Il
Supramonte é un massiccio calcareo molto simile a quello Dolomitico. Roccioso,
impressionante, solitario, il Supramonte é senz'altro il cuore selvaggio della
Sardegna, é la meta più suggestiva per camminatori, speleologi, arrampicatori.
Nel percorrerlo si comprende la sua natura selvaggia e poco contaminata dalla
presenza dell'uomo. L'itinerario si snoda fra doline, aspre cime rocciose,
profonde gole, forre, grotte e anfratti fino ad affacciarsi al mare sul Golfo di
Orosei, dove il bosco incontra il mare. Da una parte confina verso Oliena con
delle alte pareti verticali chiamate anche le Dolomiti sarde, verso Dorgali e
Urzulei c'é una lunghissima muraglia calcarea incisa a metà da un ciclopico
intaglio, le gole di Gorropu, verso Orgosolo sbarrano il passo millenarie
foreste di lecci. E' un'autentica fortezza che racchiude al suo interno la flora
la fauna e lo spirito della Sardegna autentica, la Sardegna dei pastori che
vivevano quassù isolati per mesi osservando le loro leggi non scritte. Lungo il
percorso, inoltre, si incontrano diverse specie vegetali endemiche della
Sardegna che hanno dovuto adattarsi ad un ambiente molto ingrato. Una sensazione
particolare si ha quando si attraversa la foresta primaria di Sar Baddes che ci
fa capire con la sua antica e maestosa bellezza quanto piccoli siamo noi
semplici passanti. Dal Supramonte di Oliena, attraverso quello di Orgosolo,
Urzulei, Baunei. Non mancano le testimonianze della presenza del popolo dei
Nuraghe fino alle, più recenti, capanne dei pastori. Con un po' di fortuna é
anche possibile incontrare qualche muflone ma di sicuro potremo ammirare il volo
dell'aquila che dall'alto controlla il suo territorio.
Descrizione
percorso:
PRIMO
GIORNO ARRIVO E ACCLIMATAZIONE:
Partenza
sabato 24 maggio 2009 da Livorno con la Nave della Moby alle ore
22.
Dormiamo
sulla moquette vicino ai giochi per i bambini e vicino alla televisione che
continua a trasmettere cartoni animati .
Collaudiamo
il materassino e il sacco a pelo, contendendoci lo spazio con i bambini
scalmanati .
Arrivo
sabato 25 maggio a Olbia alle 7.30.
Ci
dirigiamo verso Nuoro; all'incrocio tra Nuoro e Oliena, al bivio di Lula
troviamo Sebastiano del CAI di Nuoro
che ci
guida verso la sede del Gruppo Speleo di Nuoro.
Siamo
nel territorio del Supramonte .
Direzione
SU COLUGONE, poi bivio per LANAITTO.
La
strada sterrata ci porta in una valle verdissima sul cui fondo si snoda il lago
CEDRINO.
Sebastiano
va sparato con una macchina predisposta
per il
trasporto sul tetto di una canoa che dice di utilizzare su questo lago o al
mare.
Il
rifugio é una bella costruzione semplice composta da un atrio coperto e
delimitato da un muretto,
una
grande sala col camino e un piccolo locale ancora da terminare con 2 bagni e 2
docce.
Ci
sono tavoli e sedie recuperate forse da scuole ? un paio di frigoriferi ( che mi
sembra non funzionino)
e un
grande lavello su un ripiano di cucina, gas e un mare di bottiglie e taniche per
l'acqua.
Ci
accolgono con tanta simpatia alcuni iscritti al Cai di Nuoro e simpatizzanti e
conoscenti di Seba.
Ci
offrono biscotti, Zedda Piras ghiacciato, vino, acqua, patatine, salatini, pane
carasau ecc..
Nel
frattempo una sig.ra ( non mi ricordo il nome) sta già preparando sul fuoco un
ragù di pecora
con
cui verranno conditi degli ottimi Malloreddus bagnati con Malvasia e vino nero.
Oggi é
giornata " da pranzo" si sta tutti insieme parlando, mangiando, bevendo fino
a sera in compagnia.
Da
queste parti trascorrono i pomeriggi della domenica in questo modo.
Pomeriggio
a verificare il peso degli zaini e delle attrezzature,
poi
gita a Cala Gonone per un bagno e ritorno non dopo aver
sbagliato
la strada! Continuiamo a ridere come pazzi.
