colui che prega si salva, colui che non prega è dannato>>, ha detto Sant'Alfonso. Una Chiesa che non porta la preghiera come bene più prezioso corre verso la perdita di sé stessa.
Se non riprendiamo il senso delle veglie lunghe e pazienti con il Signore, lo tradiremo.
Gli Apostoli lo fecero: crediamo noi stessi di essere migliori di loro?
Non si tratta di moltiplicare le parole.
Si tratta di fare silenzio e di adorare.
Si tratta di inginocchiarsi.
Vi dico senza esitazione: “Volete elevare la Chiesa? Allora inginocchiatevi!”
L'uomo non è grande e raggiunge la sua nobiltà più alta solo quando si inginocchia davanti a Dio.
L'uomo alto è umile e l'uomo umile è in ginocchio!
Un uomo in ginocchio è più potente del mondo! È un baluardo inespugnabile contro l'ateismo, il pensiero dominante e la follia degli uomini.
Un uomo in ginocchio scuote l’orgoglio di Satana!

(Cardinale Robert Sarah)

padre Armando CARPENEDO - talenti

Talenti prego la Parola

20.11.19

I Padri sono noti per le loro interpretazioni geniali del testo sacro e, a proposito di questo vangelo, abbiamo alcune letture suggestive. Agostino interpreta i dieci talenti come l'osservazione dei dieci comandamenti, mentre Ambrogio interpreta le cinque monete come il servire Dio con i cinque sensi, esercitando i doni della natura. Per dirla breve, entrambi i servi buoni hanno usato ciò che avevano a disposizione per amare Dio ed entrare in relazione con lui. Chi attraverso la rivelazione soprannaturale e chi con i doni naturali. Soltanto il servo malvagio ha coperto il suo talento con un fazzoletto, soffocandolo, vanificandolo. Non importa quanti doni abbiamo, importa riconoscerli e metterli a frutto.
Confrontiamoci con la La Parola del Signore di oggi. Buona giornata a tutti.

martedì 19 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO

Ho letto su Avvenire che in questi giorni si sta svolgendo vicino a Roma un bellissimo evento organizzato dall’Azione Cattolica dal titolo "A cuore scalzo" in cui oltre duecento giovani potranno confrontarsi con alcuni esperti chiamati a rispondere alle loro domande in materia di affettività e sessualità.
Conoscendo alcuni dei reratori, possiamo dire con certezza che sarà una preziosa possibilità di dialogo e crescita. Ecco qui alcune delle domande poste dai giovani:
Perché noi giovani credenti siamo costretti a scegliere tra l’essere casti o l’essere superficiali?
Per avere un rapporto matrimoniale è necessario dover aspettare e perché?
Come gestire gli eventuali sensi di colpa legati alle nostre pulsioni?
Si tratta certamente di domande che nascondo una sete di verità e di senso, questioni su cui anche io ricordo di essermi ‘scontrato’ molte volte durante i miei vent’anni. Allora mi sono chiesto: cosa può dire la teologia del corpo a questi giovani cuori assetati? Cosa la teologia del corpo ha detto a me su questi punti?

