BV3 La
Pierre st Martin – Finish Hendaye
“… la sua unica compagnia è la sua ombra la sua unica
traccia è la sua orma …”
Ci sono molti allevamenti.
Alcune pecore si sono messe in fila diligentemente, per essere munte. Al calar
del sole gli allevatori preparano gli animali per passare la notte.
Durante la discesa verso
Saint Engrace sale dai campi la bruma e dà a tutto il paesaggio un aspetto
surreale.
Le mucche e i cavalli non fanno nemmeno caso al mio passaggio come se
fossi uno di loro, e anch’io, ho la sensazione di far parte, da sempre, di
questo ambiente.
Dopo il bosco arrivo a
Saint Engrance; prima del paese incontro Pierre e Xavier che hanno allestito un
campo vicino a una stalla per dormire.
Decido di dormire qualche
ora qui in paese ed entro nel Gite di fronte alla chiesa. All’interno c’è Christopher
che ha avuto la mia stessa idea. Prima di dormire mi faccio un the.
Il mattino seguente mi
alzo alle 4:00 e dopo aver fatto colazione con the e biscotti riparto per il
prossimo CP – Iraty. Christopher ha voglia di riposare ancora un po’, così io
inizio ad andare avanti.
La prima parte segue la
strada fino alla Gorge de Kakuetta e al Col Pont d’Enfer, si prosegue in salita
verso il col de Kurutché. Io, purtroppo, distratto da mille pensieri non vedo
la deviazione e vado dritto per diversi chilometri, il sentiero mi sembra così
evidente…
Quando mi accorgo
dell’errore provo a guardare le cartine e il GPS ma vedo che l’unica cosa da
fare è tornare al bivio. Questo scherzetto mi è costato 2 ore buone.
Stando più attendo
proseguo fino al colle e ai pianori di Abarrakia. In basso, a destra, vedo il
Gorge d’Holzarté dove c’è la passerella che permette di passare dall’altra
parte.
Per perdere quota il GR10
mi fa fare un giro ad anello fino a un ponticello più a monte del Gorge.
Ritornando indietro fino alla Passerella dell’Holzarté riattraverso il Gorge.
Il sentiero è molto
scivoloso a causa dei torrentelli che lo attraversano, sono stati messe anche
delle corde e delle catene di sicurezza.
Incrocio molti turisti che
salgono al ponte per vedere il Gorge.
Quando arrivo in fondo
alla valle, sul ponte che attraversa il fiume, sono circa le 14:00 e mi fermo
nel punto di ristoro Gite Logibar (380 mt) che c'è vicino al parcheggio.
Dopo aver mangiato e
sistemato scarpe e calze riparto in salita dall'altra parte della strada. Il
sentiero prosegue in mezzo a boschi, distese di felci e campi.
Guardando avanti in
lontananza vedo il Col de Ugatzé dove devo arrivare … sembra qui vicino, ma ci
vorranno almeno due ore per raggiungerlo.
Ci sono molti acquitrini e
tanto fango che, in alcuni punti, ti costringe a uscire dal sentiero e andare
in mezzo al bosco se non vuoi immergerti.
Quando arrivo al Colle d’Ugatzé
ci sono dei pastori che stanno chiacchierando e mi offrono dell'acqua gasata,
che dire, certe volte, basta anche un piccolo gesto per darti la carica.
Arrivato al colle devo passarne altri tre per aggirare il Pic
des Escaliers.
È da questa mattina alle 4:00
che non vedo nessun altro runner, solo a pochi metri dal CP raggiungo Pierre e
Xavier. Il check point è costituito da una piccola struttura che penso serva
d'inverno per lo sci di fondo. Ho voglia di mangiare qualcosa di diverso, bevo
quasi un litro di brodo agli asparagi … mi sembra buonissimo! Visto che sono le
19:00 e, fra poco, inizierà a far buio riparto sulla cresta. Dopo un chilometro
il sentiero scende nel bosco con una bella discesa anche divertente da
corricchiare che mi porta al lago d’Iraty dove c'è un campeggio con tende e
camper e lo Chalet de Pedro. Mi fermo a bere un caffè con dei campeggiatori che
vogliono sapere qualcosa sulla corsa. Risalgo poi il colle successivo per la
cima di Occabe (1456 mt).
