mercoledì 30 ottobre 2019

padre armando CARPENEDO - la porta stretta

Cos'è la porta stretta se non Gesù Cristo? Nessuno può accedere alla vita di Dio senza di lui o a prescindere da lui. Egli è la via di Dio verso l'uomo e dell'uomo verso Dio. Ma è impressionante come nello stesso passo troviamo l'affermazione della necessità di entrare per la porta stretta e la disillusione riguardo a un'appartenenza fatta solo di carte d'identità e non di una vera trasformazione dell'identità. Infatti, il Signore aggiunge: «Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio». In questa apertura, scopriamo che la salvezza che viene solo da Cristo, non è retaggio esclusivo dei cristiani. Anzi, i cristiani nominali soltanto, sono di fatto senza Cristo, mentre ci sono persone che, senza colpa loro, sono in Cristo pur non avendolo esplicitamente conosciuto o riconosciuto. Sforziamoci di entrare sul serio.

martedì 29 ottobre 2019

Project Possible - missione compiuta

RECORD MONDIALE;  MISSIONE COMPIUTA



 Nirmal Purja ha raggiunto il vertice di tutti i 14 ottomila in soli 189 giorni !!!
 * Kim Chang-ho ha tenuto un precedente record di ciò in 7 anni, 10 mesi e 6 giorni.
 Leggi le notizie: https://bit.ly/31UoSx1

 Nirmal Purja, ex soldato Gurkha, nella sua ambiziosa missione - "Project Possible", ha raggiunto Shishapangma alle 8:58 (ora locale) oggi mattina.  Ha completato 14 ottomila in soli 189 giorni (Annapurna, 23 aprile a Shishapangma, 29 ottobre, Summit to Summit - 6 mesi 6 giorni).  Ha battuto il record dell'arrampicatore coreano Kim Chang-ho, che ha raggiunto il vertice di 14 ottomila in 7 anni, 10 mesi e 6 giorni.  Tuttavia, Kim detiene ancora il record di fare lo stesso senza ossigeno supplementare.

 Nirmal Purja aveva iniziato il suo "Progetto possibile" nel marzo di quest'anno.  Voleva stabilire un nuovo record scalando tutti i 14 ottomila in 7 mesi.  Nella scorsa primavera, ha iniziato questo progetto e ha fatto il primo vertice di Annapurna il 23 aprile e si è concluso con la prima fase con il vertice di Makalu il 24 maggio.  Nel mezzo, aveva sommato Dhaulagiri e Kangchenjunga rispettivamente il 12 e il 15 maggio.  Quindi, il 22 maggio, ha ridimensionato l'Everest e Lhotse.  Inoltre, come parte della squadra di soccorso, Nirmal ha salvato l'alpinista malese Dr. Wui Kin Chin, che era bloccato su Annapurna durante la sua discesa dalla vetta.  Alla fine della Fase 2, Nirmal ha raggiunto il vertice di 11 ottomila in soli 94 giorni (Annapurna dal 23 aprile a Broad Peak il 26 luglio, da vertice a vertice).  Nella fase finale, ha riunito Cho Oyu, Manaslu e Shishapangma rispettivamente il 23 settembre, il 27 settembre e il 29 ottobre.

 "Progetto possibile"

 1. Annapurna il 23 aprile 2019
 2. Dhaulagiri il 12 maggio 2019
 3. Kangchenjunga il 15 maggio 2019
 4. Everest il 22 maggio 2019
 5. Lhotse il 22 maggio 2019
 6. Makalu il 24 maggio 2019
 7. Nanga Parbat il 3 luglio 2019
 8. Gasherbrum - I il 15 luglio 2019
 9. Gasherbrum - II il 18 luglio 2019
 10. K2 il 24 luglio 2019
 11. Broad Peak il 26 luglio 2019
 12. Cho Oyu il 23 settembre 2019
 13. Manaslu il 27 settembre 2019
 14. Shishapangma, 29 ottobre 2019

 Foto per gentile concessione: Nirmal Purja MBE: "Project Possible - 14/7"

