venerdì 18 ottobre 2013

Traversata del Supramonte


Il Supramonte é un massiccio calcareo molto simile a quello Dolomitico. Roccioso, impressionante, solitario, il Supramonte é senz'altro il cuore selvaggio della Sardegna, é la meta più suggestiva per camminatori, speleologi, arrampicatori. Nel percorrerlo si comprende la sua natura selvaggia e poco contaminata dalla presenza dell'uomo. L'itinerario si snoda fra doline, aspre cime rocciose, profonde gole, forre, grotte e anfratti fino ad affacciarsi al mare sul Golfo di Orosei, dove il bosco incontra il mare. Da una parte confina verso Oliena con delle alte pareti verticali chiamate anche le Dolomiti sarde, verso Dorgali e Urzulei c'é una lunghissima muraglia calcarea incisa a metà da un ciclopico intaglio, le gole di Gorropu, verso Orgosolo sbarrano il passo millenarie foreste di lecci. E' un'autentica fortezza che racchiude al suo interno la flora la fauna e lo spirito della Sardegna autentica, la Sardegna dei pastori che vivevano quassù isolati per mesi osservando le loro leggi non scritte. Lungo il percorso, inoltre, si incontrano diverse specie vegetali endemiche della Sardegna che hanno dovuto adattarsi ad un ambiente molto ingrato. Una sensazione particolare si ha quando si attraversa la foresta primaria di Sar Baddes che ci fa capire con la sua antica e maestosa bellezza quanto piccoli siamo noi semplici passanti. Dal Supramonte di Oliena, attraverso quello di Orgosolo, Urzulei, Baunei. Non mancano le testimonianze della presenza del popolo dei Nuraghe fino alle, più recenti, capanne dei pastori. Con un po' di fortuna é anche possibile incontrare qualche muflone ma di sicuro potremo ammirare il volo dell'aquila che dall'alto controlla il suo territorio.

Descrizione percorso:
PRIMO GIORNO ARRIVO E ACCLIMATAZIONE:
Partenza sabato 24 maggio 2009 da Livorno con la Nave della Moby alle ore 22.
Dormiamo sulla moquette vicino ai giochi per i bambini e vicino alla televisione che continua a trasmettere cartoni animati .
Collaudiamo il materassino e il sacco a pelo, contendendoci lo spazio con i bambini scalmanati .
Arrivo sabato 25 maggio a Olbia alle 7.30.
Ci dirigiamo verso Nuoro; all'incrocio tra Nuoro e Oliena, al bivio di Lula troviamo Sebastiano del CAI di Nuoro
che ci guida verso la sede del Gruppo Speleo di Nuoro.
Siamo nel territorio del Supramonte .
Direzione SU COLUGONE, poi bivio per LANAITTO.
La strada sterrata ci porta in una valle verdissima sul cui fondo si snoda il lago CEDRINO.
Sebastiano va sparato con una macchina predisposta
per il trasporto sul tetto di una canoa che dice di utilizzare su questo lago o al mare.
Il rifugio é una bella costruzione semplice composta da un atrio coperto e delimitato da un muretto,
una grande sala col camino e un piccolo locale ancora da terminare con 2 bagni e 2 docce.
Ci sono tavoli e sedie recuperate forse da scuole ? un paio di frigoriferi ( che mi sembra non funzionino)
e un grande lavello su un ripiano di cucina, gas e un mare di bottiglie e taniche per l'acqua.
Ci accolgono con tanta simpatia alcuni iscritti al Cai di Nuoro e simpatizzanti e conoscenti di Seba.
Ci offrono biscotti, Zedda Piras ghiacciato, vino, acqua, patatine, salatini, pane carasau ecc..
Nel frattempo una sig.ra ( non mi ricordo il nome) sta già preparando sul fuoco un ragù di pecora
con cui verranno conditi degli ottimi Malloreddus bagnati con Malvasia e vino nero.
Oggi é giornata " da pranzo" si sta tutti insieme parlando, mangiando, bevendo fino a sera in compagnia.
Da queste parti trascorrono i pomeriggi della domenica in questo modo.
Pomeriggio a verificare il peso degli zaini e delle attrezzature,
poi gita a Cala Gonone per un bagno e ritorno non dopo aver
sbagliato la strada! Continuiamo a ridere come pazzi.