Quando inizio la discesa
oramai è buio e mi ricollego con Xavier e Pierre che erano partiti un po' prima
di me. In discesa arriviamo al Col d’Irau (1008 mt ) dove ci sono gli amici di
Pierre che gli fanno assistenza, sono Catherine e Philippe.
Mi fermo per bere qualcosa
con loro e quando decidono di fermarsi a dormire per qualche ora io riparto per
raggiungere il paesino di Esterencuby. Dalla cartina sembra vicino ma in realtà,
a causa del sonno, ci impiego qualche ora. C’è anche un colletto da passare ma
non mi accorgo neppure di aver fatto un pezzo in salita, per fortuna il
percorso non è complicato.
Arrivato a Esterencuby (231 mt) speravo di
trovare aperto il Gite ma, invece, è chiuso e, visto che sono le 3:00 e vorrei dormire almeno un'oretta, provo a infilarmi
nel sacco a pelo su dei bancali di legno. Nel paesino si è fermato anche Puzi
che ha scelto di dormire sulle panchine di un albergo che c'è lì vicino.
Dopo essermi girato e
rigirato per un’ora decido di ripartire, sono le 5:00, c'è ancora buio, la
prima parte del percorso è su strada, poi un sentiero mi porta al Col
d’Haindiague.
Siamo nei Pirenei Atlantici, e lo si intuisce anche dalla
vegetazione e dalle montagne, che non sono più tanto alte.
Scendendo da questa
collina arrivo al CP20- ST Jean Pied de Port km 763 (159 mt)
località famosa perché da qui parte il Cammino di Santiago. È il primo paese
grande da quando siamo partiti, mancano all’incirca 100 chilometri per arrivare
al traguardo.
A questo check point trovo
Filippo, Xavier e Pierre.
Appena arrivato al CP
faccio una bella doccia, devo togliermi quella sensazione di sonno che ho. Mi
cambio e metto pantaloncini e maglietta, la giornata è serena e penso che fra
un po’ inizierà a fare caldo.
Mangio due piatti di
ravioli e uno yoghurt e mi faccio medicare i piedi da un medico che si trova al
cp. Con Pierre e Xavier si è creato un buon feeling e decidiamo di proseguire
da qui assieme fino all’arrivo.
Verso le 10:30 ripartiamo
alla volta del prossimo CP, c’è una
salita di 1000 metri prima di arrivarci.
Bisogna stare attenti già
in paese a non sbagliare, ci sono tante indicazioni per i vari sentieri, ma noi
dobbiamo prendere il GR10.
Inizia a fare un caldo
micidiale che ti toglie le forze, e ci fermiamo sotto delle piante per riposare
… mi addormento subito! Dopo mezzoretta ripartiamo.
Arriviamo il cima al Pic
de Manhoa (1021 mt), non senza difficoltà, ci sono moltissimi rapaci che
svolazzano qua sopra, sfruttano le correnti calde che salgono dalla montagna.
Mi sento gonfio in faccia
e bruciato dal sole, per fortuna, scendendo, entriamo nel bosco che ci da un
po’ di refrigerio.
Continuiamo a scendere, a
metà strada troviamo una fonte dove possiamo dissetarci e infine arriviamo in
prossimità del paese di Baigorry.
Il CP si trova tre
chilometri dopo, esattamente a St Etienne. Arrivo alle 17 al checkpoint CP21 - St Etienne de Baigorry km780.
