comune:
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SAN MARTIN DE VESUBIE' (FR)
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nome tracciato:
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MERCANTOUR 2009
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difficolta:
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ULTRA TRAIL
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distanza:
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dislivello positivo (m.):
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dislivello negativo (m.):
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dislivello
complessivo (m.):
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punti appoggio:
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Ristori
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localita' partenza:
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San Martin de Vesubié
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localita' arrivo:
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San Martin de Vesubié
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E' venerdì pomeriggio e sono arrivo a San Martin Vesubié (969 m), un piccolo e caratteristico paesino nel parco del Mercantour che si trova nelle alpi marittime a 80 km a nord di Nizza.
é un posto incredibile, pur essendo un parco di alta montagna (cima più alta in mont Gelas a 3143 m) costeggia il mar mediterraneo, e quindi ha una notevole varietà di paesaggi, di fauna e flora (con una quarantina di specie endemiche).
La valle delle meraviglie poi è un prodigioso santuario della preistoria e possiede il più ricco insieme d'incisioni rupestri all'aria aperta d'Europa.
Sono qui per partecipare a una gara, un Ultra Trail:
cioè una lunga corsa in montagna in autosufficienza; in questo caso si parla di 80 km e 6000 metri di dislivello positivo da coprire nel tempo massimo di 30 ore.
Arrivo a San Martin alle 16:00 e vado a ritirare il pettorale (n° 440), in totale saremo in 530 partecipanti.
In Francia il movimento del trail è da diversi anni che coinvolge un folto numero di persone (vedi Ultra Trail del Monte Bianco con 5000 partecipanti e 52 nazioni rappresentate), in Italia invece è relativamente giovane ma sta crescendo con un buon numero di gare e partecipanti.
Mi ritrovo con diversi amici conosciuti nelle gare precedenti, bergamaschi, veneti, genovesi, francesi, inglesi, poi con il gruppo degli "orsi" andiamo a mangiare qualcosa assieme.
La sera prosegue tra chiacchiere fino a quando si va a dormire, chi in tenda, chi in albergo, chi in palestra e chi come me in macchina.
La mattina la sveglia suona alle 2:30 (qualcuno è già sveglio), ho dormito poco ma mi sento bene. Dopo aver preparato lo zaino, mi vesto, sono indeciso, ma alla fine preferisco un abbigliamento lungo; le previsioni dicono che nel pomeriggio arriverà una perturbazione con piogge intense, neve sopra i 2400 metri (noi arriveremo a circa 2600) con un abbassamento notevole delle temperature; mai decisione fu più saggia.
Lo zaino alla fine peserà circa 6 kg così composto:
- camelbak 2L
- barraccia 700ml
- 5 barrette
- 2 gel
- grana a cubetti e noci
- guanti
- calze ricambio
- berretto in polartech
- berretto con visiera
- bandana/fazzoletto per eventuali bendaggi
- maglia maniche lunghe di scorta
- kit medico
- cartina
- GPS
- frontale + pile di scorta
- occhiali da sole
- bastoni
- 2 cordini (per eventuali passaggi su neve)
- giacca antivento
- macchina fotografica
- barraccia 700ml
- 5 barrette
- 2 gel
- grana a cubetti e noci
- guanti
- calze ricambio
- berretto in polartech
- berretto con visiera
- bandana/fazzoletto per eventuali bendaggi
- maglia maniche lunghe di scorta
- kit medico
- cartina
- GPS
- frontale + pile di scorta
- occhiali da sole
- bastoni
- 2 cordini (per eventuali passaggi su neve)
- giacca antivento
- macchina fotografica
Mentre ero vestito con:
- scarpe in goretex
- calze
- booster
- pantaloni 3/4
- canottiera
- maglia maniche lunghe HH
- calze
- booster
- pantaloni 3/4
- canottiera
- maglia maniche lunghe HH
Alle 3:00 colazione con gli amici e poi tutti al cancello di partenza dove alle 4:00 il conto alla rovescia dà il via alla gara, i primi 3 chilometri sono su asfalto per non creare ingorghi sui primi sentieri. Quando arrivo sui primi sentieri, mi volto indietro e una fila interminabile di frontali serpeggia sul fianco della montagna, affascinante!
