lunedì 26 novembre 2018

Dio Esiste - Dio non Esiste - Albert Einstein


Il professore disse “Dio non esiste”. 
Uno studente lo fulminò con una risposta fantastica – Era il giovanissimo Albert Einstein.

Il professore disse “Dio non esiste”. Uno studente lo fulminò con una risposta fantastica – Era il giovanissimo Albert Einstein.
Un professore di filosofia ateo affermò dinanzi alla sua classe “Dio non esiste”.
Uno studente gli diede una risposta incomparabile che lo azzittì e mise a tacere ogni dubbio.

Un professore di filosofia, ateo, resta immobile davanti ai ragazzi della sua classe. Poi dice ad uno dei suoi studenti di alzarsi e gli chiede:
“Tu sei cristiano, ragazzo”
“Sì, signore” 
replica lo studente.
Ed inizia a fare delle domande a cui lo studente risponde prontamente: 
“Allora credi in Dio?”
Certamente.”
Il professore continua 
“Dio è buono?”
Lo studente: 
“Certo! Dio è buono.”
“Dio è onnipotente? Dio può fare qualsiasi cosa?” 
ribatte il professore.
“Sì, si”
Poi chiede al ragazzo 
“Tu sei buono o cattivo?”
“Secondo la Bibbia sono cattivo” 
risponde il ragazzo. Il professore a quel punto sorride e dice: 
“Ah! La Bibbia!” 
Riflette per un istante.
“Ti faccio una domanda. C’è una persona malata e tu puoi curarla. Puoi farlo. La aiuteresti? Ci proveresti?"

