venerdì 28 ottobre 2016

L'importante non è la meta ma il VIAGGIO: La corsa da BV1 - Merens a BV2 - Bagneres de Lucon

BV1 Merens Les Vals – BV2 Bagneres de Lucon


“… la sua unica compagnia è la sua ombra la sua unica traccia è la sua orma …




Mi sveglio alle 8:00.
Preparo e sistemo il tutto nei due borsoni; ho una tenda da quattro persone e la occupo tutta io da solo. Ci impiego un’ora a sistemare il tutto, ora ho due borse che devo portare da una base vita all’altra.
Verso le 9:15 quando riesco a partire sta piovendo a dirotto ma non voglio perdere ancora tempo, quindi infilo i panta-vento e metto la mantella. Cambio, inoltre, le scarpe perché quelle che ho usato fino ad ora sono ancora troppo bagnate.
Con due chilometri di asfalto si ritorna in paese e poi a sinistra si riprende il GR10. Da qui (1000 mt) ci sono circa 1500 metri di dislivello e 7 chilometri di salita per arrivare in cima alla Crete de la Lhasse (2439 mt), poi altri 4 in discesa per arrivare al Refuge de Ruhle.




Subito dopo poche centinaia di metri incontro Laurent  con il quale condividerò gran parte di questo percorso. Iniziamo la salita verso il colle e circa a metà della salita arriviamo a dei laghetti.

Ci sono dei bellissimi cavalli neri talmente curiosi che si avvicinano per farsi accarezzare e per cercare qualche zuccherino da chi passa; Laurent mi ha detto che sono originali di questa zona.

Arrivati in cima al colle si apre qualche spiraglio di sole e azzurro, ma è solo una fase momentanea; poi con una discesa sulla morena raggiungiamo il rifugio dove ci sistemiamo alla meglio e ci prepariamo per affrontare la seconda parte del percorso.



Io mangio un’ottima frittata con formaggio e prosciutto e bevo una buona birra prima di riprendere il cammino. Laurent è partito subito. Quando esco si è riannuvolato tutto, e le nuvole sono talmente basse che non si vede niente.
Chiaramente prendo il sentiero sbagliato e, prima di rendermene conto faccio due chilometri; ritornato al rifugio prendo la direzione giusta che in salita mi porta dopo circa un’ora sulla cresta spartiacque di Behl che divide le due valli.

Sono cinque chilometri di cresta affilata con fulmini e un forte vento che, se non stai attento, ti butta di sotto. In questo tratto ho tenuto tutti i sensi all’erta perché, viste le condizioni meteo, era proprio pericoloso.




Finite le creste mi riunisco a Laurent e percorriamo gli altipiani che, un colle dopo l’altro in discesa passando per pascoli di mucche e cavalli, ci porta alla stazione sciistica di Beille dove è situato il checkpoint CP6 – Station de Beille km189.

Alla stazione c’è attrezzato un “Campo Indiano” dove ci sono locali per dormire e mangiare. Sono quasi le 20:00 e inizia a fare buio e decidiamo di fermarci qui a dormire fino alle 4:00.


Nella sala da pranzo mangiamo delle buonissime lasagne e verso le 23:00 andiamo a dormire nella Tepee.


Quando ripartiamo tanto per cambiare piove. In cinque chilometri di discesa perdiamo circa 800 metri di dislivello passando per la Cabane d’Artan fino alla Cabane de  Clarans.
Il fango, l’acqua e la nebbia regnano sovrani in questi posti, i sentieri oramai sono fiumi di fango che arriva ai polpacci.
Non facciamo più caso a dove mettiamo i piedi, tanto sarebbe inutile.
In questo ambiente da folletti e ninfe proseguiamo, non riusciamo nemmeno a capire quanti chilometri stiamo facendo, questi boschi sembrano luoghi surreali.

Incontriamo due ragazze che stanno facendo il percorso da Endron a Beille, ci dicono che è da un po’ di anni che stanno facendo il GR10 a pezzi. Ogni anno dedicano 2 settimane di ferie per farne un tratto. Probabilmente ci vorranno ancora cinque o sei anni per farlo tutto. Hanno degli zaini enormi ben equipaggiati e sanno  arrangiarsi in qualsiasi situazione. Scambiamo quattro chiacchiere e poi ripartiamo per il nostro cammino.

Dopo un continuo su e giù raggiungiamo una casupola, la Cabane du Balledreyt, dove ci sono altri concorrenti che si stanno riparando.