 #nimsdai #uksf # 14peaks7months #bremontprojectpossible #silxo #ospreyeurope #antmiddleton # digi2al #adconstructiongroup #omnirisc #summitoxygen #inmarsat #thrudark #gurkhas #sherpas #elitehimalayanaduhaal

padre Armando CARPENEDO - lievito

Lievito

Se dalla qualità del pane si può riconoscere la qualità del lievito, che tipo di lievito è quello che genera il pane che i politici danno ai popoli? Se dalla qualità del pane si può riconoscere la qualità del lievito, che tipo di lievito è quello che genera il pane che gli uomini di religione offrono ai popoli?
Se dalla qualità del pane si può riconoscere la qualità del lievito, che tipo di lievito è quello che genera il pane che gli uomini dei sistemi finanziari e bancari offrono ai popoli?
Che tipo di lievito è il lievito che genera la lotta per il dominio del pianeta? Che pane può offrire ai popoli la lotta per il dominio del pianeta?
Che tipo di lievito è il lievito che genera la competizione? Che pane può offrire ai popoli la competizione?
Che tipo di lievito è il lievito che genera gli eserciti, le armate? Che pane possono offrire ai popoli eserciti e armate?
Che tipo di lievito è il lievito che i governi dei grandi blocchi planetari stanno usando per costruire così tante armi come mai è successo nella storia dell’umanità? Che pane possono offrire ai popoli bombe dalla potenza incalcolabile, armi che possono distruggere parte dell’umanità in pochi minuti?
Che tipo di lievito è il lievito che forma le forze dell’ordine, che, anche se a volte in buona fede, sono a servizio degli stati e non del popolo? Che pane possono fornire le forze dell’ordine ai popoli, se agiscono per far rispettare la legge e non la dignità umana?
Che tipo di lievito è il lievito che genera le multinazionali, i potentati economici, le organizzazioni mondiali dei signori del potere? Che pane possono fornire ai popoli le multinazionali, i potentati economici, le organizzazioni dei signori del potere, che sono dediti e concentrati esclusivamente a servire i loro crudeli e spietati interessi?
Il pane dipende dal lievito. C’è un lievito che genera pane di morte, c’è un lievito che genera pane di vita. Questo è il tempo ultimo offerto dalla vita ai figli di Dio, tempo in cui il lievito, che è presente nel cuore di ciascuno dei figli di Dio, può fermentare di amore, di pace, di vita tutta l’umanità. Se i figli di Dio si uniscono insieme e formano una rete di vibrazioni spirituali così elevate da fornire nuove informazioni ed energia al pianeta e alla vita, il lievito del Maligno non potrà più sfornare pane tossico per avvelenare l’umanità.
Il regno di Dio non ha bisogno di potere politico e tantomeno di uomini di religione, e nemmeno di templi. Il regno di Dio non ha bisogno di sistemi finanziari e bancari, né di competere e dominare, non ha bisogno di eserciti, armate, bombe e forze dell’ordine. Il regno di Dio non ha bisogno di multinazionali, potentati economici, organizzazioni mondiali. Il regno di Dio ha bisogno di lievito, il lievito di cuori buoni e coraggiosi, che non cadano mai nell’ingannevole, allucinante convinzione che il male si possa sradicare combattendolo, ma credano con tutte le forze che il compito dei figli di Dio non è combattere il male, ma solo e sempre, umilmente ma tenacemente, seminare il bene, il perdono, l’accoglienza, la condivisione. Il regno di Dio è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata, e l’umanità mangerà il pane della gioia, il pane della pace, della serenità e della luce.

domenica 27 ottobre 2019

padre Armando CARPENEDO - la missione

Ognuno di noi è chiamato, con la sua speciale missione, a tracciare nuovi sentieri, a lasciare le sue impronte. Le più belle e più significative sono quelle che restano impresse nei cuori delle persone che incontriamo proprio lungo il cammino. Quanto ci ha segnato e segna la nostra missione? E quanto ha e ci ha insegnato? Al termine di questo breve cammino nel piccolo grande “mondo” della nostra missione quotidiana, è un interrogativo che dobbiamo porci, una domanda lecita che il Padre ci pone davanti. Non importa solo il “fare” e il “quanto” ma anche e soprattutto il “come”e il “perché”.  In fondo, il mandato affidatoci è così grande, che ci si sente come piccoli alunni che hanno un mondo da imparare e lo faranno piano piano, passo dopo passo. E così ho sentito forte il desiderio di chiedere ad una maestra della scuola dell’infanzia, uno di quegli angeli che accolgono i nostri bimbi e, con amore e professionalità, li accompagnano nel sentiero del futuro, di descrivere il tratto fondamentale della sua missione, per poter meglio comprendere la nostra.