“Certo, signore”
“Quindi sei buono…!”
“Non direi questo.”
“Perché no? Aiuteresti una persona malata e storpia, se potessi. Quasi tutti lo farebbero, se si potesse. Ma Dio no.”
Lo studente resta in silenzio, mentre il professore continua: 
“Non lo fa, vero? Mio fratello era cristiano ed è morto di cancro, sebbene pregasse Dio di guarirlo. Allora come può essere buono Dio? Me lo sai spiegare”
Lo studente non risponde. 
“Non sai rispondere, vero?” 
afferma il professore. Poi prende un bicchiere, beve un sorso d’acqua così da concedere allo studente il tempo per rilassarsi. E poi dice allo studente: 
“Iniziamo di nuovo, ragazzo. Dio è buono?”
“Em…sì” 
dice lo studente.
“Satana è buono?”
Lo studente senza esitare dice ‘No.’
‘E dimmi, Satana da dove viene?’
Lo studente balbettando risponde. ‘Da Dio’
Dimmi figliolo: ‘Dio ha creato Satana, non è vero? e continua: “C’è cattiveria nel mondo?”
“Sì”
“II male è ovunque, vero? Dio è il creatore di tutto, giusto?”
“Sì, signore”.
Il professore senza sosta continua dicento: “Quindi, chi ha creato il male? Ragionando se Dio ha creato tutto, allora Dio ha creato anche il male, visto che il male esiste, secondo il principio che le nostre opere dicono chi siamo, allora Dio è malvagio”.
Lo studente si ammutolisce nuovamente. Il Professore continua ” Esiste la malattia? L’immoralità? L’odio? L’orrore? Tutte queste cose terribili esistono nel mondo?’
Lo studente risponde imbarazzato. 
“Sì”
“Allora dimmi, chi le ha create?”
Lo studente si zittisce nuovamente, il professore ripete la sua domanda. 
“Chi le ha create?” 
Non arriva nessuna risposta. A questo punto il professore inizia a camminare avanti e indietro per l’aula. La classe resta immobilizzata. Il professore rivolgendosi ad un altro studente dice:
“E tu figliolo credi in Gesù Cristo?”
Lo studente sicuro di ciò che sta per dire, afferma: 
“Sì, professore, ci credo”
Il professore si ferma e dice: 
“Secondo la scienza, hai 5 sensi per identificare e osservare il mondo che ti circonda. Hai mai visto Gesù Cristo?”
Risponde 
“No, signore. Io non l’ho mai visto”.
“E invece hai mai udito il tuo Gesù?”
“No, signore, né visto né udito”
Il professore continua 
“E lo hai mai toccato, assaggiato o hai mai sentito l’odore del tuo Gesù? Hai mai avuto una percezione sensoriale di Gesù Cristo, o di Dio, per quel che importa?”
“No, signore, purtroppo mai.”
“Ma continui a credergli?”
“Sì”.
Il professore allora “Secondo le regole del protocollo empirico, testabile e dimostrabile: la scienza afferma che il tuo Dio non esiste- Che mi dici a riguardo, ragazzo?’
‘Nulla’, risponde lo studente… ‘Io ho solo la mia fede’.
“Eh si, la fede”, replica il professore. “il problema che la scienza ha con Dio è proprio quello. Non esistono prove… solo la fede”.
Lo studente resta in silenzio e poi rivolgendosi al professore dice: 
“Professore, mi dica, esiste il caldo?”
“Sì”
“Ed il freddo, esiste?”
“Sì esiste anche il freddo”.
“No, signore, si sta sbagliando, non esiste”.
Il professore resta stupito e osserva in modo interessato. Nel silenzio della stanza si leva una voce e inizia: 
“Puoi avere molto calore, più calore, mega calore, super calore, calore illimitato, calore bianco, poco calore o assenza di calore, ma non abbiamo niente che si chiami ‘freddo’. Possiamo avere 458 gradi sotto lo zero, che non è calore, ma non possiamo andare oltre. Non esiste il freddo; altrimenti potremmo andare oltre i — 458 gradi. Ogni corpo o oggetto è suscettibile a studio quando ha o trasmette energia, e il calore è ciò che fa avere o trasmettere energia a un corpo o materia. Lo zero assoluto, meno (-458° F), è l’assenza totale di calore. Sa, signore, – freddo – è solo una parola che usiamo per descrivere l’assenza di calore. Non possiamo misurare il freddo. Possiamo misurare il calore in unità termali perché il calore è energia. Il freddo non è l’opposto del calore, signore, ma soltanto la sua assenza’.
Tutti restano in silenzio. Si sente cadere una penna da qualche parte, ma sembra un martello”
“E mi dica professore. Esiste il buio?”
Senza esitare il professore risponde: “Sì” e continua: “Che cos'è la notte se non esiste il buio?”
Il ragazzo sicuro di sé: 
“Eh no, signore, è in errore. Il buio non è qualcosa; è assenza di qualcosa. Possiamo avere la luce fioca, la luce normale, la luce brillante, la luce intermittente, ma se non hai la luce costante non hai niente e questo è il buio, giusto? Ecco il significato che attribuiamo alla parola. In realtà, il buio non esiste. Se esistesse, potremmo rendere l’oscurità più scura, giusto?’
Il professore sorridendo dice: 
“Quindi arriva al punto, figliuolo?”
“Certo, professore. Il punto è, la sua premessa filosofica è imperfetta dall’inizio e anche la sua conclusione lo è”.
Il professore sorpreso dice
“Imperfetta? In che senso, puoi spiegarmelo?”
Lo studente spiega: 
“Il suo discorso parte dalla premessa del dualismo. Sostiene che c’è la vita e quindi la morte; un Dio buono e allora un Dio cattivo. Vede il concetto di Dio come qualcosa di finito, qualcosa che si può misurare. Signore, la scienza non è in grado di spiegare neanche il pensiero. Usa l’elettricità e il magnetismo, ma non ha mai visto e ancora meno compreso appieno un pensiero. Vedere la morte come l’opposto della vita, vuol dire ignorare il fatto che la morte non può esistere come una cosa sostanziale. La morte non è l’opposto della vita, ma piuttosto l’assenza di vita.”
“Ora mi dica professore… Lei insegna ai suoi studenti che essi discendono da una scimmia?”
“Se si riferisce all'evoluzione naturale, certo che sì.”
“Ha mai osservato l’evoluzione con i suoi occhi, signore?”
Il professore scuote la testa, sorridendo, appena capisce dove sta approdando la questione. Un ottimo semestre, davvero.
Lo studente: 
“Signore, Siccome nessuno ha mai visto il processo evolutivo e non può neanche provare che questo processo sia continuo, lei, in realtà, non sta insegnando una sua opinione? In questo senso lei non è uno scienziato ma un predicatore.”
La classe sembra agitarsi. Lo studente resta in silenzio, finché tutti non si calmano e continua: 
“Per continuare con quanto stava dicendo prima all'altro studente, lasci che le faccia un esempio su ciò che voglio dire.” 
Lo studente rivolgendosi alla classe dice: 
Qualcuno di voi ha mai visto il cervello del professore?” 
Tutta la classe scoppia a ridere. 
“Allora, avete mai udito,toccato o percepito il cervello del professore? Nessuno sembra averlo fatto. Dunque, secondo le leggi del protocollo empirico, stabile, dimostrabile, la scienza afferma che lei non ha un cervello, con tutto il dovuto rispetto, signore.” 
e continua 
“Allora se la scienza afferma che lei non ha cervello, come possiamo avere fiducia nelle sue lezioni?”
La classe resta completamente in silenzio. Il professore fissa lo studente, con il volto iperscrutabile. 
Dopo un lungo silenzio dice: 
“Immagino che dobbiate avere fede”
Lo studente constata 
“Adesso lei ammette che ci sia la fede e infatti la fede esiste insieme alla vita. Signore, esiste il male?”
Il professore: 
“Naturalmente, esiste.” 
e spiega: 
“Lo vediamo ogni giorno. Ne è un esempio la mancanza di umanità tra gli esseri umani. È nella molteplicità dei crimini e della violenza ovunque nel mondo. Queste manifestazioni non sono nient’altro che il male”
Lo studente, allora, replica: 
Il male non esiste, Signore, o meglio non esiste di per sé; il male è semplicemente l’assenza di Dio. Come per il freddo o il buio, è una parola che l’uomo ha inventato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che avviene quando l’uomo non ha l’amore di Dio nella sua vita. È come il freddo che si sente quando manca il calore, o il buio che si percepisce quando non c’è luce.”
Il professore resta seduto.