Leggendo le domande, subito mi è venuto in mente il dialogo di Gesù con i farisei sul divorzio (Mt.19 1-9), in cui i questi ultimi chiedono a Gesù se sia lecito ripudiare la propria moglie, ovvero divorziare per un motivo qualsiasi. Probabilmente vi chiederete cosa c’entra il tema del divorzio con gli interrogativi dei giovani di AC che desiderano amare nella verità.
Forse nulla, ma a giudicare dalla risposta che Cristo dà ai farisei, penso che si possa trovare molto più di una connessione. Infatti, benché la domanda dei farisei appaia molto specifica e si collochi su un piano legale, Gesù non risponde rimanendo su un piano normativo (si può fare o non si può fare) ma cambia livello e va alla radice profonda della domanda, sviluppandola in ampiezza e profondità.
Se c’è un divorzio infatti, significa che siamo di fronte ad un amore ferito, ad una relazione che sanguina, per cui benché i farisei chiedano precisamente: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?» Gesù comprende che la vera domanda è un’altra: Che cos’è l’amore? Cosa significa amare?
Non è forse questo l’interrogativo fondamentale che possiamo individuare anche alla radice delle domande poste dai giovani di AC?
Non è forse questo l’interrogativo fondamentale che possiamo individuare anche alla radice di tante nostre quotidiane domande sul senso della vita, sull’amore, sul maschile e sul femminile?
Ecco allora che la risposta che Cristo dà ai farisei acquista un peso specifico enorme anche per noi: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».
È come se Gesù ci stesse dicendo che se vogliamo veramente comprendere il mistero profondo dell’amore, è necessario tornare al Principio, al progetto che Dio aveva quando ha creato l’essere umano come maschio e femmina e infatti cita entrambi i racconti della creazione di Genesi.
L’amore, d’altra parte, è un fenomeno tipicamente umano, pertanto per penetrarne il mistero occorre scoprire chi sono veramente l’uomo e la donna. Il problema allora non è quale regola devo seguire, né quale beneficio ho nel seguirla, il problema vero è “chi sono io?” “Qual à la mia verità?”.
Così San Giovanni Paolo II inizia a delineare la sua teologia del corpo, per condurci a scoprire come il nostro corpo sia chiamato a rivelare e a partecipare della bellezza di Dio, e questo non ‘nonostante’ la sessualità, bensì proprio attraverso di essa.
Credo quindi che un primo elemento chiave che la teologia del corpo può offrire a questi cuori assetati sia questo: il come devo vivere deriva dal chi io sono!

Se però uno prosegue con la narrazione di Matteo 19 si accorge immediatamente di come il messaggio di Cristo noi sia poi così immediato, infatti i farisei gli obiettano: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?» 
Allora Gesù va al nocciolo del problema: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così».
Queste parole ci rivelano che il “chi io sono” deve però fare i conti con un cuore che si è come atrofizzato.
Cristo si riferisce agli effetti del peccato originale che nella storia ci rendono inclini al male, ci rendono preoccupati per noi stessi, incapaci di fare della nostra vita un dono autentico. Piaccia o non piaccia, c’è qualcosa di rotto in ciascuno di noi, siamo portatori di una ferita.

Ma Gesù non parla di questa ferita (durezza di cuore) per demolirci, bensì per fare verità: in principio non fu così, il cuore indurito non è la nostra verità!
Noi oggi diamo ormai per scontato che l’amore possa finire, che si possa provare, che avvengano divisioni, tradimenti, incomprensioni e quant’altro... Noi pensiamo ormai sia lecito sperimentare un po’ tutto in campo affettivo... Ma Gesù richiama la nostra verità: in principio non fu così!
Cristo grida al nostro cuore di non lasciarci condizionare dai nostri fallimenti, dai nostri errori, dai nostri ragionamenti inquinati dal peccato, non sono quelli la nostra verità.

Cristo nel suo corpo di uomo, ha preso su di sé tutta l’umana debolezza per unirci a sé e restituirci una vita di libertà, una vita capace di farsi dono. Tutto questo è avvenuto nel nostro battesimo, ma tante volte ne siamo ignari, nessuno ci ha mai dischiuso le porte del mistero di cui siamo divenuti partecipi.
Noi tante volte facciamo corsi, accumuliamo nozioni su come vivere cristianamente la sessualità, ma spesso scordiamo che non basta aver capito cosa è giusto fare per amare nella verità. Per entrare nell’amore occorre aprirsi alla redenzione che Cristo ci ha portato e lasciare che sia lui a guarire il nostro cuore incartato.
Ecco allora un secondo elemento chiave che la teologia del corpo può offrire a questi cuori assetati: il chi io sono lo posso scoprire solo nell’amore di Cristo. Solo Cristo infatti ci conosce veramente, lui ha redento l’uomo intero, corpo e sessualità inclusi. Lui ci ha già redento, ma aprire il nostro cuore alla sua guarigione è un cammino quotidiano, nella concretezza della vita.

padre Armando CARPENEDO - Zaccheo, scendi subito

Zaccheo, scendi subito 

Pensava che la vita e il suo senso fossero cose che si possono accumulare, anzi, strappare. Ma l'esperienza gli ha mostrato che la tasca non è connessa al cuore. Pensava di poter trovare la pienezza arrampicandosi per curiosare e vederla. Ma non era così. Ha trovato il senso e la pienezza che cercava quando si è visto guardato, visto, riconosciuto e chiamato. Per nome: Zaccheo, scendi e scendi subito. Anche tu, scendi. La tua vita non è nell'accumulo di cose o di curiosità. La tua vita è quando riconosci che la Vita stessa vuole entrare nella tua vita, nei tuoi luoghi, sedersi alla tua mensa, mangiare il tuo pane e diventare Pane per te.