Se anche domani sbagliamo il sentiero siamo a posto!!!
Non é ancora finita: occorre scaricare legna dalla macchina, accendere il fuoco per la cena a base di salsiccia,
carne di maiale, pomodori, olive con finocchietto selvatico e ancora vino e tanta simpatia.
Sul tetto un contenitore per l'acqua da 100 litri viene ricaricato con una pompa .
Aiuto la sera il contenitore é quasi vuoto. Ma dove é finita l'acqua?
Dopo ricerche con la pila si accorgono che manca un bullone su una tubazione che doveva essere
allacciata alla tubazione dell'acquedotto!!.
Si va a letto: materasso a terra con sacco a pelo sotto la veranda guardando il cielo e gustandoci il caldo della notte.

Tappa n° 1:
Su Cologone mt 175 - Su pradu m.1260 . Tempo ore 8
Sveglia alle 7 , controllo finale degli zaini e partenza con due macchine
fino alla sorgente Su Cologone, vicino al ristorante.
Su Gologone é il nome della principale risorgiva di un vasto sistema carsico situato nel comune di OLIENA,
con una profondità conosciuta di oltre 100 metri, ma ancora parzialmente inesplorato .
Il nome deriva probabilmente dal fatto che la sorgente somiglia ad una grossa gola.
Dalla risorgiva si origina un torrente che alimenta il fiume Cedrino Parcheggiamo le macchine dentro l'area cintata del rifugio
e con uno spostamento di macchine grazie anche all'amico Giovannino
arriviamo fino alla stazione di pompaggio di "Su Cologone".
Pieno di acqua alla sorgente e foto di rito.
Sono le 8 e affrontiamo il sentiero che porta alla stazione di pompaggio e da qui lungo una serie di tornantini
con vegetazione fitta e aggressiva ci addentriamo lungo un sentiero che sta scomparendo .
Dopo un'ora siamo già assetati, sudati e messi alla prova.
Abbiamo il sole in fronte e il sentiero che sembra all'inizio un sentiero da cristiani, poi si fa più stretto,
i rami si impigliano nello zaino, graffiano le gambe e le braccia e lasciano il segno.
Sarà il segno del Supramonte. Non solo non si vede dove metti i piedi, ma bisogna anche aprire un passaggio .
Infatti Seba estrae un coltello tipo RAMBO dallo zaino per tagliare i rami .
Cerchiamo un po' d'ombra e ci sgoliamo mezzo litro d'acqua. Aiuto se andiamo avanti cosଠrimarremo senza riserve da bere.
Fabio dice "ragazzi é sola la prima ora del primo giorno e sembra dura." Siamo tutti d'accordo .
Si arriva in cresta con vista sulla valle di Lanaittu. Sosta per vedere da dove siamo partiti.
E' un puntino in basso,molto lontano mentre la giornata é splendida, senza una nuvola e vediamo tutte le cime vicino a noi.
Riposo, foto e poi ci incamminiamo verso il MONTE UDDE' metri 908.
Da qui divisione del gruppo: una parte ai piedi del Cusidore per il sentiero di "Sas Seddittas",una parte a mezza costa ;
Seba e Vito salgono la cresta che li porterà in cima al Monte Cusidore con una bellissima vista e un'immane fatica.
Qualcuno si arrampica sulle rocce del MONTE CUSIDORE tagliando a mezza costa,
ma subito il passaggio che sembrava tracciato si perde tra le rocce e si fa fatica a seguire il sentiero.
Tutti i sassi sono uguali , non dobbiamo perdere vi vista chi ci sta davanti, altrimenti ci perdiamo.
Io Fabio e Tore preferiamo non strafare e andiamo sul sentiero verso una piccola sella SASSE DITTAS.
Già ci sembra di fare abbastanza
Arrivo alla forcella di "Sovana" m. 938 e sosta pranzo sotto un leccio gigantesco che Oliviero ha individuato
e dove un'ombra salutare ci accoglie aspettando Seba e Vito che, non abbastanza paghi della salita,
si sono fatti anche la cima di Cusidore .
Dopo 1 ora di meritato riposo e non dopo aver bevuto anche un caffé espresso fatto con una vera caffettiera,
ripartiamo lungo la interminabile cresta di monte "Sos Nidos" m. 1348.
