domenica 14 agosto 2016

L'importante non è la meta ma il VIAGGIO: La Sfortuna

La sfortuna

Diciamo innanzitutto che la sfortuna ha giocato il ruolo da protagonista per non farmi finire il viaggio, ma, anche questa volta sono stato io il più forte.

A partire dall'infortunio di dicembre dove, per una caduta in montagna, sono stato portato in ospedale in elicottero e mi hanno riscontrato:
Trauma cranico,
naso e labbro rotti,
una spalla lussata e l'altra rotta,
contusioni al quadricipite.
sono dovuti passare 6 mesi fino a giugno per la riabilitazione in palestra, e sono riuscito a uscire a correre una volta a settimana solo da fine aprile.

Sono partito domenica 17 luglio da Malpensa per Tolosa con uno scalo di 3 ore a Barcellona.

Penso di essermela un po' gufata quando dicevo a mia moglie "...pensa se a qualcuno non dovesse arrivare il bagaglio...", e in effetti è successo proprio a me.

All'arrivo all'aeroporto di Tolosa ho scoperto che mi avevano perso il bagaglio; mi era rimasto solo il bagaglio a mano privo di quasi tutto il materiale obbligatorio.



Avevo un cambio lungo, un cambio corto, delle pile, il sacco a pelo, le lampade frontali, e per fortuna anche le scarpe da correre.
All'arrivo a Le Perthus al Fort de Bellegarde mi sono affidato a Cyril, l'organizzatore della corsa, il quale mi ha affiancato una persona, Florance, che mi ha aiutato a trovare (ho dovuto comprare) il materiale che mi mancava.







Grazie a Flo, Massimo Scribano, Lupita Dingo, Maurizio Cappelletto, Anna Olmerud, sono riuscito a recuperare tutto.

Chiaramente mentre io mio occupavo del materiale gli altri controllavano il percorso e le cartine e preparavano il materiale per “il Viaggio”.

Il bagaglio fortunatamente è stato ritrovato ed è arrivato alla Base Vita 1 (BV1); ma nella concitata fretta alla partenza dalla BV1 ho messo per errore nello zaino 2 kit medici completi.

Tra il BV1 e il BV2 ha causa della pioggia sono scivolato su uno spuntone e ho rotto tutta la scarpa nella parte alta, quindi al primo CP raggiunto ho dovuto comprarne un paio nuove. Non avevano quelle da corsa, e quindi ho dovuto prendere delle Millet da avvicinamento che pesano poco più del doppio.

Dopo 2 giorni di acqua e non potendo cambiare le calze perché bagnate, i piedi si sono macerati e sono iniziate le vesciche sui talloni e sui mignoli.
I "medici" presenti nei CP non erano altro che membri della protezione civile e non dei podologi qualificati. Nonostante ciò hanno fatto quello che potevano ma,  togliendo la pelle dalle vesciche,  con il fango e la sporcizia, le ferite si sono infettate provocandomi dolori molto forti e febbre. Il mio corpo cercava di combattere l'infezione piuttosto che darmi la forza di andare avanti, ho dovuto fermarmi mezza giornata e farmi curare da un dottore per evitare il peggio.


Ecco i piedi dopo le cure e la pausa forza (manca qualche pezzo).







Alla BV2 ho restituito i bastoncini a Maurizio che me li aveva precedentemente prestati e ho iniziato a utilizzare i miei. Ma la sfortuna, essendo la mia fedele compagna,  e dopo 5 chilometri in una buca mi si rompono. Dopo essere andato avanti per un po’ me  li sono fatti prestare di nuovo.

Beh che dire, penso che molte altre persone si sarebbero ritirate ancor prima di partire.

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