«Insegnare, in effetti, è davvero una missione. Ti vengono affidati dei bambini, degli esseri indifesi, hai nelle tue mani le fasi più importanti della loro crescita. È un cammino lento e graduale, in cui cerchi di tirare il meglio da ognuno di loro, con amore e pazienza, gratificandoli, incoraggiandoli, sgridandoli quando è il momento giusto, ma soprattutto facendogli capire che possono sempre contare su di te, che sei lì per loro, perché trascorrono a scuola la maggior parte del tempo della giornata. E’ bello quando per sbaglio ti chiamano “mamma”, - afferma emozionata l’insegnante Mirangela Colella - perché in fondo ti senti un po’ la loro mamma. I bambini devono essere rispettati, così anche loro imparano a rispettarti e a rispettare gli altri. Per me è fondamentale creare un clima sereno e disteso, perchè solo così il bambino dà il meglio di sé. Farli sentire importanti li rende orgogliosi e fieri del loro “lavoro”».

Essere in tanti ed essere ugualmente e diversamente speciali: esiste una bellezza superiore a questa? Quando la missione ha come pane e acqua un ingrediente che si chiama Amore, insegna saziando quella stessa fame che è insita in ognuno di noi. E, se doniamo con tutte le nostre forze, siamo madri e padri, perché generiamo piccole tracce della nostra missione nel sentiero di chi condivide il cammino con noi, con la consapevolezza che il Padre è qui per me e che per me, suo figlio, ci sarà sempre. 

«Lasciare un segno nei bambini che hai accompagnato per tre anni della tua e della loro vita è gratificante e stupendo. – continua la maestra Mirangela - Quando per strada o in qualsiasi luogo ti senti chiamare da lontano “maestraaaa!!”, ti corrono incontro e ti abbracciano, questo è il momento più bello, cade tutto il lavoro pesante che pensi di aver fatto, ti sei stancata, perché questo è il segno che sei rimasta nei loro cuori, che hai lasciato questo segno. Poi vederli crescere, passare da un grado all’altro di scuola, vederli realizzarsi ti fa dire che questo è il lavoro che ho sempre sognato di fare!»

La nostra missione, quindi, lascia segno del suo passaggio, traccia vera e tangibile del nostro essere. Non è un caso che tra i significati etimologici del termine traccia, ci sia la seguente definizione: “primo abbozzo di un’opera”. Sì, con la nostra piccola traccia di missione noi contribuiamo al disegno di una grande opera, a quel misterioso capolavoro della nostra esistenza, il cui stesso sentiero è disseminato delle tracce degli altri: mentre insegniamo, gli altri ci segnano, proprio come ogni piccolo alunno segna inevitabilmente il cuore della sua dolce maestra.
Il mandato di ognuno di noi è e sarà differente, perché è una caratteristica del Creatore essere creativo, ma tutte, proprio tutte, rispondono all’invito di Gesù “Tu, vieni e seguimi!”. Non poi, non domani, ma da sempre!

padre Armando CARPENEDO - Presunzione

Presunzione

Dio è supremo amore, misericordia senza limiti, perdono assoluto e pieno, compassione e commozione sconfinata, tenerezza dolcissima e ineffabile, ma c’è un genere di uomini che nemmeno lui può perdonare. Chi sono? Sono quelli che vivono nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.

Dio non tratta con coloro che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non ascolta coloro che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non risponde a coloro che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non comunica, non parla, non dialoga con quelli che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non perdona, non comprende, non accoglie quelli che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non difende, non protegge, non sostiene coloro che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.
Dio non segue, non cerca, non guarda quelli che vivono
nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri.

Dio rispetta tutti i suoi figli e le scelte di tutti i suoi figli. Dio rispetta profondamente anche quelli che vivono nell’intima presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri, li rispetta ma non li aspetta. Non li aspetta tra le sue braccia, non li aspetta nella sua casa di luce. Nemmeno la vita eterna, la vita nella luce e nell’amore, li aspetta, perché dalla vita e da tutte le energie del creato chiunque si esalta sarà umiliato, e chi invece si umilia dalla vita e da tutte le energie del creato sarà esaltato.
BUONA DOMENICA A TUTTI. La Misericordia ha sempre la meglio.

giovedì 24 ottobre 2019

padre Armando CARPENEDO - divisione

Uno potrebbe chiedersi: Come può Cristo portare divisione? Ma la vera domanda sarebbe altra:Come può Cristo non portare alla divisione? In che senso? Non nel senso che Cristo divide per dividere. Ma nel senso che il suo annuncio - un annuncio non fatto di parole vuote o un continuo parlare d'amore senza volto - implica una scelta, una decisione per o contro di lui. Tante cose del vangelo rimarrebbero incomprensibili se non si superasse la moda di un cristianesimo ridotto a un budino di affetti per giungere ad abbracciare Cristo, a seguirlo, a metterlo al primo posto. Solo in questa luce possiamo capire il costo della sequela che Gesù dichiara, senza mezzi termini.