Oltrepassiamo FRUNCU NIEDDU metri 911 ( vedi foto con il piede sulle rocce)
e ci avviciniamo alla FORCELLA DI SU CUSIDORE.
via di nuovo sotto il sole. Temperature altissime 35-40 gradi .Sembra estate avanzata.
Il sole é implacabile, il sentiero si snoda su creste e rocce bianche, bollenti e perfide
( se cadi ti fai veramente male) e lentamente guadagnamo quota
verso la CRESTA PER PUNTA SOSNIDOS che vuol dire " I nidi",
ma é soprannominata da noi tutti la punta Ammazzaturisti: ti sembra di arrivare, ma non arrivi mai.
Le rocce sono a volte lisce , a volte campi solcati di calcare.
Il gruppo é sfilacciato.
Siamo rimasti ultimi io, Vito e Fabio e ci nascondiamo sotto un leccino ancorato,
non si sa come a due spaccature di roccia.
Ci sono tre anticime di cui la prima, é invece un albero, poi ci sembra di essere arrivati alla seconda,
ma neppure qui c'é l'arrivo e alla terza finalmente possiamo guardarci in giro, ammirare il paesaggio
e aprire l'ombrello per ripararci dal sole.
Evviva siamo arrivati.
Ora dobbiamo solo scendere rigorosamente sempre in cresta per pernottare per la notte.
Ci avviciniamo ad un grande pianoro .
Località Su Pradu dove si puಠarrivare anche con dei fuoristrada e scendiamo per una strada sterrata
non prima di aver fatto una foto davanti ad una bella madonnina.
Da qui dopo una serie di tornanti raggiungiamo l'ovile di "Tuones" dove c'é un posto
per fare il fuoco e dove si organizza il bivacco.
Alle 20 compare un fuoristrada rinforzato Land Rover da cui Efisio e Carmine
scaricano acqua da bere e taniche con acqua per lavarsi ,birra, formaggio, vino,
la cena di questa sera, i dolci, la frutta, la colazione per domani mattina e il pranzo per il giorno dopo.
Sono attrezzatissimi e organizzati alla perfezione.
Scaricano tavolo e panche, preparano la tavola con la tovaglia e mettono tovaglioli, piatti, bicchieri.
Mettono pane Sardo e pane Carasau con l'aggiunta di vari tipi di pecorino su cui ci fondiamo a piene mani.
Portano un generatore e ci fanno luce con alcune lampadine.
Noi intanto parliamo della giornata e di quello che vorremmo per il giorno dopo:
qualcuno vuole uova sode? Mortadella? Prosciutto cotto? Sali minerali per limitare i danni delle sudate?
Sciampo? Nutella? pile? Coca Cola? Basta chiedere . Mi sembra un albergo a 4 stelle.
Scaricano un pentolone , ci mettono l'acqua e cominciano a far bollire la pecora con patate e cipolle.
Mentre aspettiamo la cena sgranocchiamo un po' di pane e formaggio, beviamo acqua minerale e vino . Ci voleva proprio.
Si stanno accendendo le luci dei paesi nella valle sottostante .
Finalmente si organizza il bivacco sulla terrazza, possiamo dormire comodi: cioé ci si puಠsdraiare senza problemi di
sassi e guardando dall'alto ORGOSOLO OLIENA e da lontano NUORO.









Tappa n° 2:
Partenza Loc. "Su Pradu" m.1260 per monte Corrasi mt 1463.
Arrivo all'ovile "Su Fumu" mt 947. Tempo ore 6
Oggi la tappa non é lunga e impegnativa come quella di ieri. Partiamo tranquilli alle 8.15,
dobbiamo rifare la strada sterrata che abbiamo percorso ieri in discesa.
Ora la strada é in ombra e possiamo ammirare i grandi lecci che costeggiano la strada:
sono immensi e con le loro radici tengono compatto il terreno che altrimenti franerebbe.
In effetti lo sterrato é attraversato da solchi scavati dall'acqua piovana dei temporali.
Arrivati in cima svoltiamo a dx in direzione sud/Ovest e camminiamo su un sentiero che sembra proprio un vero sentiero.
Saimo in fila indiana e Seba scatta foto a raffica.