(Lc 19,1-10)

lunedì 18 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - abbi pietà di me!

"Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!"
Facciamo attenzione, è all'approssimarsi di Gesù a Gerico che il cieco riacquista la vista. Gerico significa "luna" e nella Sacra Scrittura la luna è simbolo della carne destinata a scomparire; a un certo punto del mese ella decresce, e simbolizza il declino della nostra condizione umana destinata alla morte. Dunque, avvicinandosi a Gerico il nostro Creatore ridà la vista al cieco. Facendosi nostro prossimo nella carne, egli ne ha ripreso la sua mortalità ed ha reso al genere umano la luce che avevamo perduta. E' proprio perché Dio prende la nostra natura che l'uomo accede alla condizione divina.
Ed è molto giustamente che l'umanità è rappresentata da questo cieco, seduto lungo la strada e mendicante, poiché la Verità dice di se stessa: "Io sono la via" (Gv 14,6). Chi non conosce lo splendore della luce eterna è veramente un cieco, ma se inizia a credere al Redentore, allora è " seduto lungo la strada". Se, pur credendo in lui, non implora il dono della luce eterna, se rifiuta di pregarlo, resta un cieco lungo la strada; non si fa richiedente. (...) Ogni uomo che riconosce le tenebre che fanno di lui un cieco, ogni uomo che comprende che gli manca la luce eterna, gridi dal fondo del cuore, gridi con tutta l'anima: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!"

padre Armando CARPENEDO - Che cosa vuoi che io faccia per te?

Mi chiedo: Se Gesù mi ponesse come al cieco - così a bruciapelo - la domanda: «Che cosa vuoi che io faccia per te?», saprei dargli una risposta non vaga e non di circostanza? Temo di no. E allora l'altra domanda che si pone è questa: Cosa rendeva il cieco di Gerico tale da essere capace di rispondere a Gesù senza esitazione? Il bisogno? Sicuramente conosceva il proprio bisogno, ma tante persone hanno bisogni che conoscono, ma apre che non basti. Cosa allora? Oserei dire il riconoscere il proprio bisogno. Ovvero la lettura della propria interiorità... E non lo dico senza indizi. Quell'uomo non vedeva fuori, ma dentro sì. Sapeva cosa aveva e non aveva. Sapeva cosa voleva. E sapeva aggrapparsi a quel che voleva, anche quando gli altri remavano contro. Penso che questo cieco abbia tanto da farci vedere, sia nel nostro essere umani sia nel nostro essere “spirituali”, ovvero nel nostro rapporto con Dio. E allora, per vedere un po' meglio, lasciamoci attraversare - ora - dalla domanda di Gesù: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». COSA RISPONDO? Gesù aspetta la risposta.

sabato 16 novembre 2019

- 26 agosto 2010 - Al Meeting di Rimini il Manager italocanadese si confronta con una platea di giovani.

"Ho dovuto abituarmi presto a cambiar casa, abitudini e amici. Avevo 14 anni quando la mia famiglia si è trasferita in Canada e vi confesso apertamente che non è stato facile. Non è mai facile iniziare tutto da capo, in una terra sconosciuta, in una lingua straniera, imparare a gestire la solitudine di alcuni momenti, non è facile lasciare le certezze del tuo mondo abituale per le incertezze di un mondo nuovo. [...] Ma è proprio per questo che viaggiare, cambiare ambiente e conoscere altre culture è uno straordinario modo per crescere e per farlo in fretta. 
Il contatto con un mondo sconosciuto è qualcosa che ti cambia nel profondo, perché ti costringe a contare solo sulle tue forze e a superare i tuoi limiti.
Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che la prima garanzia che dobbiamo conquistarci per poter scegliere è la libertà; essere liberi significa avere la forza di non farsi condizionare, essere liberi vuol dire anche trovare il coraggio di abbandonare i modelli del passato e le vecchie abitudini e dipendenze. Le strade comode e rassicuranti non portano da nessuna parte e di sicuro non aiutano a crescere; fanno solo perdere il senso del viaggio.
Siate come i giardinieri, investite le vostre energie e i vostri talenti in modo tale che qualsiasi cosa fate duri una vita intera o perfino più a lungo".