 All'interno i proprietari hanno lasciato alcune lattine di riso e latte. C'è una busta dove si possono lasciare dei soldi. Io, avendo una fame da lup,i ne mangio una, bevo anche l’ennesima birra e lascio i soldi che servono.



Questa volta quando riprendiamo gli altri partiti prima sbagliano la prima deviazione mentre noi prendiamo quella corretta che va in direzione del Col Pla de Montcamp.
Appena avvistiamo gli altri li avvisiamo che hanno sbagliato e anche loro riprendono il sentiero corretto. 
Sul pianoro del Montcamp ci fermiamo in una piccola fattoria “La cabane-fromagerie de Courtal Marti” con dei giovani fattori che ci offrono del formaggio fresco e della marmellata. È bello vedere questi ragazzi con la loro bimba che si occupano di questa fattoria, gestiscono animali e sono gentili con tutti i viandanti.

Qui incontro Filippo e dopo poco arriva anche Marta; vedo che più o meno siamo tutti vicini, dipende da quanto ti riposi e quanto dormi per stare più avanti o più indietro nel gruppo. 

Proseguiamo lungo il crinale dove incrociamo diversi “coureurs” tra cui Vincent Hulin e Alexandre Lucas che stanno girando un film/documentario “LA COURSE DE MA VIE”. Alla fine del crinale, 1000 metri di discesa ci portano al paesino di Siguer.


Finalmente ha finito di piovere, e sta uscendo il sole, così tolgo i pantavento prima di riprendere la salita.
La salita al col de Grail la facciamo tranquilli, sul sentiero c’è anche la targa in ricordo del tracciatore del GR10. Scendiamo poi su strada bianca fino a Goulier dove è situato il checkpoint CP7 – Endron km221.



Il CP è diviso in due sezioni, sotto ci sono le tende per dormire, quella del medico (dove mi faccio sistemare le vesciche ai piedi… non mi piace come si stanno mettendo!) e quella dell’organizzazione. Sopra dove c’è il Gite, si può mangiare al self-service e io di certo non me lo faccio scappare. Dopo circa un’ora e mezza ripartiamo, siamo io, Laurent, Andre e Bernard.




Da Goulier (1100 mt)  risaliamo nella foresta demaniale di Goulier il Barrage d’Izourt (1660 mt) e con una discesa ripida arriviamo sul letto del fiume Arties. Visto che il terreno sembra asciutto e c’è ancora luce abbiamo deciso di prendere la variante consentita che scende rapidamente, risparmiando così qualche chilometro.


Proseguendo lungo il fiume ad un certo punto prendiamo la deviazione a sinistra che porta al refuge de Prunadiere (2300 mt). Da qui il percorso in discesa verso Marc si svolge su strutture in muratura che trasportano a valle l’acqua raccolta dai vari torrentelli.


Queste costruzioni sono molto particolari perché permettono di camminare agevolmente anche col buio. Sono ricoperte in gran parte da muschio, bisogna stare attenti solo a non prendere troppa confidenza in quanto sono sollevate da terra e se si mette un piede in fallo o si inciampa su di un ramo si rischia di finire di sotto.
Oramai è buio quando iniziamo la discesa e devo stare attento anche perché ogni tanto gli occhi si chiudono.
Arriviamo nel caratteristico paesino di Marc verso le 22:00 e decidiamo di fermarci per dormire qualche ora.
Qui ci sono già molti concorrenti che hanno deciso di dormire e hanno occupato quasi tutti i posti: Gite, casupole, tetti, stazioni di bus; allora noi ci spostiamo di qualche chilometro e ci fermiamo in un altro Gite.
Quando alla mattina, sta per albeggiare ritorniamo a Marc e prendiamo il GR10 che si inoltra nella foresta demaniale di MontCalm.



Dopo la prima parte in salita c’è un lungo tratto ancora sulle costruzioni per il trasporto dell’acqua.

Chiaramente queste costruzioni non hanno molto dislivello ed essendo lunghe quattro o cinque chilometri decidiamo di correre un po’.
Quando inizia il sentiero in salita che sulla sinistra porta ai laghi d’Escales e Majeur superiamo Roberto Zanda, Filippo e Marta che questa notte hanno deciso di proseguire senza dormire.



Al primo lago, “Etang d’Escales”, c’è un bellissimo ponte in pietra che ci permette di passare alla sponda opposta dove prosegue il sentiero che costeggia il lago. 
In questo tratto noto delle impronte lasciate sulla roccia, sembrano di animali preistorici.