Arriviamo in cima a PUNTA CORRASI m. 1463 da dove si domina tutta la provincia di Nuoro e il Supramonte.
Da qui il discorso cambia ed ecco ancora campi solcati, rocce coperte di arbusti profumatissimi di rosmarino , mirto e timo.
Rimangono tracce di peonie sfiorite e tantissimi ciclamini che si perdono in un paesaggio lunare dove c'é assenza di alberi o piante .
L'altro versante, al contrario é un bosco fitto di alberi.
Dietro di noi fotografiamo la cresta di ieri in tutta la sua maestosità ,
le sue tre anticime e ricordiamo la fatica contenti comunque di avercela fatta.
Anche qui é facile perdersi, il sentiero non si vede più ed é necessario trovare la via giusta per arrivare a SCALA E MARRAS.
Ce la prendiamo comoda anche perchè il sole é già veramente caldo,
non c'é vento se non quando il sentiero percorre il crinale che ci permette di vedere la piana di Oliena
in fondo alla valle circondata da montagne immerse nel verde e solcate da strade forestali.
Da una di queste strade arriveranno, dopo aver percorso diversi km, questa sera i nostri cuochi.
Sulla strada per P.ta "Cateddu" m. 1199 troviamo un'ottima ombra e ci fermiamo a bere e a rinfrescarsi
Non c'é nulla da fare: il Supramonte ti mette alla prova nel fisico e nell'animo e anche nei piedi.
L'occasione é buona per ricordare la vita dei pastori che per anni e con tanta fatica abitavano queste montagne ,
e che poi hanno progressivamente abbandonato.
Riprendiamo il cammino e troviamo ancora e campi solcati rocce.
Quando appoggi le racchette senti sotto il vuoto: sembra un formaggio con i buchi.
Non c'é più segnaletica, ma solo omini di pietra. C'é anche un omino a forma di uccello.
Ci guardiamo indietro e vediamo la CRESTA DEI CORRASI che abbiamo appena percorso
per poi scendere a vista dentro un fitto bosco di lecci alla radura sottostante .
Sembra un posto appena arato, ma sono i cinghiali e i maiali lasciati crescere allo
stato brado che cercano nel terreno radici, ghiande,
Tuberi e l'anno completamente rivoltato . Non é assolutamente facile camminare
qui e stare in equilibrio tra sassi taglienti, cespugli spinosi,
terra indurita dal sole e buche traditrici,
per poi raggiungere in 10 minuti la capanna in pietre dove organizziamo per il bivacco.
La capanna é una costruzione di pietre e muretti a secco ristrutturata di recente
per accogliere turisti di passaggio e composto
da uno stanzone con un piccolo camino in un angolo; c'é anche un tavolino
di fortuna e due sgabelli che quando ti siedi mettono alla prova il tuo equilibrio .
Questa é stata una tappa di trasferimento ,ma non per questo meno bella della altre.
Di pomeriggio alcuni preferiscono fare pennichella vicino alla radura sotto grandi lecci
dove c'é un po' d'aria perchà© il caldo é opprimente.
Seba e Tore, invece, vanno a fare ancora una camminata: ma dove trovano tutta questa forza?
Verso le 19 arrivano di Efisio e Carmelo con il menù:
gnocchetti sardi al sugo di carne e funghi formaggio, salsicce,
prosciutto crudo favoloso , pane, frutta, dolcetti, vino, acquavite, caffé.
Ieri hanno fatto quasi 24 km oggi certamente di più. Ma come fanno a trovarci su queste montagne?
Tore scarica sul PC portatile la rilevazione del GPS che abbiamo rilevato durante il percorso;
ogni giorno lo farà , poi ricarica le batterie e il GPS é di nuovo pronto per il giorno dopo.
Decidiamo di dormire tutti fuori, tranne Egidio che preferisce dormire dentro.
La mattina il risveglio di alcuni é stato allietato dalla presenza di una donnola particolarmente curiosa.














Tappa n° 3:
Partenza Loc. "Ovile Su Summu" m.947 con arrivo all'uscita Badde Pentumas" mt 200 . Tempo ore 10
La notte é stata fresca: forse era meglio dormire dentro..