Vi state chiedendo chi era lo studente? 
Era Albert Einstein.

domenica 25 novembre 2018

#4Tapascione di Matteo Corbetta

Il Tapascione. Post 04 di Matteo Corbetta
La TECNOLOGIA
Qualsiasi corridore per allenarsi utilizza i più svariati sistemi tecnologici per tenere sotto controllo la propria prestazione ma anche in questo caso il Podista e il Tapascione hanno differenze ben marcate. .
PODISTA:
Il podista si presenta ad una corsa composto da un 30% di Carne ed Ossa e il restante 70% da componenti elettronici..Tanti piccoli Agenti Gadget che si districano tra i sentieri e i marciapiedi.. Ogni funzione ha un suono diverso tanto che messi assieme creano una melodia che potrebbe essere incisa e messa in onda in qualche radio di musica Elettrica..
Indispensabile è l OROLOGIO Multifunzionale: Contapassi, GPS, Calcolo Distanza Velocità e Altimetria in Tempo Reale...Collegato alla Fascia Addominale registra Battito Cardiaco Pulsazioni e Calcolo di Calorie Bruciate; Collegandolo con il telefono è possibile utilizzarlo in caso di emergenze x chiamare il 118 o avvisare la Moglie che si è in Ritardo e intanto messaggiare con l'amante!!! Qualcuno meno attrezzato utilizza lo Smartphone anche perché con esso ci sono un sono sacco di App che ricostruiscono il percorso sul PC per poi condividerli e farsi fighi con gli amici...Infine le Cuffiette per la musica xke giustamente i rumorini di tutti gli strumenti danno fastidio...Allora le cuffie sono un ottima soluzione per isolarsi da tutto e tutti. Guai a quel Podista che non carica la batteria di ogni strumento perché anche solo un malfunzionamento è un DRAMMA!!!
TAPASCIONE 
Sì presenta nudo da ogni elemento elettronico perché per lui correre significa isolarsi da tutto...Niente telefono e l orologio è solo disegnato a Biro su un polso per presa in giro... Deve sopportare i rumorini delle apparecchiature dei podisti e gli unici rumori che emette sono flatulenze rutti e il primo stadio di Artrosi delle proprie articolazioni.
Oggi ho incontrato Oliviero Bosatelli...un uomo che ha solo vinto una Gara di 330 km tra i monti della Valle D'Aosta senza neppure dormire...Beh non gli ho fatto l'autografo perché non si può disturbare il Tapascione a fine corsa mentre mangia Pane e Salamella e Vin Brule.. Oliviero sarà per la prossima!!!
Osio Sotto 20 km
#Tapascione
#TapascioneVsPodista


sabato 17 novembre 2018

Tor des Glaciers 2019

il TOR si rinnova (da TOR)

possibile percorso del Tor des Glaciers
Il Tor des Géants®, nella sua versione “classica”, la più amata e la più ambita, decisa a celebrare in grande stile il suo decennale, sarà anticipata di due giorni dalla partenza della nuova competizione Tor des Glaciers, che si snoderà sui sentieri delle alte vie 3 e 4. La distanza sarà di complessivi 450 km e 32000m D+, che potranno macinare solo atleti dalla grande resistenza fisica e mentale e soprattutto con una perfetta conoscenza degli ambienti d’alta montagna. Gara molto lunga, dunque, ma ce ne sarà anche una molto breve, Il Tor du Malatrà, 30 km per 3000 m D+ da saldare nell’arco di una sola giornata. I concorrenti transiteranno nello stretto passaggio panoramico del celebre Col Malatrà  quasi a quota 3000 vivendo le stesse emozioni di chi il TOR lo sta per finire.