Anche qui una breve sosta
e siamo pronti per ripartire; effettivamente non ho ben capito come funziona
questo CP, non possiamo entrare nemmeno per andare in bagno nel Gite ma
dobbiamo stare fuori sotto la tenda, dove ci portano da mangiare e da bere.
Quando ripartiamo dobbiamo
subito affrontare una salita di 1000 metri al Pic de Buztanzelhay (1029 mt).
Per fortuna non fa più così caldo e quindi possiamo camminare un po’ più
speditamente.
Al colle troviamo
Catherine e Philippe che hanno preparato un campo con Coca Cola, caffè e
qualche biscotto … che lusso!
Catherine decide di unirsi
a noi fino al prossimo CP si uniscono anche Laurent e Christopher. Tutti
assieme affrontiamo la prossima serie di colli che, con dei saliscendi di 200
metri, ci portano al Pic d’Imparia quando oramai è già buio.
Iniziamo a sentire la
stanchezza che ci piega le gambe e quindi affrontiamo la discesa lentamente.
Arriviamo al checkpoint CP22 – Bidarray km797 alle 23:00. È
l’ultimo!
Mangio, mi sistemo di
nuovo i piedi e prima di dormire faccio quattro chiacchiere con i volontari, è
l’ultima notte e non riesco a rendermene conto che il viaggio sta per finire.
I primi quattro o cinque
chilometri sono un falso piano in discesa che scorrono via abbastanza
velocemente, poi iniziamo a salire verso il Col de Méhatché percorrendo un
sentiero abbastanza impegnativo con delle corde fisse.
Siamo sul confine con la
Spagna.
Incontro anche la mamma e
i figli di Efrem che sono venuti ad Ainhoa ad aspettarlo. Mi danno un buonissimo
panino con la nutella.
Un percorso di quasi 20
chilometri su un bel sentiero, per un tratto lungo il fiume La Nivelle.
Da Sare risaliamo verso La
Rhune dove c’è un treno a cremagliera che porta i turisti fino in cima.
Appena dopo il colle
incontro Massimo, è li fermo che sta riposando.
È una felicità vederlo ma
anche un dispiacere, felicità perché rivedo un amico, dispiacere perché pensavo
che fosse già arrivato da qualche giorno a Hendaye invece vederlo qui stanco mi
ha preoccupato.
Ho dovuto prendere una
decisione se fermarmi con lui o continuare come avevo promesso a Pierre e
Xavier.
Alla fine ho continuato il
cammino anche se il pensiero andava sempre a Massimo.
Mancano solo 20
chilometri.
Sul colle d’Ibardin
riprende a piovere insistentemente e iniziamo la discesa nella nebbiolina.
Xavier si ferma in cima al
colle per cambiarsi mentre io e Pierre iniziamo a scendere.
A metà della discesa ad un
bivio non ci accorgiamo di prendere il sentiero sbagliato.
Dietro di noi c’è il
ragazzo americano che avevo aiutato a Lhers, gli chiedo se ha visto Xavier ma risponde
negativamente, e se ne va senza dirci che stiamo sbagliando.
Per fortuna dopo poche
centinaia di metri ci accorgiamo e ritorniamo sul sentiero giusto.
Lo aspettiamo per quasi
un’ora e quando riusciamo a contattarlo al telefono ci dice che ha sbagliato
strada ma sta cercando di rientrare, ci vedremo vicino all’arrivo. Sembrava di
essere arrivati ma questi ultimi chilometri non finiscono mai.
Arriviamo a Hendaye alle
22:00, c’è buio e dobbiamo attraversarlo tutto perché l’arrivo è sulla
spiaggia.
“Sento l’odore salmastro
dell’oceano e vedo in lontananza il faro. Manca proprio poco …”
Ci incontriamo con Xavier
e arriviamo alla fine Hendaye km 866.
Sono le 22:27 di venerdì 4
agosto. Ho impiegato 394 ore 27 minuti per fare tutto il GR10.
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