mercoledì 7 dicembre 2016

Discorso ai bambini di Papa Francesco sulla Pace

Fondazione Fabbrica della pace

CITTA' DEL VATICANO

"Perché tanti potenti non vogliono la pace? Perché vivono delle guerre". 
"vende le armi all'uno contro l'altro e poi anche all'altro contro il primo". Dietro le guerre, c'è sempre anche "l'industria delle armi". 
"Questo è grave: alcuni potenti guadagnano la vita con la fabbrica delle armi e le vendono a questo Paese perché vada contro quello... E' l'industria della morte".
"Voi sapete che è la cupidigia che ci fa tanto male. La voglia di avere di più, di più, più denaro. E quando noi crediamo che tutto gira intorno al denaro". 
"Il sistema economico gira intorno al denaro, non intorno alla persona, all'uomo e alla donna: si sacrifica tanto e si fa la guerra per difendere il denaro". 
"Per questo tanta gente non vuole la pace: si guadagna di più con la guerra. Si guadagnano i soldi, ma si perde la vita, si perde la cultura, l'educazione e tante altre cose. Un anziano prete che conoscevo diceva questo: 'il diavolo entra per il portafogli'. Per la cupidigia, ed è per questo che tanti non vogliono la pace".

"si costruisce ogni giorno: pace non è che non ci siano le guerre, con dolore ci sono, pensiamo se un giorno non ci saranno le guerre: per non cadere in un'altra guerra, si costruisce la pace ogni giorno. La pace non è un prodotto industriale, la pace è un prodotto artigianale, si costruisce ogni giorno con il nostro lavoro, la nostra vita, il nostro amore, la nostra vicinanza, il nostro volerci bene. La pace si costruisce ogni giorno".

D - "cos'è la pace?", 
R - "Ma sei stato bravo!, La pace è prima di tutto che non ci siano le guerre, ma anche che ci sia la gioia, l'amicizia tra tutti, che ogni giorno si faccia un passo avanti per la giustizia, perché non ci siano bambini affamati, malati che non abbiano la possibilità di essere aiutati nella salute. Fare tutto questo è fare la pace. La pace è un lavoro, non è uno stare tranquilli, lavorare perché tutti abbiano la soluzione ai problemi, ai bisogni che hanno nella loro terra, nella loro patria, nella loro famiglia, nella loro società: così si fa la pace, artigianale".

D - "un giorno saremo tutti uguali?"
R - "Si può rispondere in due maniere: tutti siamo uguali, tutti, ma non ci riconoscono questa verità, questa uguaglianza. E per questo alcuni sono, tra virgolette, più felici degli altri. Ma questo non è un diritto, tutti abbiamo gli stessi diritti e quando non si vede questo, la società è ingiusta. E dove non c'è la giustizia, non può esserci la pace".

D - "Perché i bambini soffrono?"
R - "Questa domanda è una delle più difficili a cui rispondere. Non c'è risposta".
"C'è stato un grande scrittore russo, Dostoevskij, che aveva fatto la stessa domanda: 'perché soffrono i bambini?'. E lì, si può solo guardare al cielo e aspettare risposte che non si trovano".
"Cosa posso fare io perché un bambino soffra di meno: stargli vicino, la società dia aiuti anche palliativi per le sofferenze dei bambini, si sviluppino l'educazione dei bambini verso le malattie. Bisogna lavorare tanto".

                                              "dove non c'è la giustizia, non può esserci la pace"
                                                                                                Francesco

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