BV1 Merens
Les Vals – BV2 Bagneres de Lucon
“… la sua unica compagnia è la sua ombra la sua unica
traccia è la sua orma …”
Preparo e sistemo il tutto
nei due borsoni; ho una tenda da quattro persone e la occupo tutta io da solo.
Ci impiego un’ora a sistemare il tutto, ora ho due borse che devo portare da
una base vita all’altra.
Verso le 9:15 quando
riesco a partire sta piovendo a dirotto ma non voglio perdere ancora tempo,
quindi infilo i panta-vento e metto la mantella. Cambio, inoltre, le scarpe
perché quelle che ho usato fino ad ora sono ancora troppo bagnate.
Con due chilometri di
asfalto si ritorna in paese e poi a sinistra si riprende il GR10. Da qui (1000
mt) ci sono circa 1500 metri di dislivello e 7 chilometri di salita per
arrivare in cima alla Crete de la Lhasse (2439 mt), poi altri 4 in discesa per
arrivare al Refuge de Ruhle.
Subito dopo poche
centinaia di metri incontro Laurent con
il quale condividerò gran parte di questo percorso. Iniziamo la salita verso il
colle e circa a metà della salita arriviamo a dei laghetti.
Ci sono dei bellissimi
cavalli neri talmente curiosi che si avvicinano per farsi accarezzare e per
cercare qualche zuccherino da chi passa; Laurent mi ha detto che sono originali
di questa zona.
Arrivati in cima al colle si apre qualche
spiraglio di sole e azzurro, ma è solo una fase momentanea; poi con una discesa sulla morena raggiungiamo il rifugio
dove ci sistemiamo alla meglio e ci prepariamo per affrontare la seconda parte
del percorso.
Io mangio un’ottima
frittata con formaggio e prosciutto e bevo una buona birra prima di riprendere
il cammino. Laurent è partito subito. Quando esco si è riannuvolato tutto, e le
nuvole sono talmente basse che non si vede niente.
Chiaramente prendo il
sentiero sbagliato e, prima di rendermene conto faccio due chilometri;
ritornato al rifugio prendo la direzione giusta che in salita mi porta dopo
circa un’ora sulla cresta spartiacque di Behl che divide le due valli.
Sono cinque chilometri di
cresta affilata con fulmini e un forte vento che, se non stai attento, ti butta
di sotto. In questo tratto ho tenuto tutti i sensi all’erta perché, viste le
condizioni meteo, era proprio pericoloso.
Finite le creste mi
riunisco a Laurent e percorriamo gli altipiani che, un colle dopo l’altro in
discesa passando per pascoli di mucche e cavalli, ci porta alla stazione
sciistica di Beille dove è situato il checkpoint CP6 – Station de Beille km189.
Alla stazione c’è
attrezzato un “Campo Indiano” dove ci sono locali per dormire e mangiare. Sono
quasi le 20:00 e inizia a fare buio e decidiamo di fermarci qui a dormire fino
alle 4:00.
Nella sala da pranzo
mangiamo delle buonissime lasagne e verso le 23:00 andiamo a dormire nella
Tepee.
Quando ripartiamo tanto
per cambiare piove. In cinque chilometri di discesa perdiamo circa 800 metri di
dislivello passando per la Cabane d’Artan fino alla Cabane de Clarans.
Il fango, l’acqua e la
nebbia regnano sovrani in questi posti, i sentieri oramai sono fiumi di fango
che arriva ai polpacci.
Non facciamo più caso a
dove mettiamo i piedi, tanto sarebbe inutile.
In questo ambiente da
folletti e ninfe proseguiamo, non riusciamo nemmeno a capire quanti chilometri
stiamo facendo, questi boschi sembrano luoghi surreali.
Incontriamo due ragazze
che stanno facendo il percorso da Endron a Beille, ci dicono che è da un po’ di
anni che stanno facendo il GR10 a pezzi. Ogni anno dedicano 2 settimane di
ferie per farne un tratto. Probabilmente ci vorranno ancora cinque o sei anni
per farlo tutto. Hanno degli zaini enormi ben equipaggiati e sanno arrangiarsi in qualsiasi situazione. Scambiamo
quattro chiacchiere e poi ripartiamo per il nostro cammino.
Dopo un continuo su e giù
raggiungiamo una casupola, la Cabane du Balledreyt, dove ci sono altri concorrenti
che si stanno riparando.
All'interno i proprietari hanno lasciato alcune
lattine di riso e latte. C'è una busta dove si possono lasciare dei soldi. Io,
avendo una fame da lup,i ne mangio una, bevo anche l’ennesima birra e lascio i
soldi che servono.