Se
anche domani sbagliamo il sentiero siamo a posto!!!
Non é
ancora finita: occorre scaricare legna dalla macchina, accendere il fuoco per la
cena a base di salsiccia,
carne
di maiale, pomodori, olive con finocchietto selvatico e ancora vino e tanta
simpatia.
Sul
tetto un contenitore per l'acqua da 100 litri viene ricaricato con una pompa .
Aiuto
la sera il contenitore é quasi vuoto. Ma dove é finita l'acqua?
Dopo
ricerche con la pila si accorgono che manca un bullone su una tubazione che
doveva essere
allacciata
alla tubazione dell'acquedotto!!.
Si va
a letto: materasso a terra con sacco a pelo sotto la veranda guardando il cielo
e gustandoci il caldo della notte.
Tappa
n° 1:
Su
Cologone mt 175 - Su pradu m.1260 . Tempo ore 8
Sveglia
alle 7 , controllo finale degli zaini e partenza con due macchine
fino
alla sorgente Su Cologone, vicino al ristorante.
Su
Gologone é il nome della principale risorgiva di un vasto sistema carsico
situato nel comune di OLIENA,
con
una profondità conosciuta di oltre 100 metri, ma ancora parzialmente
inesplorato .
Il
nome deriva probabilmente dal fatto che la sorgente somiglia ad una grossa gola.
Dalla
risorgiva si origina un torrente che alimenta il fiume Cedrino Parcheggiamo le
macchine dentro l'area cintata del rifugio
e con
uno spostamento di macchine grazie anche all'amico Giovannino
arriviamo
fino alla stazione di pompaggio di "Su Cologone".
Pieno
di acqua alla sorgente e foto di rito.
Sono
le 8 e affrontiamo il sentiero che porta alla stazione di pompaggio e da qui
lungo una serie di tornantini
con
vegetazione fitta e aggressiva ci addentriamo lungo un sentiero che sta
scomparendo .
Dopo
un'ora siamo già assetati, sudati e messi alla prova.
Abbiamo
il sole in fronte e il sentiero che sembra all'inizio un sentiero da cristiani,
poi si fa più stretto,
i rami
si impigliano nello zaino, graffiano le gambe e le braccia e lasciano il
segno.
Sarà
il segno del Supramonte. Non solo non si vede dove metti i piedi, ma bisogna
anche aprire un passaggio .
Infatti
Seba estrae un coltello tipo RAMBO dallo zaino per tagliare i rami .
Cerchiamo
un po' d'ombra e ci sgoliamo mezzo litro d'acqua. Aiuto se andiamo avanti cosà¬
rimarremo senza riserve da bere.
Fabio
dice "ragazzi é sola la prima ora del primo giorno e sembra dura." Siamo tutti
d'accordo .
Si
arriva in cresta con vista sulla valle di Lanaittu. Sosta per vedere da dove
siamo partiti.
E' un
puntino in basso,molto lontano mentre la giornata é splendida, senza una nuvola
e vediamo tutte le cime vicino a noi.
Riposo,
foto e poi ci incamminiamo verso il MONTE UDDE' metri 908.
Da qui
divisione del gruppo: una parte ai piedi del Cusidore per il sentiero di "Sas
Seddittas",una parte a mezza costa ;
Seba e
Vito salgono la cresta che li porterà in cima al Monte Cusidore con una
bellissima vista e un'immane fatica.
Qualcuno
si arrampica sulle rocce del MONTE CUSIDORE tagliando a mezza costa,
ma
subito il passaggio che sembrava tracciato si perde tra le rocce e si fa fatica
a seguire il sentiero.
Tutti
i sassi sono uguali , non dobbiamo perdere vi vista chi ci sta davanti,
altrimenti ci perdiamo.
Io
Fabio e Tore preferiamo non strafare e andiamo sul sentiero verso una piccola
sella SASSE DITTAS.
Già
ci sembra di fare abbastanza
Arrivo
alla forcella di "Sovana" m. 938 e sosta pranzo sotto un leccio gigantesco che
Oliviero ha individuato
e dove
un'ombra salutare ci accoglie aspettando Seba e Vito che, non abbastanza paghi
della salita,
si
sono fatti anche la cima di Cusidore .
Dopo 1
ora di meritato riposo e non dopo aver bevuto anche un caffé espresso fatto con
una vera caffettiera,
ripartiamo
lungo la interminabile cresta di monte "Sos Nidos" m. 1348.