- 26 agosto 2010 - Al Meeting di Rimini il Manager italocanadese si confronta con una platea di giovani.

padre Armando CARPENEDO - tornerà gioia

Tornerà gioia

Quando il Signore tornerà sulla terra per la sua venuta intermedia alla fine di questa generazione, troverà un’umanità sull’orlo dell’autodistruzione, involuta e triste come nel momento in cui l’investì l’acqua del diluvio ai tempi di Noé. Quando il Signore tornerà sulla terra per la sua venuta intermedia alla fine di questa generazione, troverà un’umanità desolata, violenta, ignorante, come l’umanità presente nella città di Sòdoma nel momento in cui piovve fuoco e zolfo dal cielo ai tempi di Lot. L’umanità può mangiare, vendere, comprare, prendere moglie, prendere marito, piantare, costruire, e dunque sopravvivere per secoli e millenni, anche in totale assenza dell’utilizzo di qualsiasi forma di conoscenza, intelligenza e amore. L’uomo può mangiare, vendere, comprare, prendere moglie, prendere marito, piantare, costruire, senza minimamente evolversi intellettualmente e spiritualmente. Ma alla fine, senza evolversi nella conoscenza, nell’intelligenza e nell’amore, l’umanità entra nell’abisso dell’autodistruzione e viene spazzata via. L’umanità di questa generazione, divisa in vittime e aguzzini, ogni giorno mangia, vende, compra, prende moglie e marito, pianta, costruisce e tutto nella più totale inconsapevolezza, stupidità, ignoranza, superbia, cecità, violenza. L’umanità di questa generazione è sull’orlo dell’abisso che Satana le ha aperto sotto i piedi, perché vive senza conoscenza, intelligenza e amore, completamente sconnessa da se stessa, dissociata dalla vita, separata dalla natura e da Dio, e questo stato di sconnessione le rende impossibile essere felice e nella gioia. L’umanità che non vive nella gioia e non conosce la felicità si estingue, perché la gioia e la felicità sono la sua stessa essenza e sostanza creativa. L’uomo che vive senza gioia si desostanzia inesorabilmente, perché si sconnette dalle vibrazioni della vita e inizia a vibrare delle vibrazioni inferiori e distorte generate da uno stato esistenziale ipoenergetico e ipoinformatico. L’uomo non può vivere a lungo senza gioia, perché la gioia è la vibrazione della vita di Dio. L’uomo senza gioia perde le forze, le motivazioni, si ammala, diventa ambizioso, competitivo, conflittuale, aggressivo, violento.
Quando Gesù è venuto sulla terra duemila anni fa, è venuto a ricordare all’umanità che la gioia è il destino eterno dell’uomo, la dimensione in cui vivrà per sempre, ma, anche e soprattutto, che la gioia è la natura stessa e la dimensione da cui l’umanità proviene. Il cuore di tutto il messaggio di Gesù, le Beatitudini, è che l’uomo può vivere solo nella gioia, che l’uomo è fatto, costituito di gioia, della gioia di Dio.
Gesù in Giovanni 15,11 afferma infatti: vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. La gioia è la sostanza di Dio e l’uomo è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio.   
Amare Dio è la gioia di gustare la novità di una vita sempre NUOVA. PACE a TUTTI.

Dalai Lama - compassione

Quando gli individui sono troppo egocentrici, tendono ad essere inclini alla paura, al sospetto, all'ansia e alla rabbia.  Compassione e trattenersi dal danneggiare gli altri, fungono da antidoto a questo.  Gli scienziati affermano che la natura umana di base è compassionevole, perché siamo animali sociali.