Questa volta quando
riprendiamo gli altri partiti prima sbagliano la prima deviazione mentre noi
prendiamo quella corretta che va in direzione del Col Pla de Montcamp.
Appena avvistiamo gli
altri li avvisiamo che hanno sbagliato e anche loro riprendono il sentiero
corretto.
Sul pianoro del Montcamp
ci fermiamo in una piccola fattoria “La cabane-fromagerie de Courtal Marti” con
dei giovani fattori che ci offrono del formaggio fresco e della marmellata. È
bello vedere questi ragazzi con la loro bimba che si occupano di questa
fattoria, gestiscono animali e sono gentili con tutti i viandanti.
Qui incontro Filippo e
dopo poco arriva anche Marta; vedo che più o meno siamo tutti vicini, dipende
da quanto ti riposi e quanto dormi per stare più avanti o più indietro nel
gruppo.
Proseguiamo lungo il crinale dove incrociamo diversi “coureurs” tra cui Vincent Hulin e Alexandre Lucas che stanno girando un film/documentario “LA COURSE DE MA VIE”. Alla fine del crinale, 1000 metri di discesa ci portano al paesino di Siguer.
Finalmente ha finito di
piovere, e sta uscendo il sole, così tolgo i pantavento prima di riprendere la
salita.
La salita al col de Grail
la facciamo tranquilli, sul sentiero c’è anche la targa in ricordo del
tracciatore del GR10. Scendiamo poi su strada bianca fino a Goulier dove è
situato il checkpoint CP7 – Endron km221.
Il CP è diviso in due
sezioni, sotto ci sono le tende per dormire, quella del medico (dove mi faccio
sistemare le vesciche ai piedi… non mi piace come si stanno mettendo!) e quella
dell’organizzazione. Sopra dove c’è il Gite, si può mangiare al self-service e io
di certo non me lo faccio scappare. Dopo circa un’ora e mezza ripartiamo, siamo
io, Laurent, Andre e Bernard.
Da Goulier (1100 mt) risaliamo nella foresta demaniale di Goulier
il Barrage d’Izourt (1660 mt) e con una discesa ripida arriviamo sul letto del
fiume Arties. Visto che il terreno sembra asciutto e c’è ancora luce abbiamo
deciso di prendere la variante consentita che scende rapidamente, risparmiando così
qualche chilometro.
Proseguendo lungo il fiume
ad un certo punto prendiamo la deviazione a sinistra che porta al refuge de
Prunadiere (2300 mt). Da qui il percorso in discesa verso Marc si svolge su strutture
in muratura che trasportano a valle l’acqua raccolta dai vari torrentelli.
Queste costruzioni sono molto
particolari perché permettono di camminare agevolmente anche col buio. Sono
ricoperte in gran parte da muschio, bisogna stare attenti solo a non prendere
troppa confidenza in quanto sono sollevate da terra e se si mette un piede in
fallo o si inciampa su di un ramo si rischia di finire di sotto.
Oramai è buio quando
iniziamo la discesa e devo stare attento anche perché ogni tanto gli occhi si
chiudono.
Arriviamo nel
caratteristico paesino di Marc verso le 22:00 e decidiamo di fermarci per
dormire qualche ora.
Qui ci sono già molti
concorrenti che hanno deciso di dormire e hanno occupato quasi tutti i posti:
Gite, casupole, tetti, stazioni di bus; allora noi ci spostiamo di qualche
chilometro e ci fermiamo in un altro Gite.
Quando alla mattina, sta
per albeggiare ritorniamo a Marc e prendiamo il GR10 che si inoltra nella foresta
demaniale di MontCalm.
Dopo la prima parte in
salita c’è un lungo tratto ancora sulle costruzioni per il trasporto
dell’acqua.
Chiaramente queste
costruzioni non hanno molto dislivello ed essendo lunghe quattro o cinque chilometri
decidiamo di correre un po’.
Quando inizia il sentiero
in salita che sulla sinistra porta ai laghi d’Escales e Majeur superiamo
Roberto Zanda, Filippo e Marta che questa notte hanno deciso di proseguire
senza dormire.
Al primo lago, “Etang
d’Escales”, c’è un bellissimo ponte in pietra che ci permette di passare alla
sponda opposta dove prosegue il sentiero che costeggia il lago.
In questo tratto noto
delle impronte lasciate sulla roccia, sembrano di animali preistorici.