Oltrepassiamo
FRUNCU NIEDDU metri 911 ( vedi foto con il piede sulle rocce)
e ci
avviciniamo alla FORCELLA DI SU CUSIDORE.
via
di nuovo sotto il sole. Temperature altissime 35-40 gradi .Sembra estate
avanzata.
Il
sole é implacabile, il sentiero si snoda su creste e rocce bianche, bollenti e
perfide
( se
cadi ti fai veramente male) e lentamente guadagnamo quota
verso
la CRESTA PER PUNTA SOSNIDOS che vuol dire " I nidi",
ma é
soprannominata da noi tutti la punta Ammazzaturisti: ti sembra di arrivare, ma
non arrivi mai.
Le
rocce sono a volte lisce , a volte campi solcati di calcare.
Il
gruppo é sfilacciato.
Siamo
rimasti ultimi io, Vito e Fabio e ci nascondiamo sotto un leccino ancorato,
non si
sa come a due spaccature di roccia.
Ci
sono tre anticime di cui la prima, é invece un albero, poi ci sembra di essere
arrivati alla seconda,
ma
neppure qui c'é l'arrivo e alla terza finalmente possiamo guardarci in giro,
ammirare il paesaggio
e
aprire l'ombrello per ripararci dal sole.
Evviva
siamo arrivati.
Ora
dobbiamo solo scendere rigorosamente sempre in cresta per pernottare per la
notte.
Ci
avviciniamo ad un grande pianoro .
Località
Su Pradu dove si puಠarrivare anche con dei fuoristrada e scendiamo per una
strada sterrata
non
prima di aver fatto una foto davanti ad una bella madonnina.
Da qui
dopo una serie di tornanti raggiungiamo l'ovile di "Tuones" dove c'é un posto
per
fare il fuoco e dove si organizza il bivacco.
Alle
20 compare un fuoristrada rinforzato Land Rover da cui Efisio e Carmine
scaricano
acqua da bere e taniche con acqua per lavarsi ,birra, formaggio, vino,
la
cena di questa sera, i dolci, la frutta, la colazione per domani mattina e il
pranzo per il giorno dopo.
Sono
attrezzatissimi e organizzati alla perfezione.
Scaricano
tavolo e panche, preparano la tavola con la tovaglia e mettono tovaglioli,
piatti, bicchieri.
Mettono
pane Sardo e pane Carasau con l'aggiunta di vari tipi di pecorino su cui ci
fondiamo a piene mani.
Portano
un generatore e ci fanno luce con alcune lampadine.
Noi
intanto parliamo della giornata e di quello che vorremmo per il giorno dopo:
qualcuno
vuole uova sode? Mortadella? Prosciutto cotto? Sali minerali per limitare i
danni delle sudate?
Sciampo?
Nutella? pile? Coca Cola? Basta chiedere . Mi sembra un albergo a 4
stelle.
Scaricano
un pentolone , ci mettono l'acqua e cominciano a far bollire la pecora con
patate e cipolle.
Mentre
aspettiamo la cena sgranocchiamo un po' di pane e formaggio, beviamo acqua
minerale e vino . Ci voleva proprio.
Si
stanno accendendo le luci dei paesi nella valle sottostante .
Finalmente
si organizza il bivacco sulla terrazza, possiamo dormire comodi: cioé ci si puà²
sdraiare senza problemi di
sassi
e guardando dall'alto ORGOSOLO OLIENA e da lontano NUORO.
Tappa
n° 2:
Partenza
Loc. "Su Pradu" m.1260 per monte Corrasi mt 1463.
Arrivo
all'ovile "Su Fumu" mt 947. Tempo ore 6
Oggi
la tappa non é lunga e impegnativa come quella di ieri. Partiamo tranquilli alle
8.15,
dobbiamo
rifare la strada sterrata che abbiamo percorso ieri in discesa.
Ora la
strada é in ombra e possiamo ammirare i grandi lecci che costeggiano la strada:
sono
immensi e con le loro radici tengono compatto il terreno che altrimenti
franerebbe.
In
effetti lo sterrato é attraversato da solchi scavati dall'acqua piovana dei
temporali.
Arrivati
in cima svoltiamo a dx in direzione sud/Ovest e camminiamo su un sentiero che
sembra proprio un vero sentiero.
Saimo
in fila indiana e Seba scatta foto a raffica.