When individuals are too self-centred, they tend to be prone to fear, suspicion, anxiety and anger. Compassion and restraining from harming others, act as an antidote to this. Scientists say that it is basic human nature to be compassionate, because we are social animals.




lunedì 11 novembre 2019

Dalai Lama - Gioia e felicità

La gioia e la felicità sono eventi mentali e, secondo la nostra esperienza quotidiana, la soddisfazione mentale è superiore al piacere fisico.  Abbiamo bisogno di sviluppo materiale, ma è un errore dipendere solo da cose materiali per trovare la felicità.  Dobbiamo anche essere sinceri.

Sono grato..
 Per la mia vita
 Per la mia fede
 Per la mia salute
 Per il mio passato
 Per gli amici che ho
 Per le lezioni che ho imparato
 Per i bei tempi e i cattivi
 Per la mia famiglia che mi circonda
 Per ognuna di queste cose mi hanno reso più forte e per ognuna di queste sono per sempre grato.

padre Armando CARPENEDO - perdono

Perdono

Lo scandalo più terribile che si possa causare sotto il cielo è fare in modo che i piccoli, i semplici della terra non possano più usare la fede per guardare la vita con gli occhi di Dio e vivere felici e in pace.
Il modo sicuro per impedire ai piccoli della terra di vivere con la forza e la luce della fede è costringerli alla miseria, prostrarli nell’indigenza, ferirli nell’anima e violentarli nella dignità così da far scatenare in loro il dubbio di essere prediletti e amati da Dio, fino al punto di spingerli a pensare male di Dio, accendendo inevitabilmente in loro la rabbia, l’ira e il desiderio di rivalsa, sfida e vendetta. E pensare male di Dio è il sistema più efficace per non poter più usare la forza e la luce della fede.
L’unico modo per i piccoli della terra di non perdere la fede e vivere la forza, la luce, l’intelligenza, la potenza incommensurabile della fede, è perdonare, perdonare sempre tutti coloro che, contro di loro, operano con determinazione e risolutezza per costringerli a pensare male di Dio, per incatenarli nella rabbia. Perdonare ogni male ricevuto è l’unico modo per i piccoli della terra per non pensare male di Dio e non perdere così la potenza della fede. Senza fede in se stesso, in Dio e nella vita un uomo è debole e miserabile.

sabato 9 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - otri vuote (Cana) tempio pieno

C'è un tratto particolare della fede cristiana che la rende allo stesso tempo fedele all'eterno e fedele alla storia, che la rende libera verso i luoghi, ma affezionata ad essi. È vero che Dio si può adorare dappertutto, ma è altrettanto vero che se non ci sono luoghi precisi custoditi per il culto, e dove si esercita effettivamente il culto nello spirito e nel corpo, si finisce per adorare da nessuna parte. La pratica della fede ha bisogno di tempi, luoghi e riti, perché l'essere umano ha bisogno di queste cose. Per questo si capisce come mai Gesù, che convinto che bisogna «adorare Dio on spirito e verità», comunque non trascura la sacralità del luogo consacrato all'adorazione. Perché il vero spirituale passa per la carne, anche la pietà si poggia sulla pietra.
 (Gv 2,13-22)
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

venerdì 8 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - i figli di questo mondo

«I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Quanto è vero questo versetto! Ne abbiamo la prova in mille occasioni. Quando vedo, ad esempio, ciò che si fa per vendere un prodotto, magari di dubbia efficienza, suscitando speranze senza fondamento di soddisfazione e di contentezza, e penso a quanto siamo solitamente restii a dire, con lo stesso entusiasmo e la stessa gioia, la verità di quanto il Signore opera nella nostra vita. E quando penso a quanto siamo bravi a trovare la nostra strada nelle cose mondane, poi vedo quanto fatichiamo a trovare la genialità nelle vie dello Spirito. Abbiamo bisogno di essere ammaestrati nelle vie di Dio. Abbiamo bisogno della Spirito di intelligenza che illumini i nostri cuori per essere veramente «figli della Luce».
#pregolaParola
(Lc 16,1-8)
Leggi il Vangelo di oggi. Buona Riflessione.