martedì 22 ottobre 2019

padre Armando CARPENEDO - pronti e beati

Pronti e beati

Siate pronti. Cioè svegli, scaltri, agili, leggeri. Siate pronti significa siate ininterrottamente, sempre centrati nella gratuità del cuore, rispettosamente sempre consapevoli, serenamente connessi, umilmente intelligenti, esistenzialmente preparati, capaci, affidabili.
Con le vesti strette ai fianchi. Cioè infaticabilmente ed efficacemente operativi nella gratuità. Con le vesti strette ai fianchi significa vigorosi nel servire umilmente e irrimediabilmente tenaci nel seminare il bene e la condivisione per la felicità di tutti. Significa essere inesauribilmente resistenti nel seminare ispirazione, pace, perdono, compassione e comprensione per il benessere di tutti.
E le lampade accese. La lampada rappresenta l’individuale essenza divina fornita a tutti gli uomini e le donne della terra. Individuale essenza divina che raccoglie in sé tutti i doni, la potenza spirituale, le capacità intellettuali, gli strumenti e i mezzi offerti all’uomo per vivere pienamente e felicemente la sua vita. Lampade accese significa che l’essenza spirituale e intellettuale dell’uomo, per dare veramente i suoi frutti in benessere e felicità, deve essere accesa, accesa nella fede. Fede che è essenzialmente non pensare mai male di Dio e della vita, non giudicare mai, mai, mai. La fede che permette all’uomo di sviluppare la propria essenza divina, mantenendo in ogni circostanza della vita uno sguardo interiore pieno di amore, tanto risvegliato nella consapevolezza, quanto immerso nella semplicità, tranquillamente e gioiosamente centrato, orientato, connesso a Dio, senza mai entrare in lotta e in sfida con la vita. Per evitare che la mente scivoli nel giudizio e nel pensare male di Dio è indispensabile la preghiera incessante.
L’invito di Gesù siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese, si potrebbe tradurre oggi per questa generazione: tenete l’intelligenza allenata nella gratitudine, lo spirito pronto e forte, il corpo atletico, energetico, sano, per seminare benessere e seguire il vangelo.
Pronti e beati

Siate pronti. Cioè svegli, scaltri, agili, leggeri. Siate pronti significa siate ininterrottamente, sempre centrati nella gratuità del cuore, rispettosamente sempre consapevoli, serenamente connessi, umilmente intelligenti, esistenzialmente preparati, capaci, affidabili.
Con le vesti strette ai fianchi. Cioè infaticabilmente ed efficacemente operativi nella gratuità. Con le vesti strette ai fianchi significa vigorosi nel servire umilmente e irrimediabilmente tenaci nel seminare il bene e la condivisione per la felicità di tutti. Significa essere inesauribilmente resistenti nel seminare ispirazione, pace, perdono, compassione e comprensione per il benessere di tutti.
E le lampade accese. La lampada rappresenta l’individuale essenza divina fornita a tutti gli uomini e le donne della terra. Individuale essenza divina che raccoglie in sé tutti i doni, la potenza spirituale, le capacità intellettuali, gli strumenti e i mezzi offerti all’uomo per vivere pienamente e felicemente la sua vita. Lampade accese significa che l’essenza spirituale e intellettuale dell’uomo, per dare veramente i suoi frutti in benessere e felicità, deve essere accesa, accesa nella fede. Fede che è essenzialmente non pensare mai male di Dio e della vita, non giudicare mai, mai, mai. La fede che permette all’uomo di sviluppare la propria essenza divina, mantenendo in ogni circostanza della vita uno sguardo interiore pieno di amore, tanto risvegliato nella consapevolezza, quanto immerso nella semplicità, tranquillamente e gioiosamente centrato, orientato, connesso a Dio, senza mai entrare in lotta e in sfida con la vita. Per evitare che la mente scivoli nel giudizio e nel pensare male di Dio è indispensabile la preghiera incessante.
L’invito di Gesù siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese, si potrebbe tradurre oggi per questa generazione: tenete l’intelligenza allenata nella gratitudine, lo spirito pronto e forte, il corpo atletico, energetico, sano, per seminare benessere e seguire il vangelo.