Arriviamo
in cima a PUNTA CORRASI m. 1463 da dove si domina tutta la provincia di Nuoro e
il Supramonte.
Da qui
il discorso cambia ed ecco ancora campi solcati, rocce coperte di arbusti
profumatissimi di rosmarino , mirto e timo.
Rimangono
tracce di peonie sfiorite e tantissimi ciclamini che si perdono in un paesaggio
lunare dove c'é assenza di alberi o piante .
L'altro
versante, al contrario é un bosco fitto di alberi.
Dietro
di noi fotografiamo la cresta di ieri in tutta la sua maestosità ,
le sue
tre anticime e ricordiamo la fatica contenti comunque di avercela
fatta.
Anche
qui é facile perdersi, il sentiero non si vede più ed é necessario trovare la
via giusta per arrivare a SCALA E MARRAS.
Ce la
prendiamo comoda anche perchè il sole é già veramente caldo,
non
c'é vento se non quando il sentiero percorre il crinale che ci permette di
vedere la piana di Oliena
in
fondo alla valle circondata da montagne immerse nel verde e solcate da strade
forestali.
Da una
di queste strade arriveranno, dopo aver percorso diversi km, questa sera i
nostri cuochi.
Sulla
strada per P.ta "Cateddu" m. 1199 troviamo un'ottima ombra e ci fermiamo a
bere e a rinfrescarsi
Non
c'é nulla da fare: il Supramonte ti mette alla prova nel fisico e nell'animo e
anche nei piedi.
L'occasione
é buona per ricordare la vita dei pastori che per anni e con tanta fatica
abitavano queste montagne ,
e che
poi hanno progressivamente abbandonato.
Riprendiamo
il cammino e troviamo ancora e campi solcati rocce.
Quando
appoggi le racchette senti sotto il vuoto: sembra un formaggio con i buchi.
Non
c'é più segnaletica, ma solo omini di pietra. C'é anche un omino a forma di
uccello.
Ci
guardiamo indietro e vediamo la CRESTA DEI CORRASI che abbiamo appena percorso
per
poi scendere a vista dentro un fitto bosco di lecci alla radura sottostante
.
Sembra
un posto appena arato, ma sono i cinghiali e i maiali lasciati crescere allo
stato
brado che cercano nel terreno radici, ghiande,
Tuberi
e l'anno completamente rivoltato . Non é assolutamente facile camminare
qui e
stare in equilibrio tra sassi taglienti, cespugli spinosi,
terra
indurita dal sole e buche traditrici,
per
poi raggiungere in 10 minuti la capanna in pietre dove organizziamo per il
bivacco.
La
capanna é una costruzione di pietre e muretti a secco ristrutturata di recente
per
accogliere turisti di passaggio e composto
da uno
stanzone con un piccolo camino in un angolo; c'é anche un tavolino
di
fortuna e due sgabelli che quando ti siedi mettono alla prova il tuo equilibrio
.
Questa
é stata una tappa di trasferimento ,ma non per questo meno bella della altre.
Di
pomeriggio alcuni preferiscono fare pennichella vicino alla radura sotto grandi
lecci
dove
c'é un po' d'aria perchà© il caldo é opprimente.
Seba e
Tore, invece, vanno a fare ancora una camminata: ma dove trovano tutta questa
forza?
Verso
le 19 arrivano di Efisio e Carmelo con il menù:
gnocchetti
sardi al sugo di carne e funghi formaggio, salsicce,
prosciutto
crudo favoloso , pane, frutta, dolcetti, vino, acquavite, caffé.
Ieri
hanno fatto quasi 24 km oggi certamente di più. Ma come fanno a trovarci su
queste montagne?
Tore
scarica sul PC portatile la rilevazione del GPS che abbiamo rilevato durante il
percorso;
ogni
giorno lo farà , poi ricarica le batterie e il GPS é di nuovo pronto per il
giorno dopo.
Decidiamo
di dormire tutti fuori, tranne Egidio che preferisce dormire dentro.
La
mattina il risveglio di alcuni é stato allietato dalla presenza di una donnola
particolarmente curiosa.
Tappa
n° 3:
Partenza
Loc. "Ovile Su Summu" m.947 con arrivo all'uscita Badde Pentumas" mt 200 .
Tempo ore 10
La
notte é stata fresca: forse era meglio dormire dentro..