Vicino al secondo e più
grande lago, “Etang Majeur”, c’è il bel rifugio de Bassies dove pensavo di
fermarmi un po’, già pregustavo la frittata che avrei mangiato, ma purtroppo lo
trovo chiuso.
Così dopo la delusione,
continuo a salire lentamente verso il Col de Bassies
Prima di arrivare al paese
di Aulus les Bains, al pont de la Mouline (785 mt) prendiamo a sinistra il
sentiero che porta verso le cascate d’Ars (1400 mt), le cascate du Fouillet
(1300 mt) e poi al Col d’Escots (1618
mt)
È un lungo percorso con
una salita impegnativa fino in cima alla cascata, sarà che siamo stanchi ma
questa salita sembra non terminare mai, non ti da un attimo di respiro! Dal Col
d’Escots si scende fino a Saint Lazier dove c’è il checkpoint CP8 – Escolan km283. Arriverò verso le
20:30.
Per dormire ci sono delle
tende mentre per mangiare c’è il Gite d’Escolan, una bella struttura dove posso
anche fare una doccia. Dopo aver mangiato, chiacchierato e scherzato con gli
organizzatori vado a dormire qualche oretta.
Incontro Marco che sta
aspettando Marta, mi dice che però ha dei problemi e non sa se potrà
proseguire. Io invece purtroppo mi accorgo di aver rotto le scarpe, sia nella
parte superiore che nella suola, si è rotta a metà e sento tutti i sassi sotto
il piede. La parte sopra riesco a sistemarla con dei cordini ma sotto è
impossibile da riparare, allora chiedo a Marco di vedere in giro domani quando
sta per andare al CP successivo, se trova un negozio dove mi può prendere un
paio di scarpe nuove.
Questa notte ha fatto freddo e purtroppo l'orso
dei Pirenei ha fatto una brutta fine!
Quando ripartiamo è ancora
buio ma siccome è una tappa lunga 40 km senza possibilità di ristori non
volgiamo perdere tempo. La prima salita ci porta al Col de Serre du Cot (1546
mt); arriviamo quando inizia a far chiaro e ci si presenta uno spettacolo
magnifico: si vedono le montagne sulla cresta di confine con la Spagna, il Mont
du Petit Valier, il Tuc de Berbegue, il Pic de Montaud.
Scendendo sul versante
opposto troviamo una fattoria che ha messo un banchetto per vendere bibite e
qualcosa da mangiare.
Alla fine della discesa
siamo nel paesino di Couflens dove ci sono diversi cartelli che indicano che
siamo nella foresta demaniale de Seix dove dobbiamo stare attenti a non dar
fastidio agli orsi perché possono diventare pericolosi e qui ce ne sono molti.
Quando iniziamo a salire nell’area
di parcheggio vediamo un concorrente che sta facendo colazione nel camper dove
ha dormito… c’è una bella differenza con l’assistenza! Saliamo sulla montagna
opposta fino ai 2000 metri del Couret des Etangs dove ci sono dei bei cavalli
con i loro puledri che vengono a conoscerci.
In alto, nel cielo,
svolazzano due rapaci. Sono grossi ma da così lontano non si capisce se siano
aquile o gipeti.
Lasciando sulla sinistra
la porta d’Aula scendiamo alla cabane d’Aula, siamo proprio sotto Les Cuns
d’Aula, C’è poca gente in giro anche perché i rifugi sono chiusi. Scendendo
verso Aunac incontriamo diversi laghetti e cascate.
Arriviamo al checkpoint CP9 – Aunac km323 verso le 16:00 dove
Marco è riuscito a trovarmi un paio di scarpe, sono delle Millet da
avvicinamento, le uniche che avevano, sono belle resistenti ma pesano più del
doppio delle scarpe da trail, comunque sicuramente meglio queste che le scarpe
rotte. Dopo circa un’ora dove ho mangiato e fatto asciugare la maglietta, riparto.
In salita passiamo un
piccolo complesso di case Esbit dove dei giovani fanno i contadini utilizzando
solo prodotti biologici. Hanno messo anche un cartello con le distanze da
alcuni posti conosciuti nel Mondo.
Arrivati al Col de Core
siamo in sei: io, Malamidis, Laurent, André, Charles, Lajus. Decidiamo di
prendere il GR10D che, con continui saliscendi in mezzo a distese di rododendri,
ci porta al Col d’Auedole.
Qui ci dividiamo e, mentre
gli altri vanno avanti, Laurent, André e io ci fermiamo a dormire in una baita
custodita da due ragazzi che ci ospitano e passiamo qualche ora a chiacchierare
vicino al camino prima di andare a dormire.