Il sentiero continua a salire mentre le prime luci del giorno che viene fanno capolino da dietro le montagne.
Una discesa su un comodo sentiero permette di riprendere fiato, poi via di nuovo in salita. Per la prima parte siamo in mezzo a foresti di abeti e larici, si vedono ancora i resti di enormi slavine, si sale ancora e i boschi si diradano.
Si arriva così a Millefont il primo ristoro dopo 15 km a 2017mt (1450m D+ / 385m D-). Acqua, te e coca da bere, pezzetti di formaggio, banane e frutta secca da mangiare. Proseguiamo in salita verso il col de Barn (circa 2500mt) e incontriamo stupendi laghi alpini.
Dal colle scendiamo nella valle d Barn, la prima parte è su neve (ne calpesteremo molta) poi su sentiero nel bosco. Una breve risalita di 200 mt e quindi di nuovo in discesa fino al secondo ristoro a Boreon dopo 15 km a 1522mt (650m D+ / 1125m D-).
Ahi ahi, si è accesa la spia della riserva, sembra che le forze mi abbiano abbandonato improvvisamente (l'allenamento è quello che è, 5 ore a settimana e qualche lungo, max 35 km).
Mi fermo un po' più a lungo, mi siedo, cerco di mangiare e bere ma non va giù niente. Vedo qualcuno che si ritira, tanti mi passano davanti e dopo circa 15/20 minuti decido di proseguire.
Questa prima parte si svolge lungo il fiume Vesubié, quindi si risale il lato sinistro della montagna costeggiando le cascate di Peirastreche. Si arriva ai pianori superiori di Peirastreche dove un ponte riporta sul lato destro della valle e da qui si segue il sentiero che porta ai laghi di Trecolpas poco prima di arrivarci inizia la neve e continua fino al "Pas des Ladres" 2548m. sembra lontanissimo il passo e una lunga fila di persone sta salendo, mi fermo qualche volta per recuperare le forze.
Arrivati al passo si scende ancora su neve con l'aiuto di una corda nella vallone de Fenetre e continuando in discesa un po' su neve e su sfasciumi si arriva al rifugio "Madone de Fenetre" 40 km 1903mt (1076m D+ / 700m D-).
Arrivo cotto ma felice di essere arrivato a metà del percorso, il cielo sta rannuvolando, devo decidere se fermarmi o continuare.
Oltre ai soliti alimenti qui c'è anche della pastina molto salata, a casa la butterei, qui ne mangio due porzioni e mangio anche dei panini con paté. C'è anche un settore di fisioterapia, dove fanno dei massaggi, mi sdraio e 2 ragazze mi massaggiano gambe e piedi per 15/20 minuti, quasi mi addormento.
Riempio il camelbak e riparto, certo non con vigore, ma con la voglia di continuare.
Di fronte al rifugio inizia il sentiero che porta nel vallone del Pontal, prima per un bosco di larici che man mano che si sale diventano più radi fino ad arrivare al Baisse des cinq lacs 2330mt, poi fino ai lacs de Prals 2260mt ed ancora in discesa verso i plan de Prals 1823mt. Oramai i ritmi delle persone che ci sono in corsa si sono stabilizzati, quindi raramente si sorpassa qualcuno. Bisogna risalire a un altro passo, il Baisse de Prals 2335mt, quindi immettendosi nel vallone de Gaurtreus si scende nel paesino di San Grato e quindi al quarto ristoro a "Relais des Merveilles" 1522mt.
La prima parte la percorro abbastanza tranquillamente fino al plan de Prals dove il cielo completamente coperto da nuvole inizia a scaricare acqua e grandine. Mi copro bene per la pioggia e perché inizia a soffiare un vento gelido e aumento anche il passo per arrivare nel più breve tempo possibile al ristoro.