La
giornata non presenta salite. Partenza alle 8.30 in direzione nord-est
in
marcia all'interno del bosco fino ad arrivare ad una cresta di calcare
bianchissimo denominata "SERRA E SU LIDONE"
che
seguiamo fino ad incrociare un compluvio sulla sx (nord-Ovest) , poi entriamo
sul
greto di un torrente in secca percorrendolo per poche centinaia di metri
raggiungendo
una
grotta molto frequentata dagli speleologi nuoresi e da qui in 10 minuti siamo
all'ovile di "Su Lidone" m. 655.
Cuile
bellissimo che ci ispira una colazione prettamente sarda e si continua sul greto
fin sotto "Monte Duavidda"
(in
queste vicinanze disturbiamo il sonno di un piccolo di muflone che scappa
spaventato)
ai
piedi del quale si apre la valle di "PENTUMAS"
con un
paesaggio mozzafiato veramente notevole e dove ci attendono 14 corde doppie
tutte una diversa dall'altra.
Seba
va avanti con Vito e mettono le corde, Tore ci controlla e chiude il
gruppo.
Mi sto
divertendo un sacco perchè ogni angolo é diverso ,
ogni
roccia é particolare e ogni momento é buono per fare due risate
Anche
se siamo solo in otto il tempo di imbrago e discesa ci rallenta molto.
Tra un
corda e l'altra riusciamo a fermarci solo verso le tre affamati .
Altre
due corde poi siamo nell'anfiteatro dove c'é la ferrata facoltativa di Pentumas.
Non
tutti salgono e io me ne guardo bene, non mi sento ispirata .
Guardo
in su e non li vedo già più, sentiamo solo le voci quindi io, Fabio e
Oliviero
decidiamo
di incamminarci verso la fine della valle passando vicino
a
piante secolari altissime che si contendono la luce del sole .
Mi
ricordano un po' le gole di Samaria a Creta.
Improvvisamente
alla fine della gola
troviamo
una strada sterrata forestale che interrompe la valle:
ma
dove finisce l'acqua del fiume quando si ingrossa?
Praticamente
attraversa la strada sterrata , la distrugge e poi la ricostruiscono.
Bene!
Il
nostro ricovero di questa notte é un'area di pic nic circondata da muretti a
secco e un bel posto per fare fuoco.
Questa
sera mi spettano almeno 3 bottiglie per la doccia.
Disfiamo
gli zaini e spargiamo tutt'intorno quello che abbiamo portato per tutto il
girono:
ma
come facciamo a far stare tutto nello zaino? Siamo prestigiatori!
Quando
arriviamo c'é già il fuoco acceso con l'acqua che bolle per i Malloreddus che
saranno conditi con
carne
di pecora in casseruola semipreparata dalla moglie di Efisio e terminata in
cottura dal marito, poi pane,
formaggio,
frutta, dolci Cannonau ecc e novità interessante la nutella e le
banane.
La
notte é stata molto movimentata dalla visita di grossi maiali attratti dai
resti della cena e ci svegliamo
tra
pile che si accendono e grida per allontanare i maiali, tentativi di acrobazia
per uscire in fretta dai sacchi a pelo.
Ma
loro proprio non si allontanano fino a quando non finiscono i resti . La mattina
non ci saranno più.
Tappa
n° 4:
Partenza
Loc. "Troccos e Corrojos" m.220 per Su Sercone con arrivo a "Sas Baddes" mt
942 Tempo ore 8
Sveglia
come sempre alle 6.30, ma come sempre non riusciamo a partire prima delle 8.15.
Gli
zaini sono preparati a regola d'arte, l'acqua é stata caricata. Le bustine di
Sali minerali sono pronte, la nutella é nello zaino .
Prendiamo
la deviazione "TROCCU DE CORROJOS " e "Codula De Ozzastru"
(codula
di olivastro)che é una bellissima valle all'ombra con un dislivello di 800
metri..
Spuntino
e foto di rito vicino ad un ovile/riparo per pecore addossato alla parete.
L'ovile é pieno di escrementi di pecore:
aiuto
magari ci sono anche zecche!Arriviamo alla Dolina di
"Su
Sercone"mt 885 che ha una circonferenza 1 km ed é profonda 200m.
Scendiamo
su un terreno molto franoso e ripido verso un inghiottitoio carsico veramente
notevole circondato
da esemplari
di tassi secolari e con un microclima particolare. Risalita affannosa verso la
cima dove sostiamo per la pausa pranzo:
il
sole é caldo, ma all'ombra c'é vento, non
sappiamo
più dove stare. Guardiamo intorno il panorama a 360 gradi della dolina giù in
basso.