giovedì 7 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - la folla e il sicomoro

Come nell'episodio di Zaccheo, nella vita di ognuno ci sono cose, persone o abitudini che fanno da “folla”, ovvero da agenti che ostacolano la visione di Gesù. E ci sono poi alcune cose, persone, pratiche che fungono da sicomori. Questi richiedono da noi il discernimento per riconoscerli e il coraggio di “arrampicarci“, per così dire, ovvero di investire noi stessi. Anche se può essere costoso o difficile, ne vale la pena. Perché niente è più bello del sentire il Signore che dice: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
#pregolaParola
(Lc 19,1-10)

mercoledì 6 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - offrirci a lui totalmente

Offrirci a lui totalmente
Com'è possibile che, malgrado tanti incoraggiamenti e tante promesse da parte del Signore, rifiutiamo di offrirci a lui totalmente e senza riserva, di rinunciare a ogni cosa e perfino alla nostra vita, secondo il Vangelo (Lc 14, 26), per amare lui solo, e nient'altro insieme con lui?
Considera quanto è stato fatto per noi: quale gloria ci è stata data, quanti interventi ha predisposto il Signore, in vista della salvezza, dai padri e i profeti, quante promesse, quante esortazioni, quanta compassione da parte del nostro Maestro fin dalle origini! Alla fine, egli ha manifestato la sua indicibile benevolenza nei nostri confronti, venendo ad abitare con noi e morendo sulla croce per convertirci e ricondurci alla vita. E noi, non lasciamo da parte la nostra propria volontà, l'amore del mondo, le nostre predisposizioni e abitudini cattive, mostrando così quanto siamo uomini di poca fede, anzi senza fede alcuna!
Eppure, vedi come, malgrado tutto questo, Dio si mostra pieno di una dolce bontà. Ci protegge e ci cura invisibilmente. Malgrado le nostre colpe, non ci abbandona definitivamente alla malvagità e alle illusioni del mondo; nella sua grande pazienza, ci impedisce di perire e aspetta, da lontano, il momento in cui ci volgeremo verso di lui.
Vangelo di oggi Mercoledì 6 Novembre 2019,

martedì 5 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO- non di solo pane

“Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri”
Il povero non ha fame solo di pane, ha una fame terribile di dignità umana. Tutti noi abbiamo bisogno d’amore e di esistere per qualcun altro. E’ lì che ci sbagliamo, quando scansiamo la gente, l'ignoriamo. Non solo abbiamo negato ai poveri un pezzo di pane, ma, considerandoli niente, abbandonandoli per strada, neghiamo la loro dignità, di essere a pieno titolo figli di Dio. Il mondo oggi è affamato non solo di pane, ma d’amore; ha fame di essere desiderato, amato. La gente ha fame di sentire la presenza di Cristo. In molti paesi si ha tutto in abbondanza, tranne questa presenza, quest’amore.
In ogni paese ci sono i poveri. In dei continenti la povertà è più spirituale che materiale, una povertà fatta di solitudine, scoraggiamento, mancanza di senso. Ma ho visto anche, in Europa o in America, gente nella miseria più grande dormire su cartoni, pezzi di stoffa, nelle strade. Parigi, Londra o Roma conoscono questo tipo di povertà. E’ facile parlare o preoccuparsi dei poveri lontani. Più difficile, e forse è una grande sfida, far attenzione e preoccuparsi del povero che vive a due passi da noi.
Il riso, il pane che do all’affamato che incontro per strada sazieranno la sua fame. Ma chi vive nell’esclusione, mancanza d’amore e grande paura, quanto sarà difficile colmare quella fame. Voi che siete in Occidente, conoscete la povertà spirituale molto più che la povertà materiale, e per questo i vostri poveri sono fra i più poveri. Tra i ricchi ci sono spesso persone spiritualmente poverissime. Io penso che è facile nutrire un affamato o dare un letto a un senza-dimora, ma consolare, cancellare la desolazione, la pena e l’isolamento che vengono dalla povertà spirituale, ciò richiede molto più tempo.
Luca 14,15-24.