La giornata non presenta salite. Partenza alle 8.30 in direzione nord-est
in marcia all'interno del bosco fino ad arrivare ad una cresta di calcare bianchissimo denominata "SERRA E SU LIDONE"
che seguiamo fino ad incrociare un compluvio sulla sx (nord-Ovest) , poi entriamo
sul greto di un torrente in secca percorrendolo per poche centinaia di metri raggiungendo
una grotta molto frequentata dagli speleologi nuoresi e da qui in 10 minuti siamo all'ovile di "Su Lidone" m. 655.
Cuile bellissimo che ci ispira una colazione prettamente sarda e si continua sul greto fin sotto "Monte Duavidda"
(in queste vicinanze disturbiamo il sonno di un piccolo di muflone che scappa spaventato)
ai piedi del quale si apre la valle di "PENTUMAS"
con un paesaggio mozzafiato veramente notevole e dove ci attendono 14 corde doppie tutte una diversa dall'altra.
Seba va avanti con Vito e mettono le corde, Tore ci controlla e chiude il gruppo.
Mi sto divertendo un sacco perchè ogni angolo é diverso ,
ogni roccia é particolare e ogni momento é buono per fare due risate
Anche se siamo solo in otto il tempo di imbrago e discesa ci rallenta molto.
Tra un corda e l'altra riusciamo a fermarci solo verso le tre affamati .
Altre due corde poi siamo nell'anfiteatro dove c'é la ferrata facoltativa di Pentumas.
Non tutti salgono e io me ne guardo bene, non mi sento ispirata .
Guardo in su e non li vedo già più, sentiamo solo le voci quindi io, Fabio e Oliviero
decidiamo di incamminarci verso la fine della valle passando vicino
a piante secolari altissime che si contendono la luce del sole .
Mi ricordano un po' le gole di Samaria a Creta.
Improvvisamente alla fine della gola
troviamo una strada sterrata forestale che interrompe la valle:
ma dove finisce l'acqua del fiume quando si ingrossa?
Praticamente attraversa la strada sterrata , la distrugge e poi la ricostruiscono. Bene!
Il nostro ricovero di questa notte é un'area di pic nic circondata da muretti a secco e un bel posto per fare fuoco.
Questa sera mi spettano almeno 3 bottiglie per la doccia.
Disfiamo gli zaini e spargiamo tutt'intorno quello che abbiamo portato per tutto il girono:
ma come facciamo a far stare tutto nello zaino? Siamo prestigiatori!
Quando arriviamo c'é già il fuoco acceso con l'acqua che bolle per i Malloreddus che saranno conditi con
carne di pecora in casseruola semipreparata dalla moglie di Efisio e terminata in cottura dal marito, poi pane,
formaggio, frutta, dolci Cannonau ecc e novità interessante la nutella e le banane.
La notte é stata molto movimentata dalla visita di grossi maiali attratti dai resti della cena e ci svegliamo
tra pile che si accendono e grida per allontanare i maiali, tentativi di acrobazia per uscire in fretta dai sacchi a pelo.
Ma loro proprio non si allontanano fino a quando non finiscono i resti . La mattina non ci saranno più.












Tappa n° 4:
Partenza Loc. "Troccos e Corrojos" m.220 per Su Sercone con arrivo a "Sas Baddes" mt 942 Tempo ore 8
Sveglia come sempre alle 6.30, ma come sempre non riusciamo a partire prima delle 8.15.
Gli zaini sono preparati a regola d'arte, l'acqua é stata caricata. Le bustine di Sali minerali sono pronte, la nutella é nello zaino .
Prendiamo la deviazione "TROCCU DE CORROJOS " e "Codula De Ozzastru"
(codula di olivastro)che é una bellissima valle all'ombra con un dislivello di 800 metri..
Spuntino e foto di rito vicino ad un ovile/riparo per pecore addossato alla parete. L'ovile é pieno di escrementi di pecore:
aiuto magari ci sono anche zecche!Arriviamo alla Dolina di
"Su Sercone"mt 885 che ha una circonferenza 1 km ed é profonda 200m.
Scendiamo su un terreno molto franoso e ripido verso un inghiottitoio carsico veramente notevole circondato
da esemplari di tassi secolari e con un microclima particolare. Risalita affannosa verso la cima dove sostiamo per la pausa pranzo:
il sole é caldo, ma all'ombra c'é vento, non
sappiamo più dove stare. Guardiamo intorno il panorama a 360 gradi della dolina giù in basso.