Dopo più di un'ora sotto la grandine e con i piedi a mollo arrivo a Relais, sono zuppo e infreddolito, penso proprio sia meglio ritirarsi, intanto mi rifocillo ancora con il brodo caldo e salato. Qui vedo una cosa che mi lascia un po' perplesso, alcuni concorrenti si sono fatti dare de sacchetti dell'immondizia per ripararsi dal freddo e dall'acqua per continuare la corsa; ma allora vuol dire che non avevo il minimo materiale obbligatorio. Con che testa si può andare in montagna senza almeno la minima attrezzatura? Come si può ripararsi dal freddo con un sacchetto dell'immondizia?
Mentre sto pensando su come ritirarmi un raggio di sole sbuca tra le nuvole (poi non lo vedremo più fino al giorno dopo) dura solo qualche minuto, ma è ciò che basta per ridarmi coraggio e forza, mi metto i vestiti asciutti che avevo nello zaino, lo risistemo e riparto per il tratto più impegnativo della corsa, una risalita di 1300mt.
Inizio a correre come se avessi appena iniziato e arrivo velocemente superando diversi concorrenti al bivio per la cima delle Vallette de Prals 2450mt, è una salita continua che non da riposo, ma la salgo con ritmo costante. Dopo aver scollinato inizia un sentiero che prima a mezza costa e poi per il vallone de Prals riporta al rifugio "Madone des Marveilles" 68 km 1903mt ultimo ristoro.
Di nuovo mi alimento e mi faccio fare i massaggi, le ragazze mi chiedono se ho preso il vizio, magari!!!
Dopo 30 minuti riparto.
Quest'ultimo tratto non è una vera e propria montagna, ma piuttosto una serie di piccole cime che rischiano di essere delle vere e proprie spacca gambe dopo 70 km.
Dal rifugio si segue il sentiero che si dirama dopo 500mt sulla destra e s'innalza in traverso passando per il vallone de Pounche. Continuare fino alla cima di Pisset dove inizia la cresta che porta al passo de Roubines e poi al monte Piagu dove inizia la lunga discesa che, passando per il colle de Confignol arriva a San Martin Vesubié 13,5 km 969mt (560 D+ / 1495 D-).
Sono circa le 20:00 ed è già buio, in cima ai monti si vedono i lampi della seconda ondata di maltempo. Cerco di correre abbastanza velocemente per anticipare il brutto. Mi sento bene ed ho preso un bel ritmo, sorpasso diversi concorrenti. Alla cima di Pisset scendono le nuvole e la visibilità si riduce notevolmente, ogni tanto qualche bagliore causato dai fulmini illumina la cresta. Il sentiero è segnato con delle balisse (catarifrangenti posizionati ad una distanza di 100 mt) che però, visto la visibilità si vedono solo ogni tanto. Cerco di procedere con testa e mirando la balisse più lontana che posso vedere vado in quella direzione fino a vederne altre, una ventina di concorrenti superati in questo tratto mi seguono perché non sanno dove andare. Arrivo così al Piagu e mi accorgo del posto di controllo solamente quando arrivo a 4 metri, e avevano acceso un falò! Inizia la discesa per la prima parte su pratoni inclinati dove la traccia si vede a mala pena, cerco di stare sulla dorsale fermandomi ogni tanto per scorgere qualche balisse. La discesa continua su rocce e poi finalmente si arriva al bosco dove finiscono le nuvole e si può seguire più tranquillamente il sentiero. Qui so che le persone che mi seguono non potranno più perdersi quindi aumento la velocità , e arrivo a San Martin dove lascio passare Gabriele una ragazza tedesca che non mi ha mollato dalla cima del Piagu;arriviamo alle 23:32 dopo 19h 32m 37s in 232 posizione, sono felice e soddisfatto di aver portato a termine questo stupendo trail.
Purtroppo una bruttissima notizia mi raggiunge domenica pomeriggio quando ho raggiunto i miei famigliari al mare, a causa del brusco abbassamento delle temperature e della neve caduta, tre concorrenti francesi che hanno percorso l'ultimo tratto 2 o 3 ore dopo di me si sono persi e sono morti per ipotermia. Erano Christine, Philippe e Hervè.
Non voglio aggiungere altro...
una bellissima festa si è trasformata in tragedia...
un abbraccio a Christine, Philippe e Hervè
un abbraccio alle loro famiglie
Roberto
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