Vicino al secondo e più grande lago, “Etang Majeur”, c’è il bel rifugio de Bassies dove pensavo di fermarmi un po’, già pregustavo la frittata che avrei mangiato, ma purtroppo lo trovo chiuso.
Così dopo la delusione, continuo a salire lentamente verso il Col de Bassies




Prima di arrivare al paese di Aulus les Bains, al pont de la Mouline (785 mt) prendiamo a sinistra il sentiero che porta verso le cascate d’Ars (1400 mt), le cascate du Fouillet (1300 mt)  e poi al Col d’Escots (1618 mt)







È un lungo percorso con una salita impegnativa fino in cima alla cascata, sarà che siamo stanchi ma questa salita sembra non terminare mai, non ti da un attimo di respiro! Dal Col d’Escots si scende fino a Saint Lazier dove c’è il checkpoint CP8 – Escolan km283. Arriverò verso le 20:30.



Per dormire ci sono delle tende mentre per mangiare c’è il Gite d’Escolan, una bella struttura dove posso anche fare una doccia. Dopo aver mangiato, chiacchierato e scherzato con gli organizzatori vado a dormire qualche oretta.

Incontro Marco che sta aspettando Marta, mi dice che però ha dei problemi e non sa se potrà proseguire. Io invece purtroppo mi accorgo di aver rotto le scarpe, sia nella parte superiore che nella suola, si è rotta a metà e sento tutti i sassi sotto il piede. La parte sopra riesco a sistemarla con dei cordini ma sotto è impossibile da riparare, allora chiedo a Marco di vedere in giro domani quando sta per andare al CP successivo, se trova un negozio dove mi può prendere un paio di scarpe nuove.

Questa notte ha fatto freddo e purtroppo l'orso dei Pirenei ha fatto una brutta fine!

Quando ripartiamo è ancora buio ma siccome è una tappa lunga 40 km senza possibilità di ristori non volgiamo perdere tempo. La prima salita ci porta al Col de Serre du Cot (1546 mt); arriviamo quando inizia a far chiaro e ci si presenta uno spettacolo magnifico: si vedono le montagne sulla cresta di confine con la Spagna, il Mont du Petit Valier, il Tuc de Berbegue, il Pic de Montaud.






Scendendo sul versante opposto troviamo una fattoria che ha messo un banchetto per vendere bibite e qualcosa da mangiare.

Alla fine della discesa siamo nel paesino di Couflens dove ci sono diversi cartelli che indicano che siamo nella foresta demaniale de Seix dove dobbiamo stare attenti a non dar fastidio agli orsi perché possono diventare pericolosi e qui ce ne sono molti.

Quando iniziamo a salire nell’area di parcheggio vediamo un concorrente che sta facendo colazione nel camper dove ha dormito… c’è una bella differenza con l’assistenza! Saliamo sulla montagna opposta fino ai 2000 metri del Couret des Etangs dove ci sono dei bei cavalli con i loro puledri che vengono a conoscerci.




In alto, nel cielo, svolazzano due rapaci. Sono grossi ma da così lontano non si capisce se siano aquile o gipeti.


Lasciando sulla sinistra la porta d’Aula scendiamo alla cabane d’Aula, siamo proprio sotto Les Cuns d’Aula, C’è poca gente in giro anche perché i rifugi sono chiusi. Scendendo verso Aunac incontriamo diversi laghetti e cascate.



Arriviamo al checkpoint CP9 – Aunac km323 verso le 16:00 dove Marco è riuscito a trovarmi un paio di scarpe, sono delle Millet da avvicinamento, le uniche che avevano, sono belle resistenti ma pesano più del doppio delle scarpe da trail, comunque sicuramente meglio queste che le scarpe rotte. Dopo circa un’ora dove ho mangiato e fatto asciugare la maglietta, riparto.
In salita passiamo un piccolo complesso di case Esbit dove dei giovani fanno i contadini utilizzando solo prodotti biologici. Hanno messo anche un cartello con le distanze da alcuni posti conosciuti nel Mondo.


Arrivati al Col de Core siamo in sei: io, Malamidis, Laurent, André, Charles, Lajus. Decidiamo di prendere il GR10D che, con continui saliscendi in mezzo a distese di rododendri, ci porta al Col d’Auedole.


Qui ci dividiamo e, mentre gli altri vanno avanti, Laurent, André e io ci fermiamo a dormire in una baita custodita da due ragazzi che ci ospitano e passiamo qualche ora a chiacchierare vicino al camino prima di andare a dormire.