lunedì 21 ottobre 2019

Dalai Lama - Pensieri

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L'ottimismo non significa essere ciechi alla realtà reale di una situazione.  Significa mantenere uno spirito positivo per continuare a cercare una soluzione a qualsiasi dato problema.  Significa riconoscere che ogni situazione data ha molti aspetti diversi, positivi e problematici.
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Nel mondo di oggi, nonostante l'ampio sviluppo materiale, troppi mancano di pace interiore.  Un modo per contrastare la rabbia, la gelosia e la competitività è coltivare la non violenza e la compassione verso gli altri.
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Un approccio fondamentalmente positivo è quello di tenere conto dell'unicità dell'umanità.  Dividere il mondo in "noi" e "loro" potrebbe aver funzionato in passato, ma non funziona più.  Dobbiamo parlare dei nostri problemi con i nostri avversari, pensando a loro come ai nostri simili.
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Come esseri umani siamo tutti uguali.  Abbiamo questa meravigliosa intelligenza, che a volte crea problemi per noi, ma se influenzata dalla cordialità può essere davvero creativa e utile.  Questo è il contesto in cui avere principi morali è di così grande valore.
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Cosa c'è veramente di valore nella vita?  cosa dà significato alle nostre vite?  Non siamo nati per causare problemi o danni.  Per essere utili, dobbiamo sviluppare le buone qualità umane di base: calore, gentilezza, compassione.  Quindi la nostra vita diventerà più felice e più significativa.
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La visione del Mahatma Gandhi di un'India pulita e ordinata è diventata la visione di milioni di indiani che si sono uniti a #JanAndolan e hanno aiutato #SwachhBharatMission a un successo senza precedenti.  Questa non è la fine, ma l'inizio di un nuovo viaggio verso un'India #plasticfree e un mondo libero dalla plastica

Padre Armando CARPENEDO - Dipende

Dipende
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché ciò che possiedi non può fornirti alcun tipo di energia dedicata
alla vita del tuo essere spirituale, psichico, fisico.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché ciò che possiedi non può sanarti, se sei ammalato,
salvarti, se sei perduto,
proteggerti, se sei minacciato,
soccorrerti, se sei in pericolo.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché ciò che possiedi non può illuminarti se sei nell’oscurità,
non può aiutarti a scalare le vette dell’intelligenza, se sei nell’abisso della stupidità,
né condurti al sicuro sulla spiaggia della conoscenza, se anneghi nel mare dell’ignoranza.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché quello che possiedi, anche se può favorire il tuo potere,
determinare il tuo successo, accrescere la tua fama,
non può assolutamente fare nulla per la tua felicità.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché quello che possiedi
non sviluppa in te nessuna forma di amore, gratitudine, gioia.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
perché quello che possiedi non ha creato la tua vita,
non sostiene nel presente la tua vita,
e non entrerà mai a far parte della tua vita.
La tua vita dipende esclusivamente da quanto sai arricchirti davanti a Dio
in amore, gratitudine, gratuità, giustizia, misericordia e compassione.
La vita dell’uomo non solo non dipende da ciò che possiede,
ma ciò che l’uomo possiede ha il potere, come nient’altro
sulla faccia della terra, di renderlo incredibilmente stolto, sciocco, stupido.
La tua vita non dipende da ciò che possiedi,
semplicemente perché quello che possiedi non esiste realmente né in terra,
né in cielo, e davanti a Dio non ha alcun senso e significato.

domenica 20 ottobre 2019

Padre Armando CARPENEDO - troverà la fede sulla terra?

Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”». (Lc 18, 1-8)
Cominciamo col dire che una parabola non ha uno scopo descrittivo bensì pedagogico, intende cioè trasmettere un significato, un insegnamento. Non racconta una realtà ma una verità, ossia ciò che se vissuto potrebbe rendere la vita feconda e compiuta.
La parabola di oggi ci ricorda che la preghiera è anzitutto atto di fede (v. 8b), e fede altro non è che apertura, accoglienza, consapevolezza della vita che germoglia, cresce e sboccia dentro di sé.
La preghiera non è implorare, attirare, piegare a sé un dio lontano, perché Dio non è un ‘bene’ che si dà perché invocato, ma vita che impregna ogni realtà in modo preveniente e gratuito. Quindi la preghiera non è un momento tra i momenti della giornata in cui ricordarsi di un dio fuori di sé e magari supplicandolo in vista di qualche necessità, ma è stile di vita, modo di esistere; la questione non è ‘pregare’ ma divenire preghiera.
La preghiera è uno spazio di vuoto, di silenzio, di non attività, scevro di parole, immagini, concetti, idee e addirittura di ‘preghiere’, affinché il Dio già presente in noi possa finalmente compiersi, dilatarci e illuminarci. Infatti la Vita, la Luce, l’Amore, quella stessa energia che creò l’universo ora è dentro di noi, e se vi entriamo in contatto per via di consapevolezza, attraverso la spogliazione dell’Ego, allora saremo ricreati anche noi, diveniamo ogni momento ‘nuova creatura’, e cominceremo a vivere nel mondo della nostra stessa preghiera, ossia da vivi, illuminati, forti di quella energia dell’Amore che ci portiamo dentro.
Con la preghiera, «moriamo a noi stessi e risorgiamo oltre i nostri personali limiti a nuova vita in Cristo Gesù. Sappiamo bene che la sua vita presente in noi, il suo Spirito che inabita i nostri cuori, sono reali ed energia indispensabile alla nostra crescita» (John Main).
Diverremo infine capaci di giustizia dinanzi a tutti i tremendi giudici del mondo che non hanno riguardo per nessuno (cfr. v. 2) e faremo finalmente esperienza dell’amore che ci mancava per divenire uomini e donne compiute, ossia quello Sposo che è l’amore in grado di compiere il cuore di noi povere vedove.
VANGELO DELLA XXIX DOMENICA.

venerdì 18 ottobre 2019

padre Armando CARPENEDO- come e perché

Come e perché

Come devono andare i discepoli di Gesù nel mondo? Gesù è preciso: Ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Gesù manda i suoi discepoli nel mondo con la potenza del suo Spirito e della sua Parola ma vuole che siano pienamente consapevoli che andranno nel mondo come agnelli, cioè come persone miti e umili, assolutamente sganciate e libere da qualsiasi forma di potere e protezione umani. Vuole che siano pienamente consapevoli che il mondo li combatterà, li assalirà, esattamente come i lupi possono aggredire gli agnelli.
Con quale modalità i discepoli si devono presentare al mondo cui sono mandati? Gesù è preciso: non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. Gesù manda i suoi discepoli nel mondo con la grazia del suo Spirito e l’efficacia della sua Parola ma vuole che siano pienamente consapevoli che c’è un solo modo di espletare il mandato, ed è quello di farlo senza mai collegare il mandato ai soldi, ai possedimenti, al possesso, alla ricchezza, alle protezioni umane, ai legami e agli attaccamenti umani.
Perché Gesù manda i suoi discepoli nel mondo, qual è lo scopo del mandato? Gesù è preciso: Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: è vicino a voi il regno di Dio. Gesù manda i suoi discepoli nel mondo espressamente per due motivi: guarire i malati e annunciare al mondo che il regno di Dio è vicino. Cosa significa annunciare al mondo che il regno di Dio è vicino? Significa annunciare all’umanità che è assolutamente possibile per l’uomo vivere felice, sano, in pace e in armonia come Dio desidera. Significa ispirare l’umanità a immergersi nella Parola di Gesù che contiene tutte le informazioni, le procedure e l’energia per guidare l’uomo sulla strada della felicità e della pace.
Perché Gesù, insieme al mandato di annunciare la sapienza e l’intelligenza della Parola del vangelo, dona ai suoi discepoli la potenza di guarire tutte le malattie dell’uomo? A causa dell’ignoranza, del pregiudizio, dei tabù, del fanatismo, della superstizione, delle subculture, delle convenzioni, delle convinzioni umane, il messaggio di Gesù, annunciato dai discepoli, potrebbe essere facilmente rigettato dall’umanità e, rifiutando il messaggio di Gesù, l’uomo, di fatto, getterebbe via le procedure perfette e funzionali che possono permettere all’uomo di vivere nella gioia, nella felicità, nella salute, con intelligenza e in armonia. Per ridurre al minimo il rischio che, per molti motivi, l’umanità possa respingere le procedure del vangelo, e dunque allontanarsi dalla possibilità di essere felice e sana, Gesù ha fornito i suoi discepoli del potere di guarire i malati che incontrano lungo il loro viaggio, per dare un segnale estremamente forte, empirico, evidente, esperienziale della potenza, dell’intelligenza, della superiorità spirituale e intellettuale della Parola che i discepoli annunciano. Guarire gli ammalati fa parte integrante, sostanziale del compito degli annunciatori del vangelo, non solo per risollevare l’uomo dalla sofferenza e dalla degenerazione psicofisica, ma anche per rivelare all’umanità, in modo inequivocabile, inconfondibile, indubitabile, qual è la potenza reale, l’evidenza intellettuale, l’efficacia assoluta della Parola che i suoi discepoli annunciano secondo il mandato di Gesù, il figlio di Dio. La Parola di Gesù è indispensabile perché l’uomo possa guarire spiritualmente e intellettualmente, e per questo Gesù ha legato indissolubilmente la potenza e la bellezza dell’annuncio della sua Parola, alla potenza e alla bellezza del poter guarire l’uomo fisicamente.