L'aria
é fresca e la giornata limpida
Seba
ricorda il nome di ogni luogo e tutti i toponimi
Il
bosco che attraversiamo é pieno di lecci "mangiaginepro" cioé lecci che nel
tempo si sono sostituiti ai ginepri
uccidendone
le radici. Siamo nel bosco di "Sas baddes"
Seguendo
una carrareccia arriviamo a "Campu e Su Disterru".
Ci
incamminiamo verso il pianoro di "Donanicoro" ove visitiamo i ruderi del Nuraghe
"Nuragheddu" mt 668 fatto con
pietre
enormi che domina il campo. Prendiamo in direzione sud-ovest su sentiero
inizialmente ben marcato ...
attraversiamo
"Genna Gori" e poi su calcare seguendo ometti segnavia arriviamo a "Campu Su
Mudrecu" (campo di cisto)...m.96
Sul
tardi compare dal nulla Efisio, Carmelo e Ciuffetto con una motosega per la
legna sul fuoco e con il pranzo della sera:
porcetto
arrosto, formaggio arrosto ,salsiccia , formaggio Frue
( tipo
Yogurt) da spalmare sul pane Carasau, fuoco, pane, vino, acquavite, coca cola,
nutella e tutto con grande falò.
Il
porceddu non fa in tempo ad essere messo é messo in tavola che già é anche
sparito. Ci siamo mangiati anche il codino!!
Ci
troviamo i soli maiali che girano indisturbati e qualche mucca.
C'é
acqua sia per la doccia che per lavarsi per bene i capelli con il bagno schiuma
che Carmelo ci ha portato .
E'
proprio una bella serata, peccato che sia già giovedì. Ci prepariamo per la
notte:
é
meglio rimanere vicino al bosco riparati dai grandi rami di questi alberi che ci
proteggeranno dall'umidità .
Infatti
domiamo bene.
Tappa
n° 5:
Partenza
Loc. "Sas Baddes" m.942 per località "S'Abba Arva " mt 200" Tempo ore
8
Partenza
presto , ma non prima delle 8.30 verso nord arriviamo attraverso un bosco
primario dove enormi alberi
sono
sradicati dal peso e appoggiati a terra oppure sono ripiegati a forma di arco
che ci suggeriscono l'idea di qualche bella foto .
Passiamo
davanti al piccolo cuile di "Sas Baddes" (Le Valli) ove non manchiamo di
immortalarci sia all'interno, sia sulla porte .
Da qui
su un sentiero appena accennato (bisogna andare a fiuto, meglio bisogna non
perdere di vista Seba.)
ed in
mezzo al bosco arriviamo a "Nuraghe Nereu" m. 835 bellissimo esemplare
di
nuraghe costruito con pietre di bianchissimo calcare dove ci attende uno
spuntino di mezza mattina e...
compare
di nuovo anche la nutella.
Arriviamo
all'inizio della valle dove ci aspetta il grande nuraghe "Nereu" con la camera
reale.
E' un
bellissimo nuraghe ancora solido e perfetto che domina da lontano la valla di
"Su Gorropu" che attraverseremo.
Scendendo
lungo un sentiero abbastanza marcato troviamo a guardia della gola di "Gorropu"
l'omonimo
nuraghe m.767 in tutta la sua imponenza (data la sua posizione).
Lungo
uno schienale suggestivo scendiamo alla località "Giunturas"
ovvero
il luogo dove si congiungono tre fiumi il Flumineddu,
il rio
Titione e il rio Orbisi. A primavera questi fiumi si riempiono d'acqua creando
vortici e cascate d'acqua.
Qui le
foto si sprecano: ma quante ne abbiamo fatte?
Leggermente
più a valle raggiungiamo l'ingresso della gola dove, per superare un laghetto
siamo
costretti a fare una doppia di 15 metri.
superata
questa arriviamo ai sifoni che dopo l'alluvione del 2004 non sono più
attrezzati.
e
dobbiamo quindi aggirarli inerpicandoci su un costone attrezzato alla bella
meglio
con
una ferratina artigianale ( Trattasi di ferrata del Supramonte. !! ).
Iniziamo
così la discesa del canyon saltando da una roccia all'altra, scivolando dove
non c'é corda.
Lasciandoci
cadere dove non ci sono passaggi, strisciando sulla schiena facendo a gara a
chi scivola meglio .