L'aria é fresca e la giornata limpida
Seba ricorda il nome di ogni luogo e tutti i toponimi
Il bosco che attraversiamo é pieno di lecci "mangiaginepro" cioé lecci che nel tempo si sono sostituiti ai ginepri
uccidendone le radici. Siamo nel bosco di "Sas baddes"
Seguendo una carrareccia arriviamo a "Campu e Su Disterru".
Ci incamminiamo verso il pianoro di "Donanicoro" ove visitiamo i ruderi del Nuraghe "Nuragheddu" mt 668 fatto con
pietre enormi che domina il campo. Prendiamo in direzione sud-ovest su sentiero inizialmente ben marcato ...
attraversiamo "Genna Gori" e poi su calcare seguendo ometti segnavia arriviamo a "Campu Su Mudrecu" (campo di cisto)...m.96
Sul tardi compare dal nulla Efisio, Carmelo e Ciuffetto con una motosega per la legna sul fuoco e con il pranzo della sera:
porcetto arrosto, formaggio arrosto ,salsiccia , formaggio Frue
( tipo Yogurt) da spalmare sul pane Carasau, fuoco, pane, vino, acquavite, coca cola, nutella e tutto con grande falò.
Il porceddu non fa in tempo ad essere messo é messo in tavola che già é anche sparito. Ci siamo mangiati anche il codino!!
Ci troviamo i soli maiali che girano indisturbati e qualche mucca.
C'é acqua sia per la doccia che per lavarsi per bene i capelli con il bagno schiuma che Carmelo ci ha portato .
E' proprio una bella serata, peccato che sia già giovedì. Ci prepariamo per la notte:
é meglio rimanere vicino al bosco riparati dai grandi rami di questi alberi che ci proteggeranno dall'umidità .
Infatti domiamo bene.





















Tappa n° 5:
Partenza Loc. "Sas Baddes" m.942 per località "S'Abba Arva " mt 200" Tempo ore 8
Partenza presto , ma non prima delle 8.30 verso nord arriviamo attraverso un bosco primario dove enormi alberi
sono sradicati dal peso e appoggiati a terra oppure sono ripiegati a forma di arco che ci suggeriscono l'idea di qualche bella foto .
Passiamo davanti al piccolo cuile di "Sas Baddes" (Le Valli) ove non manchiamo di immortalarci sia all'interno, sia sulla porte .
Da qui su un sentiero appena accennato (bisogna andare a fiuto, meglio bisogna non perdere di vista Seba.)
ed in mezzo al bosco arriviamo a "Nuraghe Nereu" m. 835 bellissimo esemplare
di nuraghe costruito con pietre di bianchissimo calcare dove ci attende uno spuntino di mezza mattina e...
compare di nuovo anche la nutella.
Arriviamo all'inizio della valle dove ci aspetta il grande nuraghe "Nereu" con la camera reale.
E' un bellissimo nuraghe ancora solido e perfetto che domina da lontano la valla di "Su Gorropu" che attraverseremo.
Scendendo lungo un sentiero abbastanza marcato troviamo a guardia della gola di "Gorropu"
l'omonimo nuraghe m.767 in tutta la sua imponenza (data la sua posizione).
Lungo uno schienale suggestivo scendiamo alla località "Giunturas"
ovvero il luogo dove si congiungono tre fiumi il Flumineddu,
il rio Titione e il rio Orbisi. A primavera questi fiumi si riempiono d'acqua creando vortici e cascate d'acqua.
Qui le foto si sprecano: ma quante ne abbiamo fatte?
Leggermente più a valle raggiungiamo l'ingresso della gola dove, per superare un laghetto
siamo costretti a fare una doppia di 15 metri.
superata questa arriviamo ai sifoni che dopo l'alluvione del 2004 non sono più attrezzati.
e dobbiamo quindi aggirarli inerpicandoci su un costone attrezzato alla bella meglio
con una ferratina artigianale ( Trattasi di ferrata del Supramonte. !! ).
Iniziamo così la discesa del canyon saltando da una roccia all'altra, scivolando dove non c'é corda.
Lasciandoci cadere dove non ci sono passaggi, strisciando sulla schiena facendo a gara a chi scivola meglio .