Alle 3:00 ripartiamo e
passiamo diversi colli tra cui il Col de Lazies (1880 mt) dove alcuni hanno
deciso di passare la notte.
Quando arriviamo al Cap
des Lauses inizia a fare chiaro e scendiamo vicino alla Cabane di Trapech (1540
mt) dove riprende la salita per il Clot du Lac (1821 mt).
Dal Clot, di nuovo in
discesa, verso la Passarelle de Grauillès (1080 mt) che ci permette di
attraversare il fiume omonimo e raggiungere finalmente, verso le 8:00, il checkpoint
CP10 –Valier km350.
Voglio fermarmi solo il
tempo per sistemarmi e fare colazione con ravioli, salsiccia, the e torta, ma
alla fine passa più di un’ora.
Da qui ci sono due salite
impegnative e 42 chilometri prima di arrivare al prossimo CP.
Riparto per la valle
dell’Arech e nella prima parte di sentiero devo fare i salti mortali per
evitare il fango che arriva ai polpacci. Poi, per fortuna, alzandosi di quota
il fango diminuisce e, arrivato al Col d’Arlech, scendo nel Vallée du Biros per
arrivare al Gitè d’Eylie (990 mt).
Salendo verso la Serre
d’Araing (2221 mt) si incontrano le miniere abbandonate Mines de Bentaillou. In
cima la cresta mi porta al lago d’Araing dove sorge il rifugio Jacque Husson
(1965 mt).
Arrivo al rifugio che sono
circa le 18:00, ho un senso di malessere generale, mi gira la testa e sono
molto stanco, probabilmente stare tanto tempo da solo mi crea un po’ di disagio.
Mi fermo quindi al rifugio
a mangiare e dormo nel locale invernale. Riparto verso le 2:00 e nel frattempo il
locale si è riempito di altri runners; oltre a Kai, Chris e Katja ci sono anche
Efrem, Luca, Vittorio e Maurizio e altri, il locale è pieno.
Quando inizio a camminare
c’è una nebbiolina spettrale, il sentiero va in salita fino al Col d’Auéran
(2176 mt) dove, senza accorgermi, mi ritrovo in mezzo a un gregge di pecore.
Mille occhi che ti
guardano, ma tanto sono pecore e non c’è da aver paura … mi ero però
dimenticato dei cani. I cani dei Pirenei sono simili ai nostri Maremmani però
più grossi.
Ci sono molti cartelli
prima dei pascoli dove spiegano come comportarsi quando li incontri.
Sono stati addestrati a tenere
a distanza dal gregge le persone abbaiando e si avvicinano fino a che non ti
allontani.
Mi sono girato solo una
volta per guardarli e vedere questi occhi illuminati dalla mia frontale, ma non
mi ha fatto un bell’effetto.
Senza correre, ma a passo
veloce, mi sono allontanato il più possibile prima di riprendere a respirare.
Una lunga discesa mi porta
a FOS dove si trova il checkpoint CP11 – Fos km391. Sono
le 7:00 del 26/07/2016.
Fos è una città di
frontiera e, dalla prima impressione mi sembra abbandonata, ci sono molte
strutture in disuso, alberghi, case, casinò. Probabilmente prima ha avuto anni
di fasti, ma ora conta solamente 200 abitanti.
Dopo qualche ora di riposo
riparto con Alexander alla volta di Bagneres de Luchon dove si trova la Base
Vita 2.
Dai 544 metri di Fos
dobbiamo salire al Pic de Bacanère a 2193 metri e poi la discesa sino alla BV2,
sono 27 chilometri.
Il tempo non è gran che, è
nuvoloso e nel bosco c’è molta umidità che crea una nebbia che ti bagna. A
quanto ci hanno detto al CP però dovrebbe essere meglio.
A metà salita, in
prossimità di una cabane, ci fermiamo a mangiare.
Col fornellino scaldiamo
un po’ d’acqua e mangiamo una buona carbonare liofilizzata.
Io gioco con un cane per
un po’ prima di riprendere il cammino.
Effettivamente, quando
siamo in prossimità del Picco, il tempo migliora e ci si presenta davanti uno
spettacolo: i Pirenei a 360 gradi.
Arriviamo dopo 1500 metri
di discesa alla base vita BV2 – Bagnères
de Luchon km418. Il campo si trova proprio all’interno dell’aeroporto.
Faccio nuovamente i test e
visto che c’è ancora chiaro mi lavo con una canna dell’acqua sul prato del
campo volo.
Dopo aver riposato in tenda
fino alla 01:30 mi preparo e mangio del riso.
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