Ci
stiamo proprio divertendo. fino ad arrivare nelle vicinanze dell'imboccatura
nord ove possiamo
vedere
le imponenti pareti alte fino a 500 metri.
Tore
le guarda ammirato e già si vede in arrampicata.
Arriviamo
al fiume detto "Flumineddu" alle 7 di sera e dopo tante ore di marcia ci
accampiamo
finalmente in una spiaggetta
sulla
riva sx orografica nelle adiacenze di un laghetto dove facciamo un bagno
ristoratore.
Aspettiamo
i nostri amici cuochi per fare il fuoco e la cena a bordo fiume, ma non arriva
nessuno .
Seba
che non sembra mai stanco si avvia lungo la strada sterrata per cercare la Land
Rover.
Troviamo
i nostri amici cuochi a 15 minuti da noi che hanno parcheggiato
vicino
ad una fonte ( penso l'unica di tutto il Supramonte),
e
hanno già acceso il fuoco, cucinato la pancetta, fatto arrostire le salsicce ,
preparato
la tavola con pecorino sardo " very Original",
pomodori,
dolcetti sia per stasera che per domani mattina , c'é la coca cola ,
il
vino, l'acqua minerale e..la Nutella . Ma quante ne abbiamo ora ?
Vicino
al grande falò chiacchiere fino a tardi e ricordi della giornata.
Dopo
esserci abbuffati e bevuti , ci accampiamo non dopo aver creato delle buche
nella sabbia
del
fiume infilandoci nel sacco a pelo e coprendoci con un telo di
plastica.
Notte
dolcissima, non un filo di umidità
(A
Vito ha ricordato il bivacco di due anni prima a Cala Sisine in spiaggia
)
Qui
vicino alla riva dovrebbe essere umido.
Dormo
benissimo fino alla sveglia delle 6.
Tappa
n° 6:
Partenza
Loc. "S'Abba Arva " m.200 per Monte Oddeu, " Ovile Tziu
Raffaele"Tiscali"
Arrivo
lo. "Lanaitto" . Rifugio del "Gruppo Grotte" di Nuoro ore 10
Siamo
un po' dispiaciuti per l'avvicinarsi della fine del nostro trekking.
Colazione
con té, arance e dolcetti mentre il caffé sta finendo.
Partenza
di buon' ora alle 7.45 perchè non riusciamo mai a partire prima. Seba dice che
sarà lunga.
Aiuto
se lo dice lui sarà una tappa bella tosta.
Siamo
carichi di acqua, coca cola e l'immancabile Nutella, pane sardo , salsicce,
prosciutto, mele, dolci .
Già
dall'inizio la salita mette a dura prova il nostro stomaco che sta ancora
digerendo le salsicce e
il
Cannonau di ieri sera.
Iniziamo
a camminare su una sterrata poi girando a dx prendiamo una " strada bianca"
che
porta alla caserma della forestale dove da mesi non passa nessuno.
Erba
alta e pendenza del 20%.
Al
primo bivio giriamo a destra e iniziamo la risalita che ci porterà a fare più
di 700 m.
di
dislivello attraverso un sentiero di pietraia.
Ma
dove é il sentiero? Questa mi sembra una frana.
Arrivati
quasi in cima attraversiamo la frana e sopra di noi parte perpendicolare
una
parete dove dovremo arrampicarci
attraverso
una non sicurissima ferrata...(ai piedi della quale ci scordiamo una corda da
50m.) .
Spuntino
con pane , prosciutto, dolcetti ,arance e coca cola : oggi ci sentiamo in forma
sarà per via della Nutella
Questo
" tentativo di ferrata" senza veri appigli e con una specie di cavo d'acciao che
ha visto tempi migliori
ancorato
a rocce o a rami di ginepro ci mette alla prova e ci permette di andare in
cresta.
Dietro
di noi, anzi sotto di noi vediamo il fiume di ieri sera che sembra un rigagnolo
.
La
salita ci richiede estrema attenzione sia per non scivolare, sia per non far
cadere sassi sulla testa degli altri.
A
volte non sai proprio dove mettere i piedi, altre volte gli appigli sono sicuri,
altre
volte é meglio non pensarci e andare avanti.
Non
c'é traccia di sentiero e Seba va avanti per trovare il passaggio migliore.
Ho
veramente molti dubbi che i turisti vengano in massa da queste parti
.