"La scoperta di 317 km di sentieri inediti attraverso due trekking della durata di 10 giorni ciascuno. 
Si tratta dell’Alta Via Selvaggia e dell’Alta Via dei Ghiacciai capaci di offrire emozioni ed esperienze che fino ad oggi nessun’altra Alta Via era stata in grado di garantire."


i segnavia:








Accanto alla gara classica, a settembre verrà organizzata una prova ancora più difficile lunga 450 chilometri, con un dislivello di 32 mila metri e il tempo massimo di 190 ore
E adesso come la mettiamo? 
  • 450 km
  • 32000 D+
  • 190h

Quando fu ideato, il Tor des Géants venne definito «l’endurance trail più duro del mondo». Già: una gara di corsa in montagna di 330 chilometri di lunghezza, 24 mila metri di dislivello, 150 ore di tempo massimo. Ma ora, per il decennale della competizione che si corre sui sentieri della Valle d’Aosta, in programma nel settembre 2019, gli organizzatori si sono inventati il Tor des Glaciers: percorso di 450 chilometri, dislivello di 32 mila metri, tempo limite di 190 ore. Insomma, ancora più duro della gara più dura. 
E’ tutta una questione di Alte Vie. Il classico Tor des Géants si disputa sulle Alte Vie 1 e 2. Ma esistono anche la 3, o Alta Via Selvaggia, e la 4, o Alta Via dei Ghiacciai. Sono le «Alte Vie dimenticate», come vengono chiamate nel titolo della guida scritta da François Burgay. L’idea era stata anticipata a La Stampa nel febbraio 2017 da Alessandra Nicoletti, presidente dei VdA Trailers, società organizzatrice della manifestazione: «Sulle Alte Vie dimenticate stiamo progettando un nuovo anello. E’ ancora in embrione, ma di certo sarà una corsa più dura del Tor».
E allora eccolo, il Tor des Glaciers. Come il Tdg classico, partenza e arrivo a Courmayeur. Spiega Nicoletti:
 
«Sarà lo stesso anche il senso di marcia antiorario perché l’obiettivo è far passare tutti i concorrenti dal Col Malatrà prima del traguardo». 

il percorso:

Inizio ALTA VIA 4 (via dei ghiacciai)

Courmayeur
Alta Via 2 originaria, risalendo la Val Veny,
rifugio Elisabetta 
Colle e vallone de Chavannes.
La Thuile
rifugio Deffeyes
Col Planaval,
villaggio di Planaval in Valgrisenche
degli Angeli
lago di San Grato
rifugio Bezzi
Col Bassac Deré
rifugio Benevolo
Col Rosset
Colle Nivolet
Pont di Valsavarenche
rifugio Vittorio Emanuele II
rifugio Chabod
passage du Grand Neyron
Col Loson
rifugio Vittorio Sella
casolari dell’Herbetet
Cogne, Gimillan
passo Des Invergneux
Fenêtre di Champorcher
rifugio Miserin
rifugio Dondena
Chardonney
Fine ALTA VIA 4 (via dei ghiacciai)

Alta Via 2

Chardonney
Colle della Fricolla
Crest, Colle Poussellin
Donnas

Alta Via 1

Donnas
rifugio Coda
rifugio della Barma
Colle Marmontana
Crenna dou Leui
Colle della Vecchia
Niel
Gressoney-Saint-Jean

Inizio ALTA VIA 3 (via selvaggia)

Staffal
Résy
Colle Cime Bianche
Plan Maison
rifugio Duca degli Abruzzi
Finestra di Cignana
rifugio Perucca-Vuillermoz
rifugio Prarayer
rifugio Crête Sèche
Col du Mont Gelé
bivacco Regondi
rifugio Letey
Col Champillon
Ponteilles Dessous
Colle Occidentale di Barasson
Colle del Gran San Bernardo
Col di Saint-Rhémy
Col des Ceingles
rifugio Frassati
Col Malatrà
Col Entre Deux Sauts
rifugio Bertone
Courmayeur.  
Fine ALTA VIA 3 (via selvaggia)