Ci stiamo proprio divertendo. fino ad arrivare nelle vicinanze dell'imboccatura nord ove possiamo
vedere le imponenti pareti alte fino a 500 metri.
Tore le guarda ammirato e già si vede in arrampicata.
Arriviamo al fiume detto "Flumineddu" alle 7 di sera e dopo tante ore di marcia ci
accampiamo finalmente in una spiaggetta
sulla riva sx orografica nelle adiacenze di un laghetto dove facciamo un bagno ristoratore.
Aspettiamo i nostri amici cuochi per fare il fuoco e la cena a bordo fiume, ma non arriva nessuno .
Seba che non sembra mai stanco si avvia lungo la strada sterrata per cercare la Land Rover.
Troviamo i nostri amici cuochi a 15 minuti da noi che hanno parcheggiato
vicino ad una fonte ( penso l'unica di tutto il Supramonte),
e hanno già acceso il fuoco, cucinato la pancetta, fatto arrostire le salsicce ,
preparato la tavola con pecorino sardo " very Original",
pomodori, dolcetti sia per stasera che per domani mattina , c'é la coca cola ,
il vino, l'acqua minerale e..la Nutella . Ma quante ne abbiamo ora ?
Vicino al grande falò chiacchiere fino a tardi e ricordi della giornata.
Dopo esserci abbuffati e bevuti , ci accampiamo non dopo aver creato delle buche nella sabbia
del fiume infilandoci nel sacco a pelo e coprendoci con un telo di plastica.
Notte dolcissima, non un filo di umidità
(A Vito ha ricordato il bivacco di due anni prima a Cala Sisine in spiaggia )
Qui vicino alla riva dovrebbe essere umido.
Dormo benissimo fino alla sveglia delle 6.























Tappa n° 6:
Partenza Loc. "S'Abba Arva " m.200 per Monte Oddeu, " Ovile Tziu Raffaele"Tiscali"
Arrivo lo. "Lanaitto" . Rifugio del "Gruppo Grotte" di Nuoro ore 10
Siamo un po' dispiaciuti per l'avvicinarsi della fine del nostro trekking.
Colazione con té, arance e dolcetti mentre il caffé sta finendo.
Partenza di buon' ora alle 7.45 perchè non riusciamo mai a partire prima. Seba dice che sarà lunga.
Aiuto se lo dice lui sarà una tappa bella tosta.
Siamo carichi di acqua, coca cola e l'immancabile Nutella, pane sardo , salsicce, prosciutto, mele, dolci .
Già dall'inizio la salita mette a dura prova il nostro stomaco che sta ancora digerendo le salsicce e
il Cannonau di ieri sera.
Iniziamo a camminare su una sterrata poi girando a dx prendiamo una " strada bianca"
che porta alla caserma della forestale dove da mesi non passa nessuno.
Erba alta e pendenza del 20%.
Al primo bivio giriamo a destra e iniziamo la risalita che ci porterà a fare più di 700 m.
di dislivello attraverso un sentiero di pietraia.
Ma dove é il sentiero? Questa mi sembra una frana.
Arrivati quasi in cima attraversiamo la frana e sopra di noi parte perpendicolare
una parete dove dovremo arrampicarci
attraverso una non sicurissima ferrata...(ai piedi della quale ci scordiamo una corda da 50m.) .
Spuntino con pane , prosciutto, dolcetti ,arance e coca cola : oggi ci sentiamo in forma sarà per via della Nutella
Questo " tentativo di ferrata" senza veri appigli e con una specie di cavo d'acciao che ha visto tempi migliori
ancorato a rocce o a rami di ginepro ci mette alla prova e ci permette di andare in cresta.
Dietro di noi, anzi sotto di noi vediamo il fiume di ieri sera che sembra un rigagnolo .
La salita ci richiede estrema attenzione sia per non scivolare, sia per non far cadere sassi sulla testa degli altri.
A volte non sai proprio dove mettere i piedi, altre volte gli appigli sono sicuri,
altre volte é meglio non pensarci e andare avanti.
Non c'é traccia di sentiero e Seba va avanti per trovare il passaggio migliore.
Ho veramente molti dubbi che i turisti vengano in massa da queste parti .