lunedì 4 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - gratuità

Gratuità

L’amore è tale solo se è gratuito. L’amore si fonda sull’assoluta libertà e gratuità delle scelte e dei gesti. Chi dice di amare e poi chiede una qualsiasi cosa in contraccambio per quello che dona e compie, in realtà non ama, non conosce l’amore, non vive nell’amore, non genera amore. Quando le persone dicono tra loro frasi del tipo “con tutto quello che ho fatto per te”, “se mi ami davvero, devi fare questo e quello”, “se vuoi che ti ami, devi cambiare, devi essere diverso”, stanno rivelando che il loro cuore non ha mai battuto per l’amore ma per l’opposto dell’amore, per il possesso.   
Quando l’uomo, per quello che compie, attende una ricompensa di qualsiasi tipo, un compenso, un pagamento, un riconoscimento, non è nella gratuità. Quando l’uomo, per quello che compie, si aspetta una retribuzione di qualsiasi tipo, sotto forma di gratificazione, apprezzamento, approvazione, non è nella gratuità. Quando l’uomo, per quello che compie, desidera un premio di qualsiasi tipo, anche sotto le forme del plauso, del successo, del consenso, non è nella gratuità. Quando l’uomo compie quello che compie per soddisfare le aspettative altrui, per essere all’altezza delle attese degli altri, per essere al centro dell’attenzione, per generare negli altri forme di dipendenza, obbedienza, sottomissione, controllo, non è nella gratuità. Quando l’uomo non è nella gratuità, non può in alcun modo essere nell’amore, non può provare amore, generare amore, gustare amore. Quando l’uomo non è nell’amore, non può essere felice, non può essere nella gioia e, se non è nella gioia, non è in Dio. La gratuità permette di essere e vivere in Dio.
La gratuità è uno spirito libero, è lo spirito stesso della libertà. L’uomo anela da milioni di anni alla libertà ma non sarà mai libero e liberato fino a che non comprenderà e prenderà coscienza del fatto che, se non impara a vivere nella gratuità, non potrà mai essere un uomo libero. Come la libertà del gesto dà vita alla gratuità, così la gratuità, dovunque si muove e vive, genera libertà e liberazione. La fonte e la sorgente della libertà è la gratuità. La gratuità non si muove secondo le pressioni di un qualsiasi tipo di giudizio, nemmeno del giudizio di valore. La gratuità non fa un solo passo spinta dal merito, incatenata al dovere, abbagliata dal premio, asservita alla virtù, in nome della meritocrazia, perché la gratuità sa perfettamente che, se nella vita di uomo non c’è alcuna forma di gratuità, quell’uomo si incatenerà a ogni forma di attaccamento e vivrà prigioniero del possesso. La gratuità vola alto sopra qualsiasi forma di ricompensa, retribuzione, regalo, compenso, pagamento, contropartita, perché la gratuità sa perfettamente che, se nella vita di un uomo non c’è alcuna forma di gratuità, quell’uomo rimarrà inevitabilmente sommerso dall’avidità e affogherà nel fango della voracità. La gratuità compie ogni cosa per un unico motivo: moltiplicare ovunque il benessere, l’armonia e la gioia. La gratuità, quando batte nel cuore di un uomo e ne orienta l’intelligenza, è già sorgente di gioia, perché vivere la gratuità è già vivere la gioia.

sabato 2 novembre 2019

padre Armando CARPENEDO - la speranza

Il filo conduttore delle letture di oggi è uguale al filo che ci lega ai nostri cari defunti: la speranza. La speranza di rivederci. La speranza di essere nel Signore. La speranza della vita eterna. Questa speranza è anche di Dio. Gesù è venuto su questa terra a fare la volontà del Padre. E qual è questa volontà? Ascoltiamo le sue parole: «E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno». È la speranza di un santo pagano dell'Antico Testamento, Giobbe. È la speranza che - Paolo spiega - viene generata spontaneamente dall'«amore di Dio versato nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». La speranza cristiana non è un auspicio, è una «speranza certa» che attinge la sua certezza da Colui che ci ha creato per essere la Chiesa sposa, per sempre.
Commemorazione di tutti i Defunti, Genitori, amici, parenti e per quelli di cui NESSUNO prega. AMEN.