«Le Alte Vie 3 e 4, pur essendo state ideate insieme con le altre due, non le conosce nessuno - spiega Nicoletti -. Non sono mai state “promosse” perché sono percorsi non da escursionismo di massa in quanto presentano tratti con difficoltà alpinistiche. Rispetto al Tdg, il Tor des Glaciers è decisamente più impegnativo, di certo non è una gara per tutti, ma per atleti dalla grande resistenza fisica e mentale e con una perfetta conoscenza degli ambienti di alta montagna».
La nuova gara è già stata annunciata, ma il regolamento non c’è ancora. 
«Lo stiamo preparando - dice Nicoletti -, sarà pronto prima di Natale, spero nei primi giorni di dicembre, anche se il compito non è facile. 
Stiamo anche calcolando i tempi possibili di percorrenza. Non appena avremo tabelle precise contatteremo tutti i responsabili dei rifugi coinvolti per organizzare l’accoglienza con accordi ad hoc. 
Sarà un incontro operativo per capire cosa serve a loro e per dire cosa serve a noi. Vogliamo evitare di essere “ingombranti” nei loro confronti. Contiamo di organizzarlo entro la fine dell’anno».  
Intanto alcune certezze ci sono già. La più importante è il limite massimo di 100 concorrenti. E con una condizione particolare: dovranno tutti essere già finisher del Tor des Géants con un tempo al di sotto delle 130 ore.
  • 100 concorrenti
  • Finisher Tor des Géants (130h)

 «Così si può prevedere di avere partecipanti con una certa esperienza, che sanno gestirsi, che hanno le gambe e la testa adatte. E’ l’unica condizione che poniamo. Come tutte le prime edizioni, sarà un test. Poi, se l’anno dopo decideremo di riproporre questa gara, sulla base dell’esperienza potremo decidere se prevedere criteri diversi». 
Altra particolarità: l’autonomia quasi totale richiesta agli atleti. Spiega la presidente dei VdA Trailers: 
«I tratti non in comune con il percorso del Tdg non verranno tracciati. Non ci saranno i classici ristori come al Tdg. I principali punti d’appoggio per i concorrenti saranno i rifugi. E le basi vita saranno soltanto quelle toccate nel percorso in comune, quindi Cogne, Donnas e Gressoney». 
Serviranno molti volontari in più? 
«No, proprio per questo non ci sarà bisogno di aumentarne il numero». 
Saranno previsti percorsi alternativi? 
«Sì - risponde Nicoletti -. Il fatto che ci sia già il tracciato del Tdg (a sua volta con percorsi alternativi) ci rende il compito più facile».  
Tra le ipotesi allo studio c’è anche una rivoluzione della regola sul materiale obbligatorio, spesso motivo di critiche e polemiche. 
«Stiamo facendo una riflessione - spiega Nicoletti -. Nell'organizzazione stiamo arrivando a un livello di assistenza un po’ eccessivo e l’impressione è che da parte degli atleti cali il livello di attenzione nei confronti delle difficoltà della prova che stanno per affrontare.
Il concetto che vorremmo introdurre, invece, è l’approccio consapevole e responsabile alla gara. I'organizzatore prepara il tracciato per mettere tutto in condizioni di sicurezza, ma non devo prendere per mano il concorrente ogni volta che c’è una difficoltà da affrontare. 
Un trail non è una corsa in città. Il concorrente deve essere consapevole che va ad affrontare la montagna con quote fino a 3000 metri, sentieri che possono essere difficili, meteo che cambia senza preavviso, tratti isolati dove se prendi una storta i soccorsi non saranno immediati. Quindi il passaggio è: non ti obbligo a portarti l’attrezzatura adeguata ma ti consiglio di farlo, poi la scelta è tua. Certo, prima occorre rendere consapevoli i concorrenti di ciò che andranno ad affrontare perché non tutti vivono e si allenano in montagna. E questo lo faremo con adeguate comunicazioni e informazioni».  

Per la decima edizione del Tdg, oltre alla novità del Tor des Glacier, sarà organizzato anche il Tor du Malatrà da 30 chilometri. Inoltre il Tot Dret (alla terza edizione, 130 chilometri da Gressoney-Saint-Jean) cambierà nome in Tor Dret. E ancora: «I finisher del Tot Dret di quest’anno che vorranno iscriversi al Tor des Géants 2019 – annuncia Nicoletti - avranno una corsia preferenziale e non passeranno dal sorteggio».  Si comincerà la sera di venerdì 6 settembre con il via del Tor des Glacier. Poi alle 12 di domenica 8 la partenza del Tor des Géants. Quindi alle 21 di martedì 10 toccherà al Tor Dret. Infine alle 10 di sabato 14 il debutto del Tor du Malatrà da Saint-Rhémy-en-Bosses. Tutti i concorrenti di tutte le gare dovranno tagliare il traguardo di Courmayeur entro le 18 di sabato 14.