mercoledì 16 ottobre 2019

Padre Armando CARPENEDO- Guai a Voi

Vangelo di Luca 11,42-46

In quel tempo, il Signore disse: «42 Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. 43 Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44 Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
45 Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». 46 Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»
Ti offendi

Guai a te, uomo, che sei ossessionato dall’osservanza della legge, perché sei un uomo dall’intelligenza inutilizzabile per generare benessere per l’umanità. Guai a te, uomo, che ti adoperi esasperatamente per rispettare le norme, perché sei un uomo incapace di rispettare l’uomo e sei un’arma letale in mano al potere per colpire e devastare l’umanità. Guai a te, uomo, che ti accanisci sui cavilli e ti ostini sulle regole e sulle prescrizioni e lasci da parte la giustizia e l’amore di Dio, perché sei un uomo decentrato da te stesso, sconnesso dalla vita, separato dagli altri, scollegato da Dio, sei un uomo che fa del conflitto la sua strategia e della violenza la sua forza.  
Guai a te, uomo, che ami i primi posti nei palazzi della religione, della politica, dell’economia, della scienza, della medicina, della cultura, che ti preoccupi in modo ossessionante di avere il riconoscimento e l’approvazione degli altri, il successo e la fama, guai a te, perché sei un uomo vuoto e svuotante, che possiede un’unica capacità, quella di svuotare di bellezza e grazia tutto ciò che tocca.
Guai a te, uomo ambizioso, perché sei come il sepolcro che non si vede, come l’abisso della morte ricoperto di candida, innocente glassa, patinata di moralismo e perbenismo, così che la gente ti passa a fianco e sopra senza saperlo e poi cade nelle tue fauci avide e fameliche. Guai a te, uomo della legge religiosa e politica, che carichi di pesi insopportabili l’umanità, e quei pesi tu non li tocchi nemmeno con un dito. Guai a te, che t’innalzi come rappresentante di Dio in terra e ti autonomini signore della giustizia nel mondo e ti offendi, ti offendi disgustato, in modo tanto arrogante quanto stucchevole, quando la verità e l’evidenza mostrano la malvagità del tuo cuore, la vanità delle tue intenzioni, l’ingiustizia delle tue azioni, la crudeltà dei tuoi progetti. 
Guai a te, uomo, che ritieni le forti ma amorose parole di correzione di Gesù un’offesa e non l’ultima occasione per risvegliarti, per ritornare in te stesso, per evolverti nella luce e nell’amore.

Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che ti offende,
chi coglierai come colui che ti rispetta?
Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che ti accusa,
chi coglierai come colui che ti difende?
Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che ti condanna,
chi coglierai come colui che ti perdona?
Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che non ti ama,
chi coglierai come colui che ti ama?
Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che non ti comprende,
chi coglierai come colui che ti capisce?
Guai a te, uomo, perché se cogli Gesù come colui che ti inganna,
chi coglierai come colui che ti dice la verità?