Finalmente
arriviamo in cima al monte "Oddeu" m. 1063
Da qui
si gode un panorama a 360 gradi che permette di dominare tutto il Supramonte.
C'é
anche ricezione e qualcuno prende l'occasione per comunicare a casa che siamo
ancora
vivi e in buona salute. Io sto benissimo
Inutile
dire che il sentiero non é tracciato e che camminiamo ancora su campi solcati.
Per
fortuna gli scarponi reggono, scendiamo a vista su bellissimi lastroni di
calcare
fino
all'ovile di "Tziu Raffaele" m. 850 recentemente ristrutturato ad uso degli
escursionisti.
Sul
posto organizziamo la sosta pranzo ed il solito buon caffé.
Mezzo
pane con salsiccia e mezzo con Nutella.
Prendo
ancora appunti di viaggio per questa relazione mentre Seba mi ricorda i vari
passaggi .
Poi
riprendiamo a scendere verso "Badde Doroné" ,ma non si arriva mai .
Per
fortuna dopo giorni di cammino su pietraia ci troviamo su un vero sentiero che
perಠscende sempre.
Ci
vengono dei dubbi: ma bisogna sempre scendere?
Dubbio
presto risolto perchè la nostra guida ci porta ancora
in
cresta attraverso dei bellissimi (non per tutti) campi solcati arrivando ad
passaggio
segreto che lungo una ripida discesa
(
aiuto bisogna stare attenti) ci permette di scendere fino alla cresta del "Monte
Tiscali" m.518.
Tore é
proprio paziente e comprensivo. Ci incoraggia con la sua tranquillità e ci
aiuta nei passaggi difficoltosi.
Passiamo
da una parte della cresta all'altra e poi lungo una cengia di rara
bellezza
arriviamo a vedere dall'alto la "Curtigia" di Tiscali.
Ancora
qualche metro poi lasciamo lo zaino ed andiamo a visitare il suo
interno.
Ci
sono ragazzi che si alternano con funzione di guide locali e che ci danno la
descrizione
della
natura del luogo e del tipo di flora che qui é nata e che riesce a crescere a
dismisura.
Usciamo
e percorriamo la valle che sta a est di Tiscali "Doloverre" che sbuca alla
valle di Lanaitto.
Per
arrivare al Rifugio del Gruppo Grotte di Nuoro percorriamo un grande viale
alberato.
Ci
sembra il viale della liberazione. In effetti siamo un po' stanchi.
Tre di
noi sono avanti; mi giro per vedere gli altri quattro .
Mi
ricordano un film western solo che gli attori erano meno stanchi di noi.
Il
cerchio é praticamente chiuso, una settimana da sogno é già finita;
ancora
un'ora di cammino e saremo al rifugio dove fortunatamente ci attendono
Massimilano, Franco,
Tina
che hanno preparato la cena a base di "Patate in cappotto" (carne di
pecora).
Culurgiones(ravioli)
ogliastrini (Ogliastra) ripieni di patate e spezie,
gnocchi
sardi e vino a volontà compreso del Malvasia che va giù che é un piacere .
Prima
di metterci a tavola siamo andati a salutare Carmelo ed Efisio che ci offrono
una birra
e
contemporaneamente di procurano due belle forme di pecorino sardo .
Prima
di cena grande doccia ristoratrice per tutti.
Siamo
tutti un po' stanchi e "bevuti " e non tutti hanno tanta voglia di
chiacchierare.
I
nostri ospiti sono veramente cortesi e premurosi.
Dopo
aver preparato il pranzo, apparecchiato, sparecchiato, ripulito il locale ci
lasciano per permetterci di riposare.
Non
abbiamo parole sufficienti per ringraziarli.
La
sera non si tira tardi e si dorme nella veranda o sotto i grandi alberi del
piazzale ben lontani da chi russa.
La
notte é calda e le montagne qui attorno e che in questi giorni abbiamo
percorso sono illuminate dalla luna piena .
Ultimo
giorno:
Da
"Lanaitto" ad Olbia per l'imbarco
Partenza
per Olbia via Orose dove si fa sosta per un caffé e per effettuare delle
compere . dolcetti ecc
Poi
via ad Olbia luogo d'imbarco non prima di aver salutato le nostre guide
Sebastiano e Salvatore
con un
pranzo al ristorante.
Ci
hanno accompagnato fino qui e avranno un bel po' di strada per tornare a casa.
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