Finalmente arriviamo in cima al monte "Oddeu" m. 1063
Da qui si gode un panorama a 360 gradi che permette di dominare tutto il Supramonte.
C'é anche ricezione e qualcuno prende l'occasione per comunicare a casa che siamo
ancora vivi e in buona salute. Io sto benissimo
Inutile dire che il sentiero non é tracciato e che camminiamo ancora su campi solcati.
Per fortuna gli scarponi reggono, scendiamo a vista su bellissimi lastroni di calcare
fino all'ovile di "Tziu Raffaele" m. 850 recentemente ristrutturato ad uso degli escursionisti.
Sul posto organizziamo la sosta pranzo ed il solito buon caffé.
Mezzo pane con salsiccia e mezzo con Nutella.
Prendo ancora appunti di viaggio per questa relazione mentre Seba mi ricorda i vari passaggi .
Poi riprendiamo a scendere verso "Badde Doroné" ,ma non si arriva mai .
Per fortuna dopo giorni di cammino su pietraia ci troviamo su un vero sentiero che perಠscende sempre.
Ci vengono dei dubbi: ma bisogna sempre scendere?
Dubbio presto risolto perchè la nostra guida ci porta ancora
in cresta attraverso dei bellissimi (non per tutti) campi solcati arrivando ad
passaggio segreto che lungo una ripida discesa
( aiuto bisogna stare attenti) ci permette di scendere fino alla cresta del "Monte Tiscali" m.518.
Tore é proprio paziente e comprensivo. Ci incoraggia con la sua tranquillità e ci aiuta nei passaggi difficoltosi.
Passiamo da una parte della cresta all'altra e poi lungo una cengia di rara
bellezza arriviamo a vedere dall'alto la "Curtigia" di Tiscali.
Ancora qualche metro poi lasciamo lo zaino ed andiamo a visitare il suo interno.
Ci sono ragazzi che si alternano con funzione di guide locali e che ci danno la descrizione
della natura del luogo e del tipo di flora che qui é nata e che riesce a crescere a dismisura.
Usciamo e percorriamo la valle che sta a est di Tiscali "Doloverre" che sbuca alla valle di Lanaitto.
Per arrivare al Rifugio del Gruppo Grotte di Nuoro percorriamo un grande viale alberato.
Ci sembra il viale della liberazione. In effetti siamo un po' stanchi.
Tre di noi sono avanti; mi giro per vedere gli altri quattro .
Mi ricordano un film western solo che gli attori erano meno stanchi di noi.
Il cerchio é praticamente chiuso, una settimana da sogno é già finita;
ancora un'ora di cammino e saremo al rifugio dove fortunatamente ci attendono Massimilano, Franco,
Tina che hanno preparato la cena a base di "Patate in cappotto" (carne di pecora).
Culurgiones(ravioli) ogliastrini (Ogliastra) ripieni di patate e spezie,
gnocchi sardi e vino a volontà compreso del Malvasia che va giù che é un piacere .
Prima di metterci a tavola siamo andati a salutare Carmelo ed Efisio che ci offrono una birra
e contemporaneamente di procurano due belle forme di pecorino sardo .
Prima di cena grande doccia ristoratrice per tutti.
Siamo tutti un po' stanchi e "bevuti " e non tutti hanno tanta voglia di chiacchierare.
I nostri ospiti sono veramente cortesi e premurosi.
Dopo aver preparato il pranzo, apparecchiato, sparecchiato, ripulito il locale ci lasciano per permetterci di riposare.
Non abbiamo parole sufficienti per ringraziarli.
La sera non si tira tardi e si dorme nella veranda o sotto i grandi alberi del piazzale ben lontani da chi russa.
La notte é calda e le montagne qui attorno e che in questi giorni abbiamo percorso sono illuminate dalla luna piena .



















Ultimo giorno:
Da "Lanaitto" ad Olbia per l'imbarco
Partenza per Olbia via Orose dove si fa sosta per un caffé e per effettuare delle compere . dolcetti ecc
Poi via ad Olbia luogo d'imbarco non prima di aver salutato le nostre guide Sebastiano e Salvatore
con un pranzo al ristorante.
Ci hanno accompagnato fino qui e avranno un bel po' di strada per tornare a casa.  







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