martedì 15 ottobre 2019

Padre Armando CARPENEDO - La cura

La cura

C’è un virus pericolosissimo che può colpire l’umanità, un virus capace di far degenerare l’energia spirituale, le capacità intellettuali, le strutture fisiche dell’uomo. È un virus che inquina l’energia spirituale dell’uomo, lo rende incapace di riconoscere la signoria di Dio, lo rende intellettualmente avido quanto stupido e stolto, cardiacamente malvagio, fisicamente sempre teso e rigido. È un virus che spinge l’uomo a disonorare la propria bellezza e il proprio fascino naturale e divino, per gettarsi deforme a celebrare il rito dell’ambizione, attraverso il culto della propria immagine, attraverso la divulgazione del marchio di se stesso e dell’esaltazione dell’esteriorità e dell’apparenza. È un virus che forza l’uomo a diventare avido e, in nome dell’avidità, a diventare competitivo, conflittuale, malvagio, crudele, possessivo, assetato di dominio e di controllo. È un virus capace di cristallizzare i collegamenti neuronali del cervello fino a rendere l’uomo incapace di riconoscersi come un essere meraviglioso, divinamente progettato e infinitamente collegato al tutto del creato e in grado di corromperlo intellettualmente fino a renderlo stupido, stolto, ignorante.
Il virus capace di infliggere tanto danno all’uomo è l’ipocrisia. È l’ipocrisia che convince l’uomo a pulire l’esterno del bicchiere e del piatto, e a mantenere l’interno pieno di avidità e di cattiveria. È l’ipocrisia che rende così stolti da non percepire, capire, riconoscere e comprendere che Colui che ha creato l’esterno dell’uomo ha creato anche il suo interno. Così stolti da non rendersi conto del fatto che curare l’esteriorità e l’apparenza, senza curare, amare, abbellire, aggraziare i pensieri intimi, i dialoghi interiori, le scelte decisionali profonde, è pura perversione, è un’azione spirituale e intellettuale che sconnette l’uomo dalla vita, lo sospinge a rinnegare Dio e la propria origine divina. C’è una cura per questo terribile virus? L’uomo può guarire da questa terribile patologia, anche quando è allo stadio terminale? Sì! Gesù stesso rivela la cura: Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. La cura che Gesù rivela per curare il virus dell’ipocrisia, e tutte le disarmonie spirituali e psichiche provocate dal virus, è la gratuità. Dai primi sintomi alla patologia conclamata, l’ipocrisia si può sempre curare con la gratuità, con il dono di se stessi, con la condivisione delle proprie energie, sostanze, ricchezze. Imparare a vivere la gratuità, predisporsi a fare le cose gratis, senza attendere e cercare ricompensa, plauso, successo, riconoscenza, è la cura contro qualsiasi forma di ipocrisia. La gratuità praticata con costanza e con amore purifica tutto, ma proprio tutto della vita dell’uomo in tutte le sue dimensioni, nella dimensione spirituale, psichica e fisica. Quando l’ipocrisia sta aggredendo l’uomo con la sua mortale tossicità, non c’è altra cura, perché egli possa guarire e purificarsi completamente, che generare la gratuità.
Gratuità è pregare in segreto per i fratelli, per il mondo, perdonare in segreto amici e nemici, donare il proprio tempo a chi ha bisogno, donare le proprie energie creative, economiche, senza mai nulla chiedere in contraccambio. L’ipocrisia sporca e inquina tutto dell’uomo, la gratuità purifica e sana tutto dell’uomo.

Padre Armando CARPENEDO. La scienza di Francesco

Padre Armando CARPENEDO. La scienza di Francesco

Si racconta di San Francesco nello Specchio della perfezione (Cap. 53), che un giorno venne da lui un dotto frate dell'ordine dei predicatori e gli espose una perplessità su un passo biblico. Francesco, pur non avendo gli studi del predicatore, aveva la scienza dell'esperienza umile del Signore. E, di fatto, la sua risposta chiarì i dubbi del frate che se ne andò esclamando: «Fratelli miei, la teologia di quest'uomo, attinta a purità e contemplazione, è aquila che vola; mentre la nostra Scienza striscia con il ventre a terra». Un'immagine e un contrasto eloquenti per dire che c'è una scienza che viene dallo studio dei libri e una scienza che viene dalla contemplazione del Volto. La prima rischia di gonfiare, la seconda, fondata sulla semplicità dell'amore edifica e illumina. Beato chi sa congiungere entrambe le scienze.
IMPARIAMO A RIFLETTERE SULLA PAROLA DI DIO.

lunedì 14 ottobre 2019

Padre Armando CARPENEDO. I segni

Padre Armando CARPENEDO. I segni

Quanti di noi, soprattutto quando sono posti davanti a grandi scelte, non chiedono al Signore un segno, un'indicazione per capire quale sia la sua volontà? Pensate che questa richiesta che viene da un cuore sincero irriti il Signore? No! Non in questo senso parla Gesù della generazione malvagia che chiede segni. C'è un chiedere segni, segnali, lumi e illuminazioni per vedere e per mettersi in cammino. E questo è un lavoro benedetto. Ma c'è un chiedere segni, sempre altri segni, per non vedere, per mancanza di volontà di cambiamento e di abbandono al Signore. Si chiede il segno non per avere luce, ma per avere scuse. Si vuole comprendere di più, non per donarsi di più, ma per guadagnare tempo. E mai espressione più ingannevole! Perché non si sta guadagnando tempo, si sta sprecando la propria vita, l'occasione dell'unica opera che conta: fare la volontà del Signore. Dire il proprio fiat.
Buon Lunedì.