Alle 3:00 ripartiamo e passiamo diversi colli tra cui il Col de Lazies (1880 mt) dove alcuni hanno deciso di passare la notte.



Quando arriviamo al Cap des Lauses inizia a fare chiaro e scendiamo vicino alla Cabane di Trapech (1540 mt) dove riprende la salita per il Clot du Lac (1821 mt).


Dal Clot, di nuovo in discesa, verso la Passarelle de Grauillès (1080 mt) che ci permette di attraversare il fiume omonimo e raggiungere finalmente, verso le 8:00, il checkpoint CP10 –Valier km350.

Voglio fermarmi solo il tempo per sistemarmi e fare colazione con ravioli, salsiccia, the e torta, ma alla fine passa più di un’ora.
Da qui ci sono due salite impegnative e 42 chilometri prima di arrivare al prossimo CP.


Riparto per la valle dell’Arech e nella prima parte di sentiero devo fare i salti mortali per evitare il fango che arriva ai polpacci. Poi, per fortuna, alzandosi di quota il fango diminuisce e, arrivato al Col d’Arlech, scendo nel Vallée du Biros per arrivare al Gitè d’Eylie (990 mt).





Salendo verso la Serre d’Araing (2221 mt) si incontrano le miniere abbandonate Mines de Bentaillou. In cima la cresta mi porta al lago d’Araing dove sorge il rifugio Jacque Husson (1965 mt).
Arrivo al rifugio che sono circa le 18:00, ho un senso di malessere generale, mi gira la testa e sono molto stanco, probabilmente stare tanto tempo da solo mi crea un po’ di disagio.

Mi fermo quindi al rifugio a mangiare e dormo nel locale invernale. Riparto verso le 2:00 e nel frattempo il locale si è riempito di altri runners; oltre a Kai, Chris e Katja ci sono anche Efrem, Luca, Vittorio e Maurizio e altri, il locale è pieno.
Quando inizio a camminare c’è una nebbiolina spettrale, il sentiero va in salita fino al Col d’Auéran (2176 mt) dove, senza accorgermi, mi ritrovo in mezzo a un gregge di pecore.

Mille occhi che ti guardano, ma tanto sono pecore e non c’è da aver paura … mi ero però dimenticato dei cani. I cani dei Pirenei sono simili ai nostri Maremmani però più grossi.
Ci sono molti cartelli prima dei pascoli dove spiegano come comportarsi quando li incontri.


Sono stati addestrati a tenere a distanza dal gregge le persone abbaiando e si avvicinano fino a che non ti allontani.
Mi sono girato solo una volta per guardarli e vedere questi occhi illuminati dalla mia frontale, ma non mi ha fatto un bell’effetto.
Senza correre, ma a passo veloce, mi sono allontanato il più possibile prima di riprendere a respirare.



Una lunga discesa mi porta a FOS dove si trova il checkpoint CP11 – Fos km391. Sono le 7:00 del 26/07/2016.
Fos è una città di frontiera e, dalla prima impressione mi sembra abbandonata, ci sono molte strutture in disuso, alberghi, case, casinò. Probabilmente prima ha avuto anni di fasti, ma ora conta solamente 200 abitanti.



Dopo qualche ora di riposo riparto con Alexander alla volta di Bagneres de Luchon dove si trova la Base Vita 2.
Dai 544 metri di Fos dobbiamo salire al Pic de Bacanère a 2193 metri e poi la discesa sino alla BV2, sono 27 chilometri.


Il tempo non è gran che, è nuvoloso e nel bosco c’è molta umidità che crea una nebbia che ti bagna. A quanto ci hanno detto al CP però dovrebbe essere meglio.
A metà salita, in prossimità di una cabane, ci fermiamo a mangiare.
Col fornellino scaldiamo un po’ d’acqua e mangiamo una buona carbonare liofilizzata.
Io gioco con un cane per un po’ prima di riprendere il cammino.




Effettivamente, quando siamo in prossimità del Picco, il tempo migliora e ci si presenta davanti uno spettacolo: i Pirenei a 360 gradi.






Passiamo in mezzo a diversi greggi di pecore che oziano al sole.



Arriviamo dopo 1500 metri di discesa alla base vita BV2 – Bagnères de Luchon km418. Il campo si trova proprio all’interno dell’aeroporto.


Faccio nuovamente i test e visto che c’è ancora chiaro mi lavo con una canna dell’acqua sul prato del campo volo.

Dopo aver riposato in tenda fino alla 01:30 mi preparo e mangio del riso.